Giochi, commissariata Bplus. La società leader di slot e vlt cita in giudizio Viminale e prefetto per 530 milioni come presunto danno derivante dall’interdittiva antimafia

II prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, ha commissariato Bplus, la principale concessionaria in Italia nel settore delle slot machine. Ieri nella sede legale dell’impresa a Roma è stato notificato il decreto che dispone «la straordinaria e temporanea gestione» affidata a Vincenzo Suppa, generale in congedo della Guardia di Finanza, commissario, e Luca Cristini e Stefano Sestili, subcommissari. Informato il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, il provvedimento è stato condiviso con il presidente dell’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) Raffaele Cantone. Tanto da applicare una norma appena varata dal governo di Matteo Renzi (articolo 32 del decreto legge n. 90 sulla Pa, proprio ieri convertito in legge): se l’autorità giudiziaria procede per fatti gravi contro un’impresa destinataria di un appalto pubblico o una concessione, il numero uno dell’Anticorruzione propone al prefetto il commissariamento. Per salvaguardare l’occupazione – circa 3oo posti di lavoro – e proseguire in questo caso con l’attività concessionaria di Bplus. La controffensiva legale della società di slot machine – riporta il Sole24 Ore – va avanti. Al Tar del Lazio l’8 ottobre è fissata l’udienza di merito sul ricorso contro l’interdittiva antimafia della prefettura, oggi sospesa temporaneamente – sempre per gli interessi pubblici in gioco – fino alla fine dell’anno, ma non revocata come chiede l’azienda Tar e Consiglio di Stato, però, hanno già rigettato l’istanza di sospensiva dell’interdittiva. I legali dell’azienda, tuttavia, hanno deciso di giocare su altri tavoli giudiziari con due mosse clamorose. Gli avvocati Bruno Capponi e Domenico Di Falco hanno citato in giudizio davanti al tribunale civile di Roma il ministero dell’Interno, nella persona del ministro, e Il prefetto Pecoraro, per i presunti danni aziendali subiti dall’interdittiva. La richiesta di risarcimento è enorme, oltre 530 milioni di euro: mai un ministro dell’Interno né tantomeno un prefetto erano stati citati per danni pari a un importo così rilevante. Poi, con un raddoppio di marcatura, sempre agli inizi del mese scorsolo studio legale londinese Filerons, per conto di Bplus, ha chiesto al prefetto di Roma di revocare i provvedimenti: in caso contrario, avvertono i legali inglesi, si rivolgeranno all’Alta Corte di Londra. lp/AGIMEG