Slot: Autorità anticorruzione chiede a Prefetto Roma commissariamento Global Starnet (Bplus)

L’Autorità Nazionale Anticorruzione, guidata da Raffaele Cantone, ha chiesto al Prefetto di Roma il commissariamento dell’appalto per l’affidamento in concessione della gestione telematica dei giochi alla Global Starnet, gruppo che fa capo al “re delle slot machine”, l’imprenditore catanese Francesco Corallo. Corallo era stato arrestato lo scorso 13 dicembre nell’isola caraibica di Saint Marteen. Secondo i magistrati romani, Corallo sarebbe a capo di un’associazione per delinquere finalizzata a commettere numerosi reati tra cui il riciclaggio di denaro sottratto al fisco.  Rispetto alla Global Starnet l’ipotesi dei magistrati e’ che non abbia versato al fisco ingenti somme. La societa’ e’ concessionaria dei Monopoli di Stato nel settore delle slot machine. Per questo l’auspicio che arriva dall’Anac tramite l’istanza di commissariamento e’ che la concessione rilasciata dai Monopoli decada, visti gli inadempimenti contrattuali della Global e l’ammontare delle somme su cui grava il sospetto di riciclaggio. lp/AGIMEG

Ecco come si è arrivati a Commissariamento di Bplus

La decisione dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, guidata da Raffaele Cantone, di chiedere al Prefetto di Roma il commissariamento dell’appalto per l’affidamento in concessione della gestione telematica dei giochi alla Global Starnet, gruppo che fa capo al “re delle slot machine”, l’imprenditore catanese Francesco Corallo, rappresenta la coda di quei provvedimenti restrittivi, firmati il 21 novembre ed eseguiti il 13 dicembre scorso, risultato di un’inchiesta – l’operazione “Rouge et Noir” – della Guardia di finanza di Roma su un maxiriciclaggio di denaro sottratto anche al fisco italiano dal gruppo di Corallo attraverso società offshore per 85 milioni fino al 2007, e altri 150 milioni fino al 2014. Le accuse per gli indagati vanno a vario titolo dall’associazione a delinquere transnazionale finalizzata al peculato, al riciclaggio e alla sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. “Lo Stato ricava dai giochi introiti fondamentali per i conti pubblici e lo fa attraverso regole fissate in Parlamento. Il settore funziona. Le società di Corallo hanno violato queste leggi con il reato di peculato. Prima evitando l’allaccio delle macchinette alla rete pubblica, poi con una pura evasione”, aveva ricordato Giuseppe Pignatone, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma. lp/AGIMEG