Rixi (ass. Regione Liguria): “Se la legge sul gioco entrerà in vigore, annullerà tutto il gioco lecito sul territorio regionale, mandando a casa 3.000 dipendenti. La proroga serve anche per aspettare la normativa nazionale che proprio le Regioni hanno bocciato”

“Nel 2012 la Regione Liguria ha varato una normativa dove equiparava tutti i giochi nella stessa maniera e per le vecchie licenze entrerebbe in vigore dal 2 maggio prossimo, mentre le nuove licenze non sono più state concesse. Il problema è che per una serie di categorie questa legge impedirebbe di fatto anche il mantenimento di alcuni giochi leciti, come i Totocalcio, il SuperEnalotto, il Totip che sono presenti nei tabaccai e che oggi rappresentano il 50% delle entrate di questi locali. Il che vorrebbe dire che il combinato tra quanto disposto dalla legge e dai regolamenti comunali di fatto farebbe cessare nella nostra regione circa un licenziamento per ogni tabaccaio. Sui bar che hanno le macchinette o altri servizi legati ai giochi, ci sarebbe una riduzione di altre 600/700 persone. Poi ci sono altre 1.000 persone che lavorano direttamente tra la gestione e la manutenzione degli apparecchi che verrebbero di fatto tolti dalla Liguria ed altri 700/800 che sono i dipendenti diretti delle sale gioco a cui è stata già recapitata una lettera di licenziamento”. E’ l’allarme lanciato da Edoardo Rixi, assessore per lo sviluppo economico della Regione Liguria, in un’intervista rilasciata alla rivista “GenovaQuotidiana”. “Il problema vero è che la legge regionale non distinguendo tra le slot ed altre tipologie di gioco, di fatto vieta tutto il gioco lecito sul territorio regionale. Questo diventa un problema sia per le sentenze uscite, ad esempio l’ultima dell’8 marzo che invece dà ragione ai tabaccai, sia per problemi oggettivi dal punto di vista occupazionale e per quello inerente la normativa nazionale, normativa che il Governo ha portato un mese fa in Conferenza Stato-Regioni ma che è stata bocciata proprio dalle Regioni. Tale normativa dovrebbe comunque arrivare prima di dicembre e quindi noi ci potremmo trovare in una situazione paradossale in cui oggi facciamo chiudere i tabaccai e domani dove c’era un tabaccaio ci sarà una sala slot e non potremmo fare niente per farla chiudere. La cosa quindi che ho chiesto alla Regione è di aprire un tavolo di confronto, mantenendo l’attuale normativa, senza quindi nuove concessioni e sulle vecchie concessioni dare un anno di proroga. E nel prossimo anno, con la nuova legge, verrebbero diversificate le tipologie di gioco d’azzardo e anche le tipologie degli esercizi. I tabaccai sarebbero separati dai bar ed a loro volta sarebbero separati dalle sale slot. Anche perché è evidente che mentre la sala slot fa il 100% del fatturato sugli apparecchi, il bar può farne a meno ed il tabaccaio ha un’altra serie di servizi. Questa è una cosa che bisogna fare consentendo agli esercizi di potersi adeguare senza rischiare di avere nel mese di maggio 3.000 dipendenti a casa, cosa che significherebbe un impatto occupazionale superiore alla chiusura di Fincantieri a Sestri. Avrebbe delle conseguenze dal posto di vista sociale non gestibili. Il tavolo di confronto, inoltre, è importante perché deve essere un combinato tra le azioni della Regione, dei Comuni e delle categorie perchè sennò non se ne viene fuori. Noi in un anno, tenendo ferma la legge, assisteremo comunque ad una riduzione di numerose centinaia di unità di slot sul territorio regionale, anche solo per il fatto che non concediamo più nuove licenze. Il tempo ci serve però anche per capire cosa proporrà lo Stato perché si sta contrattando a livello nazionale. L’unico a guadagnare dal gioco è lo Stato perché la regione non prende un euro, mentre i Comuni prendono dalle tassazioni accessorie (insegna, spazio pubblico, etc.), per cui a noi interessa che nella visione nazionale ci sia un incentivo fiscale a chi toglie le slot ma soprattutto ci sia, per chi ha gli apparecchi, l’obbligo di avere un inserimento della tessera sanitaria all’interno della macchinetta, come avviene per l’acquisto delle sigarette. Su questo le categorie sono d’accordo e servirebbe sia per vietare il gioco ai minorenni sia per controllare quanto un giocatore spende e per poter bloccare chi è affetto da ludopatia, mettendo le slot in rete con le Asl. Questo è possibile farlo, ci vuole solo un’autorizzazione di carattere nazionale ed è chiaro che una nuova legge regionale così impostata limiterebbe anche i danni di quelle slot che rimangono sul territorio. Questo è un percorso che va fatto. E’ chiaro che i danni che ha fatto la politica a livello nazionale non possono essere pagati dai dipendenti che alla fine si troverebbero in mezzo ad una strada il 3 maggio prossimo, considerando anche che tendenzialmente chi lavora in questo settore sono donne o ragazzi giovani, con un profilo occupazionale non facilmente ricollocabile in tempi brevi. Anche dal punto di vista sociale non se ne avrebbe quindi un beneficio e non riesco a capire il motivo per cui si è aspettato per 5 anni e non si possa aspettare un altro anno. In realtà il motivo della scadenza di quest’anno era stato imposto dalla vecchia giunta semplicemente per rimandarlo a quella successiva, tant’è vero che l’allora presidente e numerosi assessori non avevano votato la legge, come non l’avevo votata io, perché nel momento in cui una giunta decide che non si può applicare una legge all’interno del proprio mandato, non ha senso derogare avanti. Era da riformare in maniera diversa. Noi ci siamo presi l’impegno di riformarla, il Consiglio ci ha detto che per lui non è una priorità e quindi se non è un’urgenza nel Consiglio Regionale per me non è possibile riformarla prima del 2 maggio. A questo punto quindi c’è bisogno di ricalendarizzarla in maniera ordinaria e di prendere più tempo ed a mio avviso deve essere un anno perché nel frattempo così uscirà anche la legislazione nazionale e questo mi consentirà di fare una legge che darà delle certezze. Questi sono gli elementi di cui ho parlato prima con i capigruppo, poi ho portato sul tavolo Anci. Capisco che poi si dicano le cose più stravaganti, ma la Regione non mette una slot in più, non apre alle slot né fa altro in questa direzione. Semplicemente mantiene in vigore la legge – ha concluso Rixi – come è stata fino ad oggi, invece di dare un taglio totale sulle vecchie licenze, cosa che comunque non è avvenuta nemmeno nei primi anni. Il percorso poi che hanno fatto alcuni comuni sulla limitazione del gioco d’azzardo può tranquillamente andare avanti. Qualcuno aveva anche chiesto di tenere l’entrata in vigore ma di sospendere solamente le sanzioni, questo invece avrebbe creato grossi problemi, perché anche le nuove autorizzazioni avrebbero potuto arrivare sul territorio regionale”. es/AGIMEG