Codere, “In nome della legalità 2.0”: il fenomeno del gioco in Emilia Romagna, i numeri ed i controlli sul territorio. Tutti gli interventi dell’incontro

Si è tenuta questa mattina a Bologna, presso la Sala Nomisma-Palazzo Davia Bargellini, la seconda tappa della nuova edizione del workshop itinerante “In nome della legalità 2.0”. Un appuntamento che vuole essere un momento di confronto sul tema del gioco lecito e responsabile in accordo con il Testo Unico Regionale recentemente approvato in Emilia Romagna.  All’appuntamento hanno partecipato: Dott. Alejandro Pascual Gonzalez – A.D. Codere Italia, Dott. Matteo Iori – Presidente Conagga, Dott. Armando Iaccarino – Direttore dell’Ufficio Governo, Accertamento e Riscossione ADM, Ten. Col. Danilo Lucarelli – Comando Provinciale Guardia di Finanza, Dott.ssa Fiorenza Maffei – Primo Dirigente della Polizia di Stato, Prof. Ranieri Razzante – Presidente AIRA Associazione Italiana Responsabili Antiriciclaggio, Prof.ssa Elisabetta Poluzzi – Young Millennials Monitor Nomisma-Università di Bologna. Secondo l’ADM, Secondo l’ADM, nel 2015 in Italia si è registrato un volume di gioco di oltre 88 miliardi, con un ritorno in vincite di oltre 71 miliardi. In Emilia Romagna, sempre lo scorso anno, il volume della raccolta (esclusi i giochi online) è stato di €5,994 miliardi. €14,679 i miliardi tornati ai giocatori sotto forma di vincite. Sul territorio nazionale risultano installati 418.210 apparecchi Comma 6a (Newslot) in 83.307 esercizi, e 52.349 apparecchi Comma 6b (VLT) in 4.863 sale. Sul territorio della Regione Emilia Romagna risultano installati 34.246 apparecchi Comma 6a (Newslot) in 6.500 esercizi, e 5.206 apparecchi Comma 6b (VLT) in 431 sale (dati ADM).

“L’approvazione del Testo Unico Regionale, che con i suoi 49 articoli introduce delle innovazioni per promuovere la cultura della legalità, è un grande passo avanti, ha sottolineato Alejandro Pascual Gonzalez, A.D. Codere Italia. La lotta al gioco d’azzardo patologico è da sempre uno degli obiettivi di ogni singolo anello della filiera del gioco, e sapere di essere in linea con una regione come l’Emilia Romagna nella promozione della legalità dà ancora più valore al nostro lavoro. E’ tempo di trovare un accordo tra tutti i soggetti che a vario titolo compongono lo scenario. Senza tale accordo lasceremo nelle mani dell’illegalità e delle associazioni criminali un mercato che, a livello internazionale, è considerato un esempio di eccellenza. Confidiamo che la Conferenza Unificata possa finalmente portare a una definitiva chiarezza di scenario e a una normativa nazionale che guardi veramente alla soluzione dei problemi e non sia un semplice gioco delle parti”.

La filiera del gioco è da sempre in prima linea nella lotta all’illegalità, per fronteggiare al meglio i fenomeni associati al gioco d’azzardo che negli ultimi anni hanno assunto una dimensione preoccupante. La Legge Balduzzi ha impegnato gli esercenti anche nella questione della diffusione di informazioni al fine di ridurre il gioco patologico. Oltre agli obblighi di legge previsti, Codere ha realizzato anche un importante strumento per la formazione online degli operatori di gioco denominato “Codere Training”. “Il gioco d’azzardo è un tema con rischi sociali e personali molto complessi e come per tutti i problemi complessi non esistono risposte semplici e predefinite – ha detto Matteo Iori, Presidente Conagga-Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d’Azzardo. Ciò che davvero può fare la differenza è un lavoro di riduzione dei rischi svolto insieme da tutti gli attori interessati dal gioco: senza ipocrisie, ognuno per le proprie competenze, attraverso proposte concrete e tutti con l’obiettivo di ridurre i danni del gioco d’azzardo patologico”. Le forze dell’ordine nel 2015 durante le verifiche sul territorio nazionale hanno controllato 32.015 esercizi, riscontrando 658 violazioni penali, disponendo 546 misure cautelari e denunciando all’Autorità Giudiziaria 630 persone. “L’Agenzia assicura il presidio del territorio sia grazie all’attività di verifica dei propri Uffici territoriali, sia attraverso il lavoro congiunto con le altre forze deputate al controllo – ha spiegato Armando Iaccarino, Direttore dell’Ufficio Governo, Accertamento e Riscossione dell’ADM. Il settore risulta uno dei più monitorati nel panorama economico nazionale, dal momento che la percentuale di operatori del gioco fisico che vengono annualmente sottoposti a verifica è complessivamente superiore al 50%. Questa diffusa e capillare attività consente di evidenziare anomalie, di dare indicazioni sulle aree di intervento  e soprattutto di monitorare l’attività di gioco. Interventi che determinino la riduzione dell’area del gioco legale possono mettere a rischio obiettivi importanti come la tutela del giocatore, la tutela dei minori e soprattutto il contrasto alla criminalità organizzata. Ma la grande mole di informazioni proveniente dall’area del gioco legale è di indubbia utilità per qualsiasi analisi si voglia fare relativamente ai fenomeni del gioco compulsivo, sia sotto il profilo della conoscenza di tale fenomeno, sia sotto il profilo delle misure e degli interventi da adottare”. Sul territorio della Regione Emilia Romagna, i numeri registrati sono: 1.950 esercizi controllati, 14 violazioni penali riscontrate, 2 misure cautelari disposte e 26 persone denunciate. “Il settore del Gioco e delle Scommesse coinvolge sia l’ambito amministrativo sia quello giudiziario, ha dichiarato la Dott.ssa Fiorenza Maffei – Primo Dirigente della Polizia di Stato. In entrambi i settori è fortemente sentita l’esigenza di una sinergia tra le Istituzioni, gli Enti e gli organismi vari interessati. Esistono poi degli aspetti più specifici di polizia giudiziaria come le attività proprie degli uffici dedicati in via esclusiva alla materia: la UISS (Unità Informativa Scommesse Sportive), ufficio interforze presso la Direzione Centrale Polizia Criminale, e la Polizia dei Giochi e delle Scommesse, ufficio proprio della Polizia di Stato che opera a livello centrale presso il Servizio Centrale Operativo della Direzione Polizia Anticrimine e a livello locale con i 26 nuclei presso le Squadre Mobili distrettuali. Dopo aver esaminato le modalità investigative utilizzate nel corso delle più recenti indagini, si analizzano alcune operazioni di polizia che, oltre ad aver inferto duri colpi alla criminalità organizzata, costituiscono prezioso materiale informativo per gli investigatori nelle indagini successive, ma anche per il personale deputato ai controlli sia nei locali sia sul web. Sono svariate le occasioni in cui la Polizia di Stato è riuscita a ricostruire in modo dettagliato le modalità di attuazione dei reati attraverso il controllo degli stessi apparecchi per il gioco o l’illecito utilizzo della rete telematica. Rilevante in questa ultima tipologia di indagine l’opera della Polizia Postale costituita da personale adeguatamente e costantemente formato e, dunque, esperto della complessa materia”. Un altro aspetto legato al gioco è quello fiscale. “La Guardia di Finanza è chiamata a far osservare gli adempimenti fiscali, chiarisce il Ten. Col. Danilo Lucarelli, del Comando Provinciale della Guardia di Finanza. Nel triennio 2014-2016 il numero dei controlli si è ridotto: è passato dagli oltre 9000 nel 2014 ai 4000 circa dei primi 10 mesi del 2016. La possibilità di fare controlli mirati è agevolata dalla presenza di banche dati e strumenti tecnologici. Monitorando ad esempio la raccolta media dei punti gioco, si possono mettere in evidenza eventuali discrepanze da approfondire. Questo per evitare controlli indiscriminati e favorire una forma di controllo sempre più mirato. A livello nazionale, i punti clandestini di raccolta e scommesse segnalati sono passati dagli oltre 3116 del 2014 ai 788 dei primi 10 mesi del 2016.  In Emilia Romagna nel 2015 si sono registrati 218 controlli, 184 dei quali sono risultati regolari. Nei primi 8 mesi del 2016 ci sono stati 185 interventi, di cui 145 regolari sono risultati regolari”. Dal 2006 al 2015 in Italia sono stati 5.708 i siti web irregolari inibiti; 504 solo nel 2015 (dati ADM). “Il settore dei giochi è sempre più gravato da presenze criminali, ma non è colpa solo di qualche esercente corrotto o costretto con la forza, ha affermato il Prof. Ranieri Razzante, Presidente AIRA-Associazione Italiana Responsabili Antiriciclaggio e docente di Legislazione antiriciclaggio all’Universita di Bologna. La principale difficoltà è l’assenza di una legislazione penale all’altezza e di un coinvolgimento dei Big players del settore, visti spesso solo come “produttori ” di illegalità e non come veicoli di messaggi Antimafia e di collaboratori nella prevenzione”. Una grande attenzione viene posta dalla filiera anche al mondo dei giovanissimi: “L’indagine svolta da Nomisma e UNIBO su 14 mila studenti di scuole superiori italiane nel 2015 – ha illustrato la Prof.ssa Elisabetta Poluzzi, Young Millennials Monitor Nomisma-Università di Bologna – mostra come oltre la metà degli adolescenti spenda soldi nel gioco. La propensione al gioco è maggiore tra i maschi, in chi ha famigliari o amici che giocano, al sud e nelle isole. In Emilia Romagna, la quota di giocatori scende al 43% e quella di giocatori abituali è la metà rispetto alla media italiana (5%). Tra coloro che giocano, la metà gioca solo off-line, il 6% solo online e i rimanenti con entrambe le modalità.  Il 6% degli studenti ha un approccio al gioco totalizzante, definito anche problematico perché mette a rischio relazioni sociali e dedizione alla scuola. Questo gruppo di ragazzi è più a rischio di dipendenza da gioco nell’età adulta. Ancora una volta questa percentuale scende in Emilia Romagna (4%)”. lp/AGIMEG