Ughi ad Agimeg: “Solo l’adozione del Codice dei Giochi salverà il settore dal caos territoriale. Occhio alla gara online ad ai pvr”. La MEMORIA integrale presentata da Agisco all’ADM

“Ad oggi è inutile parlare della distribuzione territoriale dei punti di gioco, in quanto ADM in questo momento non ha la possibilità di poter decidere nulla, non essendo proprietaria del territorio. L’Amministrazione può rilasciare le concessioni, decidere le regole sui prodotti di gioco, cosa vendere o non vendere su un determinato canale, ma non può decidere quanti punti mettere sul territorio, dove anzi Regioni e Comuni sono liberi di imporre limitazioni alla distribuzione dei punti di gioco”. E’ quanto ha affermato ad Agimeg Maurizio Ughi, commentando le proposte presentate ad ADM nell’open hearing dedicato alla riforma del sistema retail di raccolta di gioco pubblico in Italia.
“E’ necessario un codice dei giochi, inserito in una legge approvata dal Parlamento, prima di poter mettere mano al riordino della materia. Oggi infatti, in una concessione che dura 9 anni, o anche più, gli operatori di gioco non possono essere alla mercé degli enti locali o di un governatore che decidono autonomamente quello che vogliono sul settore.
Il settore del gioco sarà salvo solamente se verrà emanato un codice dei giochi all’interno del quale è stabilito cosa poter offrire e cosa no, ma soprattutto quando e in che modo. Non ci sono altre strade. E’ profondamente sbagliato fare la gara per l’online senza avere prima un quado normativo di carattere generale. Solamente dopo i marchi online potranno anche vendere i propri prodotti tramite i negozi sulla rete fisica. I ctd che poi sono stati sanati ci hanno insegnato questo: venivano da una realtà online, ma facevano da intermediari sul territorio. Con una regolamentazione dell’online si combatterebbero anche i pvr, in quanto chi volesse aprire un punto sul territorio dovrà prima sottostare a quelle regole. Oggi – ha proseguito Ughi – è sbagliato fare qualcosa, come le gare, che non è in sintonia con quanto si prevede nel codice giochi. E’ meglio una proroga di carattere generale, dare una data di riferimento al Parlamento per una nuova regolamentazione, con regole certe. Siamo obbligati a ridisegnare il settore con un codice dei giochi altrimenti è inutile parlare di distribuzione territoriale. Adm, come garante del mantenimento della regolamentazione, sarà l’autorità che ne dispone, altrimenti una regione si muoverà in un modo, un’altra in un altro. Oggi il Governo è sotto le leggi regionali, non ne ha mai impugnata una, invece se fosse stato sopra avrebbe potuto vietarle. Non è un caso se dal 2016 non si riesca a fare una gara. Invece con l’introduzione di un codice dei giochi di fatto il Governo e quindi Adm sarebbe sopra gli enti locali in questa materia”.

Ecco la memoria integrale presentata da Agisco al direttore generale di ADM, Marcello Minenna.

“Gentile Direttore, seguito incontro in video conferenza del 31 maggio 2021, la nostra associazione di categoria ritiene necessario evidenziare le seguenti criticità del sistema concessorio italiano. Le regolamentazioni previste dall’art. 7 comma 10 del D.L. 13 settembre 2012 n.158 (“Decreto Balduzzi”) e dall’art. 1 comma 936 della Legge 28 dicembre 2015 n.208 (“Legge di Stabilità 2016”) (cui ha fatto seguito la Conferenza Unificata Stato-Regioni del 7 settembre 2017) in materia di riallocazione, di caratteristiche dei punti vendita dei giochi pubblici e di criteri per la distribuzione e concentrazione territoriale dei medesimi – come è noto – non sono mai state emanate e ciò ha di fatto consentito agli enti territoriali di poter stabilire autonomamente le regole da applicare alle sedi dei giochi pubblici. Da segnalare anche che il Governo non ha mai impugnato le leggi regionali per le parti che si riferiscono al settore dei giochi pubblici.
Al fine di mantenere, o più propriamente riprendere, la Riserva dello Stato sul settore dei Giochi Pubblici è necessario che il Parlamento predisponga e approvi nuove regole da inserire in un apposito Codice dei Giochi. Fino a quel momento il governo e il parlamento non dovrebbero dare seguito ad alcuna nuova gara per non condizionare, appunto, le scelte da assumere nel Codice dei Giochi. La nostra associazione di categoria ritiene necessario evidenziare, dopo le premesse di cui sopra, che le esigenze e le richieste del mercato sono profondamente cambiate negli ultimi anni per effetto delle nuove tecnologie oggi disponibili e dei nuovi collegamenti dati che hanno consentito di rendere più funzionale l’accesso ai siti di giochi e scommesse autorizzati dallo Stato italiano. Le sanatorie previste da leggi dello Stato in merito ai negozi di gioco già presenti sul territorio italiano ma privi di concessione hanno rimodulato i flussi della raccolta autorizzata e dimostrato come la rete dei “c.d. sanati” sia potuta crescere nel tempo con agilità e costi per la filiera contenuti a seguito della completa digitalizzazione della stessa che ha utilizzato i rispettivi siti internet per allacciare e contrattualizzare i negozi sul territorio. La multicanalità è un’ottimizzazione tecnologica digitale che consente di ridurre i costi e liberare quindi risorse da mettere a disposizione delle imprese che gestiscono negozi sul territorio per conto dei concessionari. La multicanalità consente anche di poter distinguere e selezionare le varie funzioni della rete di raccolta individuando i diversi ruoli che variano dall’accettazione di tutti i giochi previsti, fino al punto di contrattualizzazione e ricarica dei conti gioco. La nostra associazione di categoria ritiene necessario soffermarsi sulle considerazioni qui esposte come indispensabile premessa prima di entrare nel dettaglio dei contenuti che dovranno fare parte della nuova regolamentazione del settore dei giochi pubblici e dichiara sin da adesso il proprio interesse e la volontà di partecipare a un tavolo tecnico dove apportare le proprie esperienze e competenze. Francesco Ginestra”. cr/AGIMEG