Condono penali slot, nelle casse dello Stato già versati 235 milioni di euro

Lo Stato ha già incassato circa 235 milioni dai condoni sulle maxipenali delle newslot. Alla sanatoria hanno aderito sei delle dieci concessionarie – chiamate complessivamente a pagare il 47% della condanna di primo grado, ovvero 1 miliardo 165 milioni, a fronte dei una sanzione complessiva di 2 miliardi 475 milioni – che ieri hanno depositato domanda per poter beneficiare della riduzione al 20%, come prevede l’emendamento governativo inserito nel decreto sull’Imu in fase di conversione in legge. Cinque compagnie (Sisal, Snai, Cogetech, Cirsa e Gamenet) avevano già presentato domanda ai sensi della vecchia formulazione: il 30 ottobre scorso la Corte dei Conti – considerata la “particolare gravità” della vicenda delle maxipenali – le aveva però condannate con decreto a pagare il 30% della condanna. La nuova norma permette di modificare questi provvedimenti, alle concessionarie viene però richiesto di versare immediatamente il 20% della condanna su un conto del Mef. Cirsa ha quindi depositato 24 milioni (in luogo dei 36 previsti dal decreto della Corte dei Conti); Sisal 49 mln (nel decreto erano 73,5); Snai 43,8 mln (invece di 63); Gamenet 47 mln (70,5) Cogetech 51 mln (76,5). A questi vanno aggiunti  i 20 milioni che Lottomatica aveva già versato in vista dell’udienza del 30 ottobre. La Corte dei Conti adesso, nell’udienza fissata per venerdì prossimo, dovrà decidere se sollevare la questione di legittimità costituzionale (come già paventato nell’udienza della scorsa settimana), oppure se accogliere o respingere l’istanza di riduzione. In quest’ultimo caso, resterebbero in piedi i decreti emessi la settimana scorsa, le concessionarie sarebbero tenute a versare il 10% residuo, lo Stato incasserebbe quindi complessivamente poco meno di 350 milioni. La camera di consiglio per la conclusione del procedimento è stata fissata al 2 aprile 2014, nello stesso giorno potrebbero essere calendarizzate anche le udienze di merito delle 4 concessionarie – Bplus, Gmatica, Codere e Hbg Connex – che hanno deciso di non aderire al condono, e che quindi proseguiranno con il processo di appello.