Match fixing, Abodi (Pres. Lega Serie B) ad Agimeg: “Impossibile ridurre a zero il rischio combine, ogni anno disputiamo 500 partite con 800 giocatori tesserati”

“Nonostante il gran numero di controlli che facciamo, è impossibile ridurre a zero il rischio di fenomeni di questo tipo: come Lega di Serie B gestiamo 500 partite ogni anno e abbiamo oltre 800 tesserati”. E’ quanto ha dichiarato ad Agimeg Andrea Abodi, Presidente della Lega di Serie B, commentando il blitz dei Carabinieri di questa mattina che ha portato all’arresto di 10 persone legate alla camorra per match fixing su partite di Serie B della stagione 2013-2014. Le indagini della Direzione distrettuale antimafia di Napoli sono culminate nell’esecuzione, da parte del nucleo investigativo del comando provinciale dei Carabinieri, di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 10 persone considerate affiliate al clan camorristico Vanella Grassi di Secondigliano. C’è anche un calciatore professionista tra gli indagati nell’ambito dell’inchiesta della DDA di Napoli dalla quale sono emerse partite di calcio truccate a favore del clan camorristico. Si tratta di alcune partite del campionato di Serie B della stagione 2013-2014, in particolare di partite giocate in Campania nel maggio 2014. Il presidente della Lega di Serie B ha detto che “sul tema del match fixing siamo preparati”. Nei giorni scorsi, sempre interpellato da Agimeg, Abodi aveva ricordato che “il match fixing è un fenomeno mondiale che interessa tutti i paesi e tutte le realtà sportive ed è necessario contrastare gli illeciti che avvengono sul campo e la raccolta illecita delle scommesse sportive. Per questo motivo è necessario creare un gioco di squadra fra tutte le parti in causa. In Italia il fenomeno non deve riguardare solamente i concessionari di gioco, ma anche la Lega Calcio. Per questo chiediamo di avere maggiore voce in capitolo, così da non diventare potenziali vittime del rischio combine. In ballo ci sono non solo interessi economici, ma anche sociali”.

 

A seguito dei dettagli emersi dalla Procura di Napoli, Abodi ha inoltre detto che quanto accaduto “sono fatti gravi, anche se limitati a due gare. E’ l’ennesimo attentato della criminalita’ organizzata nei confronti del calcio. Ancora una volta, nonostante il costante, profondo e totale impegno della Lega e delle altre istituzioni sportive sul versante dell’integrita’ e del rispetto, emerge l’ennesimo attentato della criminalita’ organizzata nei confronti del calcio”, sottolinea il presidente della Lega di serie B Andrea Abodi, a proposito del fatto che “due partite del nostro campionato 2013-14 sarebbero state condizionate da un manipolo di delinquenti, fuori e dentro il campo di gioco”. “Prendiamo atto che si tratti di fatti gravi, circoscritti a due gare di fine stagione di due anni fa – aggiunge Abodi – fatti emergere da piu’ ampie indagini della DDA e dalla Procura della Repubblica di Napoli che ringraziamo per il lavoro che stanno svolgendo e alle quali garantiamo, come sempre e doveroso, la nostra piena collaborazione. Nel nostro impegno quotidiano, condiviso con la federazione e le altre componenti del sistema-calcio, stiamo cercando di rendere sempre piu’ efficace il contrasto a ogni forma di illegalita’ e di infiltrazione malavitosa, fattori patologici che riguardano purtroppo l’intera nostra societa’ e in particolar modo organizzazioni criminali radicate da decenni nel nostro tessuto socio-economico”.   Abodi ricorda che “il monitoraggio incrociato della gare, la costituzione di parte civile nei processi di Cremona e Catania con l’azione di responsabilita’ nei confronti dei soggetti coinvolti, i corsi di formazione organizzati nelle 22 societa’ del campionato, sono fatti tangibili di questo impegno costante, reso ancora piu’ consistente nella attuale stagione sportiva. E’ parte prioritaria dei nostri doveri operare per garantire trasparenza, legalita’ e credibilita’ a tutti i portatori di interesse, a partire dai nostri tifosi, rilanciando in una giornata come questa tutto il nostro impegno per respingere ogni forma di inquinamento criminale in un sistema che vuole essere valutato non per l’irresponsabilita’ di pochi, che vanno messi in condizione di non nuocere piu’, ma per la correttezza della stragrande maggioranza delle persone che ne fanno parte a vario titolo”.  “Al governo – la conclusione – che ha dimostrato grande sensibilita’ e attenzione al tema del piu’ efficace contrasto alle frodi sportive aumentando fino a nove anni la detenzione per tali reati, chiediamo di continuare nell’opera legislativa per determinare anche un impatto patrimoniale con il sequestro preventivo e la confisca dei beni di questi delinquenti, come da nostra proposta che lo stesso governo meritevolmente ha fatto sua con un disegno di legge approvato in consiglio dei ministri nel settembre scorso, che adesso piu’ che mai ha bisogno di diventare legge dello Stato”. Cr/AGIMEG