Neanche in Italia si arresta l’emorragia degli incassi. Nel primo trimestre 2016 la spesa (il risultato della raccolta, meno le vincite) è stata infatti di 20,7 milioni di euro, per un calo del -17,7% rispetto ai 25,2 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso. Ancora più accentuato il crollo che si considera il solo mese di marzo. Quest’anno la spesa nel terzo mese è stata di 6,4 milioni, per un -20,5% rispetto a marzo 2015.
Anche i dati del 2015 non sono incoraggianti. Il poker ha fatto segnare un calo generalizzato, ma molto differente nelle proporzioni tra la versione a torneo e quella cash. Il poker a torneo ha chiuso il 2015 con una spesa dei giocatori di 71,3 milioni di euro, dato in calo del 4,2% rispetto ai 74,4 milioni dell’anno precedente. La spesa è frutto della differenza tra la raccolta, che nel 2015 è stata di 727 milioni di euro, meno le vincite che lo scorso anno ammontavano a 655,7 milioni di euro. Più marcato il calo del poker online in versione cash. Nel 2015 la spesa è stata di 83,7 milioni, valore in calo del 22,3% rispetto ai 107,8 milioni dei dodici mesi precedenti. In questo caso la raccolta è stata di 3.074 milioni, mentre le vincite hanno fatto registrare un valore di 2.990 milioni
La terza sorella potrebbe essere la Spagna, ma anche in questo caso i dati non sono incoraggianti. La Direzione Generale del gioco spagnola ha pubblicato recentemente la relazione trimestrale del gioco on-line per il primo trimestre del 2016, dalla quale si evidenzia un notevole aumento della raccolta generale, ma con il Texas Hold’em ancora “ultimo della classe”. I segmenti di gioco che registrano un aumento sono : Casinò (15,43%), Scommesse (12,28%) e Bingo (16,95%), mentre vi è stato un calo nei segmenti dei concorsi (-26,97%) e, ovviamente, del Poker (-7, 97%). lp/AGIMEG