Taglio slot: il Consiglio di Stato nega il decreto cautelare a Codere ma fissa la Camera di Consiglio al 19 aprile, prima della scadenza del secondo termine

Troppo complesse le questioni sollevate da Codere per evitare il “doppio taglio” dei nulla osta, il Presidente della Quarta Sezione del Consiglio di Stato nega il decreto cautelare, ma fissa la camera di consiglio al 19 aprile, quindi comunque prima che scada il termine finale per la riduzione della rete.

Il ricorso si inserisce nell’iter di riduzione della rete deciso dal Governo, già a dicembre le concessionarie hanno ridotto il proprio parco macchine del 15% e entro fine aprile il numero complessivo di slot dovrà scendere a 265mila. La controversia riguarda però il numero di macchine che ciascun operatore dovrà dismettere, in sostanza non è chiaro a quale dato occorra fare riferimento per calcolare il taglio. Secondo alcuni operatori si deve prendere in considerazione il parco esistente al 31 dicembre 2016. Con il decreto attuativo del luglio 2017, il Mef ha invece preso come riferimento il paniere controllato nel settembre 2017. Il problema nasce dal fatto che in questo lasso di tempo, Codere ha acquisito delle quote di mercato degli altri concessionari, in sostanza – pur avendo tagliato le slot previste in base al parco controllato al 31 dicembre 2016 – ha poi riacquisito circa 2500 nulla osta dismessi dagli altri operatori. Se si prendesse quindi in considerazione il parco macchine esistente a settembre scorso, la concessionaria sarebbe costretta a effettuare un doppio taglio. In campo è scesa però anche la maggior parte degli altri operatori, sostenendo in sostanza di aver anticipato l’iter di riduzione chiesto dal Governo. Se Codere venisse autorizzata a conservare le macchine riacquisite, loro dovrebbero compensarne la quota. Una politica simile a quella di Codere è stata attivata anche da Netwin.

Il Consiglio di Stato, nel decreto appena pubblicato, spiega che “la controversia involve complesse questioni di diritto che necessitano di attento esame in sede collegiale”. E riferendosi al danno lamentato da Codere, “solo nella predetta sede collegiale potrà valutarsi adeguatamente se esso deriva dalle interpretazioni normative dell’Amministrazione o invece, come prospettano le intervenienti ad opponendum , dalle specifiche strategie commerciali poste in essere dalla Codere Network nel corso del 2017”. E ancora, “il danno in questione ha natura esclusivamente patrimoniale; dall’altro non ci sono elementi per ritenere che la dismissione dei NOE di cui si discute abbia dimensione tale da pregiudicare in modo irreparabile gli assetti patrimoniali e gestionali della società appellante”. IL merito di fronte al Tar Lazio – in primo grado – è stato invece fissato al 23 maggio, dopo lo scadere del termine del secondo taglio. gr/AGIMEG