Corte dei Conti “Settore giochi ormai saturo. Impossibile pensare di ripetere risultati ottenuti”

Nel 2012, le entrate derivanti dai giochi hanno fatto registrare una flessione del 7,1 per cento rispetto all’anno precedente, essendo passate da 8,6 miliardi di euro a 8,0 miliardi. Lo ha detto il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, evidenziando anche l’esigenza di affrontare la questione del gioco patologico “Il fenomeno, che trova corrispondenza in una “raccolta netta” (la spesa dei giocatori al netto delle vincite) diminuita a sua volta del 4,1 per cento (da 18,1 miliardi a 17,4 miliardi), si confronta, invece, con una crescita esponenziale della “raccolta lorda” (il volume d’affari del settore), ormai prossima ai 100 miliardi, a seguito di un balzo dell’85 per cento nell’ultimo triennio.

Tali andamenti confermano, da un lato, la relativa saturazione del settore e fanno ritenere che i risultati conseguiti in passato difficilmente potranno essere superati nel prossimo futuro. Dall’altro, sono il riflesso di un progressivo mutamento nelle scelte dei consumatori,più orientati verso tipologie di gioco che assicurano un’elevata percentuale di

redistribuzione ai giocatori della raccolta lorda (c.d. payout) e implicano un breve lasso di tempo tra la giocata e il corrispondente evento/partita: si tratta, nella specie, dei c.d. apparecchi da intrattenimento (new slot e video lottery), verso i quali si concentra ormai il 54,3 per cento della spesa complessiva dei giocatori (nel 2011 era stato il 51 per cento) e il 51,7 per cento delle entrate erariali (nel 2011 era stato il 45,3 per cento).

La rilevanza dei fenomeni di “sostituzione” che caratterizzano il mercato dei giochi, nei quali lo sviluppo di un settore si accompagna alla contrazione di altri, emerge in tutta la sua dimensione confrontando l’andamento dei giochi tradizionali con quelli di recente introduzione. I primi mostrano una progressiva perdita di interesse, segnando inusuali perdite di quote di mercato nel caso del lotto (passato dal 16 per cento al 12 per cento della

spesa totale) e del superenalotto (sceso dall’8 per cento al 6 per cento). Per contro, la spesa dei giocatori si è indirizzata in misura massiccia sulle video lottery (VLT), che nel 2012 hanno registrato l’aumento record del 79,5 per cento.

Nell’economia dei risultati conseguiti dal comparto, va peraltro tenuto conto – accanto alle entrate assicurate – anche delle “perdite” economiche e sociali che la diffusione delle nuove tipologie di gioco possono determinare.

Ci si riferisce, in particolare, alle frequenti situazioni di dipendenza dal gioco, di cui sono ricche le cronache, la cui gravità non appare certamente meno rilevante delle tradizionali dipendenze da alcol e droga. I casi di ludopatia si fanno sempre più ricorrenti e colpiscono particolarmente le fasce deboli della popolazione, quali giovani, disoccupati, pensionati e casalinghe.

Anche se l’opinione pubblica tende a prenderne coscienza soltanto quando la patologia sfocia in eventi clamorosi e drammatici, il fenomeno non può essere sottovalutato; anche in considerazione della maggiore insidiosità che può presentare, per i soggetti psicologicamente più deboli, un’attività non scoraggiata ma, al contrario, sollecitata dallo Stato stesso.

Non meno preoccupanti, infine, risultano i fenomeni di infiltrazione nel settore da parte delle organizzazioni criminali. Una deriva, questa, che non sembra limitata soltanto al gioco illegale, il cui contrasto non può avere naturalmente esitazioni, ma che in ripetuti casi si è estesa – analogamente a quanto è avvenuto anche in altri settori economici, quali quelli della compravendita di oro usato – anche al perimetro delle attività legali, con il precipuo fine di pervenire al riciclaggio dei proventi derivanti da attività criminali”. rg/AGIMEG