Schiavolin (ad Snai): “Pericoloso aumentare le aliquote sui giochi. Con il nuovo piano industriale puntiamo a coinvolgere investitori stranieri. Dal 2018 società ancora più solida”

“L’Italia è già oggi il paese con le aliquote sui giochi di gran lunga più elevate in Europa. Una regola che vale sia nel betting fisico sia online. Per gli apparecchi da intrattenimento la tassazione è addirittura il doppio rispetto a paesi come la Gran Bretagna, la Germania e la Spagna”. Spiega così Fabio Schiavolin, ad di Snai, in un intervento su “Affari&Finanza”, il supplemento economico/finanziario di Repubblica oggi in edicola, in merito all’ipotesi di un’ulteriore pressione fiscale sul settore dei giochi. “Ulteriori aumenti delle aliquote metterebbero in gravi difficoltà gli operatori e più in generale il gioco pubblico rispetto all’offerta illegale”. Nell’articolo viene evidenziato come sia stato anche sciolto il vecchio patto di sindacato che legava i soci storici di Snai. Il titolo dovrebbe quindi diventare progressivamente più liquido ed in questo modo anche più interessante per gli investitori istituzionali. Infatti a fine 2016 la società non ha avuto alcun problema a collocare presso investitori istituzionali esteri oltre mezzo miliardo di obbligazioni a tasso fisso e variabile, ma la società punta ad entrare nel segmento Star della Borsa Italiana. “Ci piacerebbe avere anche una copertura internazionale da parte degli analisti – sottolinea Schiavolin – per attrarre anche alcuni investitori esteri. Completata l’integrazione tra Snai e Cogetech ed in vista del nuovo piano industriale, riusciremo a coinvolgere anche alcune banche straniere nella copertura del titolo”. I 3 broker italiani che seguono con continuità Snai hanno espresso un giudizio positivo sul titolo e valutano positivamente possibili investimenti sullo stesso. “Il nostro obiettivo è quello di ridurre i debiti sotto due volte il margine operativo lordo – spiega l’ad di Snai – un traguardo che stimiamo di raggiungere nel 2018. Il nostro impegno sarà quello di estrarre sinergie dal core business dei giochi e cercare di riportare l’azienda in salute senza tener conto di operazioni straordinarie come, ad esempio, l’eventuale valorizzazione di aree, come l’ex area del trotto a Milano, che però sembrano essere le zone più vincolate d’Italia”. lp/AGIMEG