Bplus, licenziati 300 dipendenti. Mercoledì prossimo udienza al Tar per esclusione dalla gara per le concessioni slot

Si discuterà mercoledì prossimo l’udienza in camera di consiglio del ricorso al Tar Lazio intentato da BPlus contro il silenzio-rifiuto sulla revoca in autotutela dell’esclusione dalla gara per le concessioni degli apparecchi. In sostanza, Bplus – dopo aver ottenuto un sostanziale via libera alla creazione del blind trust – ha chiesto ai Monopoli di revocare l’esclusione dalla gara, e in assenza di una risposta nei termini previsti ha – a inizio luglio – impugnato il silenzio rifiuto. A inizio aprile, infatti, i rappresentanti della compagnia avevano partecipato a una riunione con i responsabili del Ministero dell’Economia e dei Monopoli presso l’Avvocatura di Stato. In questa sede, si sarebbe raggiunto un sostanziale accordo sulla creazione di un blind trust, una soluzione che avrebbe consentito di separare la proprietà dalla gestione della compagnia, facendo venire meno i presupposti alla base dell’esclusione. Il blind trust è stato costituito alcuni giorni dopo in Gran Bretagna, e BPlus ha trasmesso prontamente tutta la documentazione a Monopoli e Prefettura. Il placet all’operazione tuttavia non è mai arrivato, anzi Luigi Magistro, vicedirettore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, in un’intervista rilasciata una decina di giorni fa al Fatto Quotidiano ha bocciato il blind trust, spiegando che “Non dà abbastanza garanzie”. A fine giugno la compagnia ha intanto mandato lettere di licenziamento a tutti i propri dipendenti, e ai dipendenti di alcune società controllate, in totale sono coinvolte circa 300 persone. Un atto dovuto, spiegano fonti della compagnia, visto che il termine della gestione provvisoria  accordata a Bplus scadrà il 20 settembre. I sindacati incontreranno nei prossimi giorni i vertici dei Monopoli per discutere la questione, qualora la situazione si dovesse sbloccare la compagnia ha già annunciato ritirerà i licenziamenti. In sospeso rimane anche la soluzione alternativa della cessione di Bplus, al momento un fondo di investimenti – l’Eaton Gate – e Codere hanno formalizzato un’offerta. Inoltre anche altri fondi di investimento hanno manifestato il proprio interesse. lp/AGIMEG