Gioco online, Aronica (ADM): ” Il futuro passa dalla liquidità internazionale. Attenzione su pubblicità e match-fixing. La tassazione sul margine ha migliorato l’offerta di scommesse

“La spesa complessiva nei giochi a distanza nel 2016 ha superato di poco il miliardo di euro, un dato in crescita del 24% rispetto a quella del 2015″. Questo balzo in avanti rispetto alla sostanziale stabilità degli anni passati non sembra la conseguenza di un aumento sensibile del numero dei giocatori, ma testimonia un incremento della spesa pro-capite compatibile sia con un maggiore e nuovo impegno individuale, sia con la riconversione di una spesa in precedenza destinata al mercato sommerso – è quanto evidenziato da Alessandro Aronica, Vicedirettore ADM, nella presentazione dei risultati della Ricerca 2016-2017 dell’Osservatorio Gioco Online del Politecnico di Milano – Non è da escludersi che le misure di contrasto del gioco irregolare adottate nel corso degli ultimi anni abbiano cominciato a favorire l’attrazione di una domanda di gioco che precedentemente si rivolgeva ai siti non autorizzati. Le misure hanno sin qui riguardato, da una parte, il miglioramento qualitativo dell’offerta legale, al fine di renderla competitiva con quella off-shore, dall’altra, l’ingresso nel mercato legale di operatori di grandi dimensioni che in precedenza operavano in maniera irregolare e, infine, l’accordo con tutti i maggiori fornitori di giochi affinché interrompessero gli accordi commerciali in essere con gli operatori non autorizzati in Italia. L’Amministrazione continuerà a esplorare i margini ancora esistenti nella medesima direzione d’impegno”, ha assicurato Aronica. In termini di quota mercato, la parte riservata all’online è ancora minima: “La quota di spesa relativa ai giochi del circuito online è in crescita pur risultando ancora una componente relativamente contenuta (circa il 5,3%) nel contesto più generale dei giochi con vincita in denaro in Italia. Se teniamo conto dell’avvenuta progressiva annessione di quote del gioco illegale nel circuito legale, la propensione al gioco online pare, secondo i dati dell’Osservatorio, in linea con il passato. La prevista migrazione di quote di gioco dal terrestre al virtuale, spesso ipotizzata e considerata in prospettiva inevitabile, non trova, invece, allo stato, un riscontro”. Sul fronte del numero di giocatori online, il Vicedirettore ADM ha detto che “il numero medio di giocatori che hanno movimentato un conto di gioco in un mese è cresciuto. Le procedure – strettamente regolamentate – d’identificazione, registrazione e pagamento costituiscono, anche in relazione alla resistenza del consumatore italiano a conferire i propri dati a terzi, un filtro che determina un accesso selettivo.  Nell’ultimo anno, è proseguito il lavoro mirato a un’ulteriore evoluzione qualitativa e differenziazione dell’offerta dei concessionari, soprattutto nell’ambito delle scommesse sportive. Oggi, il prodotto legale italiano avvicina, in termini di varietà e prezzi, quello dei siti cosiddetti “.com””, ha detto Aronica. lp/AGIMEG

 

Gioco online, Aronica (ADM): “Con tassazione sul margine, per le scommesse sportive, garantite quote migliori ai giocatori e più varietà di prodotto”

“Il 2016 è stato anche l’anno dell’applicazione del nuovo regime fiscale per le scommesse sportive, sia online che terrestri”, ha ricordato Aronica. “Si è passati dalla tassazione sulla raccolta (l’importo scommesso dal giocatore) a quella sul margine lordo (ciò che resta all’operatore una volta pagate le vincite).  Grazie alla possibilità data agli operatori autorizzati di competere in modo meno svantaggiato con quelli illegali, la spesa in scommesse sportive è cresciuta del 31% rispetto al 2015. La tassazione sul margine ha consentito di offrire prezzi migliori ai giocatori e l’aumento della varietà del prodotto – un processo avviato già nel 2013 attraverso il cosiddetto “palinsesto complementare”, e giunto a maturazione nel 2016 – ha permesso di rendere il prodotto scommesse più rispondente alla domanda effettiva”. La disamina di Aronica ripercorre le tappe dello sviluppo dell’offerta del gioco online nel nostro Paese. “Nel 2006, l’Italia è stato il primo Paese in Europa ad aver adottato una legislazione in tema di giochi online. Non c’erano allora altri esempi cui ispirarsi, e nonostante il gioco a distanza fosse già popolare (i primi siti “.com” sono stati lanciati nel 1997, ben 9 anni prima), l’offerta era totalmente gestita da soggetti sconosciuti, spesso localizzati nei Caraibi o in qualche remota regione Canadese. Leggendo le cronache di quegli anni, non si contano i casi di siti di gioco che operavano in maniera fraudolenta: gestori che “scappavano” con i soldi dei giocatori, partite di poker in cui i complici potevano vedere le carte altrui, software truccati in modo da rendere impossibili le vincite. Dieci anni di interventi normativi, di confronto con i Paesi che nel frattempo hanno seguito l’esempio italiano (Francia, Spagna, Regno Unito, Danimarca, Portogallo, Romania, solo per citarne alcuni), di lavoro in gruppo dei regolatori europei, hanno consentito, anche grazie all’azione propositiva delle istituzioni comunitarie, di arrivare al 2017 con un impianto regolamentare finalmente al passo con i tempi. Si è trattato di aggiornare progressivamente il prodotto legale – ha sottolineato il vicedirettore Adm – e allo stesso tempo di individuare più efficaci misure di contrasto del gioco irregolare, senza le quali non sarebbe stato possibile creare condizioni concorrenziali eque per i circa cento operatori che hanno deciso di rispettare le leggi italiane e pagare le tasse nel nostro Paese. Di questa strategia è parte la riforma del modello di tassazione. La tassazione del margine, introdotta per la prima volta nel 2011 (per i giochi da casinò online), nel 2016 è stata estesa alle scommesse sportive. L’andamento degli ultimi anni consente di rilevare l’impatto dell’evoluzione normativa sulle dinamiche delle principali grandezze che caratterizzano il gioco e conferma la tesi di  un processo di progressiva legalizzazione della domanda piuttosto che l’idea una consistente espansione del mercato indotta dall’ampliamento dell’offerta legale.  Nel Regno Unito, con una popolazione pressoché equivalente a quella italiana, tra aprile 2015 e marzo 2016, la spesa in giochi online è stata di 4,5 miliardi di sterline (5,2 miliardi di euro), cioè il quintuplo rispetto al nostro Paese. Difficile affermare su queste basi che il gioco a distanza sia, in Italia, un fenomeno pervasivo”. lp/AGIMEG

 

Gioco online, Aronica (ADM): “Il futuro dell’online passa dalla liquidità internazionale. Approfondire temi relativi a pubblicità e match-fixing”

Ma cosa riserva il futuro del gioco online? Per Aronica “nel futuro prossimo, un piccolo, ulteriore tassello nell’opera di modernizzazione del prodotto legale on line potrà essere rappresentato dai possibili accordi sulla cosiddetta ‘liquidità internazionale’ o condivisa, ovvero sulla possibilità di poter fare interagire tra loro i giocatori di diverse nazioni. Anche questa innovazione dovrebbe consentire di rendere l’esperienza di gioco comparabile a quella ‘off shore’, ma in un ambito controllato e ovviamente tassato. L’amministrazione italiana ha conservato il ruolo di riferimento che le è stato sempre riconosciuto a livello comunitario: costituisce un esempio privilegiato e ascoltato per i Paesi europei (e non) che in numero crescente decidono di introdurre una regolazione nazionale del gioco online. Un gruppo di regolatori nazionali, che comprende rappresentanti di Austria, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Portogallo, si riunisce periodicamente in ambito comunitario: con il progressivo incremento del numero dei Paesi aderenti è cresciuta la capacità di produrre concreti riferimenti comuni che rendono progressivamente più omogenei, compatibili ed efficaci i diversi ordinamenti. Un gruppo più allargato, che comprende le autorità di regolazione dei 31 Stati membri dello Spazio economico europeo, si riunisce a Bruxelles quattro volte l’anno, grazie a un ‘Expert group’ istituito e coordinato dalla Commissione Europea. Tra i temi attualmente all’attenzione credo abbiano un certo rilievo gli studi in tema di possibili standard comuni di certificazione, nonché gli approfondimenti in materia di pubblicità e match-fixing.  L’accordo di cooperazione amministrativa si è rivelato di grande importanza per la diffusione delle migliori prassi e per la reciproca conoscenza tra i paesi partecipanti.  L’Italia è stata destinataria di numerose richieste di cooperazione. Tra l’altro, grazie a questa collaborazione, il Rapporto annuale realizzato in collaborazione con il Politecnico si potrà arricchire quanto prima di una sezione internazionale.  Il contributo della Commissione europea, e più specificamente del gruppo di esperti in materia di servizi di gioco d’azzardo, rimane cruciale. La Commissione si è fatta promotrice di un’iniziativa normativa, in materia di gioco d’azzardo on line, incentrata sull’individuazione di forme di cooperazione amministrativa volte a tutelare i giocatori e i cittadini e a prevenire le frodi e il riciclaggio di denaro. La Commissione ha già invitato gli Stati membri a notificare le misure adottate in seguito alla raccomandazione sul gioco d’azzardo on line del luglio 2014. Tale raccomandazione sottolinea come il gioco d’azzardo debba restare una forma di intrattenimento; gli Stati membri devono adottare tutte le misure affinché ai consumatori venga garantito un ambiente di gioco sicuro e intraprendere tutte le azioni necessarie per impedire ai minori di accedere al gioco d’azzardo on line. È importante sottolineare come per la parte riguardante i messaggi pubblicitari la raccomandazione sia stata recepita nel nostro ordinamento con la legge di stabilità per il 2016”. Il vicedirettore Adm ha concluso il proprio intervento affermando che “nel contesto di una discussione sul gioco in cui si pretende talvolta che ‘i numeri parlino da soli’, la prospettiva degli studi comparati, nel tempo e nello spazio, fornisce un contributo prezioso alla serietà del confronto. Ed è su questo piano che collaborazioni come quella tra l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, il Politecnico e la Sogei, debbono essere innanzitutto valutate. Fermo restando che anche questa attività di ricerca e di ampliamento delle conoscenze si inserisce per l’Amministrazione pubblica nell’ambito del più vasto impegno volto a promuovere la qualità dell’offerta legale e, per questa via, contrastare l’offerta illegale e incontrollata”. lp/AGIMEG