Regione Lazio, stretta sul gioco sia per le nuove attività sia per le esistenti che dovranno rimuovere slot e vlt entro 18 mesi. In controtendenza rispetto a Puglia, Basilicata e Campania

Dopo Piemonte ed Emilia Romagna, anche nel Lazio la stretta sul gioco d’azzardo riguarderà non solamente le nuove aperture, ma anche le attività già esistenti. Ieri il Consiglio Regionale ha infatti dato il via libera all’articolo 15, che dovrà essere votato oggi all’interno del Collegato, che prevede il distanziometro a 500 metri sia per le nuove concessioni degli apparecchi da gioco, sia per i titolari delle sale da gioco esistenti. Una misura in controtendenza rispetto a quanto fatto da altre amministrazioni regionali, che a parte qualche eccezione hanno tendenzialmente tutelato le attività già esistenti, garantendo investimenti e occupazione. Nel Lazio gli esercizi pubblici come bar e tabacchi avranno solamente 18 mesi per rimuovere le slot – anche se i Comuni potranno prorogare questo termine fino a quattro anni – mentre le sale dovranno adeguarsi – chiudendo o trasferendosi – entro i 4 anni successivi all’entrata in vigore della legge o entro i 5 anni nel caso di autorizzazione decorsa dal 1 gennaio 2014. Una stretta sul gioco molto vicina a quanto già visto in Piemonte, dove per le nuove aperture è vietata la collocazione di apparecchi da gioco nei locali che si trovano ad una distanza dai luoghi sensibili non inferiore a 300 metri per i comuni con popolazione fino a cinquemila abitanti e non inferiore a 500 metri per i comuni con popolazione superiore a cinquemila abitanti. I titolari delle sale da gioco e delle sale scommesse già esistenti, alla data di entrata in vigore della legge, si adeguano a entro i tre anni successivi o entro i cinque anni successivi nel caso di autorizzazioni decorrenti dal 1° gennaio 2014.
Anche la Legge regionale dell’Emilia Romagna, particolarmente restrittiva in tema di gioco, con limiti orari per gli apparecchi e distanziometro a 500 metri dai luoghi ritenuti sensibili, tuttavia si applica espressamente alle nuove aperture e alle nuove installazioni, ad eccezione delle sale slot e sale scommesse. In particolare, in queste ultime dallo scorso 1 gennaio non è più possibile raccogliere puntate su eventi sportivi, sia in agenzia sia nei corner all’interno di esercizi commerciali. Le sale già in esercizio dovranno invece adeguarsi: non potranno più installare nuovi apparecchi, ma potranno tenere quelli già installati fino alla scadenza dei relativi contratti di utilizzo.
Viceversa, in altre regioni si sono tutelate le attività commerciali già esistenti. In Basilicata, ad esempio, le nuove norme alla legge sul gioco patologico del 2014 specificano che le nuove autorizzazioni di installazione apparecchi non verranno concesse nel caso di ubicazione in un raggio inferiore a 250 metri nei Comuni con residenti fino a 20 mila abitanti e a 350 metri nei Comuni con residenti superiori a 20 mila abitanti, mentre i titolari delle attività dove già sono collocati gli apparecchi sono tenuti a comunicare al Comune competente le fasce orarie di interruzione di gioco, secondo quanto previsto dall’intesa sottoscritta dalla Conferenza unificata Stato-Regioni nel 2017.
Anche in Puglia sono state salvaguardate le attività connesse al gioco già esistenti. Nelle “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 13 dicembre 2013, n. 43 (Contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico) le nuove autorizzazioni non vengono concesse nel caso di ubicazioni delle sale in un raggio inferiore a 250 metri, misurati per la distanza pedonale più breve su suolo pubblico, dai luoghi sensibili, ma restano valide le autorizzazioni comunque concesse prima della data di entrata in vigore della nuova legge. Anche in Campania, l’applicazione del distanziometro (250 metri da luoghi sensibili) avrà effetti solamente sulle nuove aperture e non sarà quindi retroattivo, consentendo così a locali che hanno al loro interno apparecchi da intrattenimento di operare nel rispetto delle fasce orarie, comunicando al Comune competente le fasce di interruzione di gioco, secondo quanto previsto dall’intesa sottoscritta dalla Conferenza unificata Stato-Regioni, nel settembre del 2017. cr/AGIMEG