Riforma giochi, Baretta (Mef): “Messa in conto contrazione entrate, ma non sarà la fine del mercato Awp. Se si chiude il 7 settembre nessun altro intervento nella legge di Bilancio”

“La novità della riforma consiste nel trovare un nuovo equilibrio tra la tutela della salute pubblica, a lungo sottovalutata a sulla quale stiamo lavorando insieme al ministero della Salute, la lotta alla criminalità, che resta un’emergenza, e le entrate erariali, soggette, in ogni caso, a oscillazioni fisiologiche. Una contrazione delle entrate, dunque, va messa nel conto”. E’ quanto ha dichiarato il Sottosegretario al Mef Pier Paolo Baretta commentando il rischio che, dopo anni di crescita, il mercato dei giochi nel 2017 potrebbe chiudersi in rosso per le casse dello Stato, non raggiungendo i 10 miliardi che annualmente garantisce. “Poiché si è esagerato nell’offerta di gioco, pur con la buona motivazione di combattere la criminalità, gli enti locali si sono autotutelati e il settore è sulla difensiva. Per questo servono subito nuove regole. Ma siamo già in ritardo”. Ma come convincere gli operatori a partecipare alle gare? La base delle gare Betting e Bingo sarà ancora nazionale? “Il contesto è cambiato. Tutti se ne devono rendere conto. Le Regioni e i Comuni, nel decidere la collocazione nel territorio dei punti di vendita del gioco pubblico, dovranno tenere conto che, a regime, saranno la metà di quelli attuali (circa 50 mila contro i 100 mila circa di oggi) e che, dunque, la loro distribuzione geografica dovrà garantirne l’operatività, partendo dagli investimenti già realizzati ed evitando che ampie zone urbane ne siano prive, con la conseguenza di concentrare il gioco nelle periferie, dando vita a veri e propri quartieri “a luci rosse” del gioco. Gli operatori dovranno adeguarsi alle nuove regole e qualificare l’offerta. I rappresentanti del mondo sociale devono contribuire a una cultura del gioco come condizione normale. Certo, se prevale un approccio proibizionista o, al contrario, una logica esclusiva di mercato, lo sforzo rischia di essere vanificato. Le prossime gare – continua Baretta nell’intervista rilasciata al Sole24Ore – che saranno nazionali, rappresenteranno il primo banco di prova. Negli incontri con le principali Associazioni dei gestori ho preso l’impegno di avviare un confronto sugli effetti industriali della riforma. Se si profila una crisi di settore andrà affrontata con tutti gli strumenti necessari ed è bene che gli enti locali, per le nuove responsabilità che gli derivano dalla riforma, siano pure loro coinvolti. Voglio, però, ricordare che attualmente il rapporto è di una Awp ogni 4 residenti maggiorenni. Dopo la riduzione sarà una ogni 191. Si tratta, certamente, di un’importante contrazione, ma non è la fine del mercato”. Ma se i governatori rispediranno al mittente la proposta, il Governo lascerà il tavolo o è pronto a intervenire autonomamente (decreto o legge di bilancio) per regolare il settore? “Non prendo in considerazione questa ipotesi. Nella Conferenza di inizio agosto abbiamo stabilito insieme che il 7 settembre sarebbe stato il giorno dell’accordo. In ogni caso, dobbiamo rispondere del mandato del Parlamento e sarebbe grave se, dopo tanto lavoro, tante mediazioni e – me lo faccia dire – tanti passi avanti verso una nuova concezione del gioco nella vita sociale, lasciassimo terminare la legislatura con un nulla di fatto. Se, come prevedo e mi auguro, si raggiungerà l’intesa in Conferenza, a essa seguirà un decreto applicativo del ministro dell’Economia. Non vedo, quindi, la necessità di occuparci di giochi anche nella prossima legge di bilancio. Peraltro nella recente manovra abbiamo già aumentato il Preu, che è già alto. Sono convinto che il valore economico, non solo politico, di un’ intesa, anche problematica e con qualche rischio, è immensamente superiore al “rompetele righe”. I concessionari lo sanno. E lo sanno anche i gestori. Non sempre è facile farlo comprendere agli investitori internazionali, ma sono certo che ci possiamo riuscire se prevale, anche in questo campo, la logica Paese”, ha concluso Baretta. lp/AGIMEG