Slot, Pratissoli (assess. Reggio Emilia) “No a riduzione libertà enti locali. Il Governo deve correggere la proposta”

“L’Amministrazione è impegnata nel predisporre strategie e azioni che garantiscano legalità e trasparenza nei diversi settori che vedono impegnato il Comune quale ente di governo del territorio, ponendosi in prima fila per il controllo e contrasto dei tentativi di infiltrazione mafiosa e di verifica della sicurezza e regolarità delle attività. Le azioni principali sono state finalizzate ad aumentare la vigilanza e i controlli sulle attività edilizie e urbanistiche, e sulla programmazione di quelle attività che per loro stessa natura sono connotate da impatti sensibili, sia sotto il profilo urbanistico/territoriale che sotto il profilo sociale, tra cui le sale gioco e scommesse”. E’ quanto dichiarato dall’assessore alla rigenerazione urbana del Comune di Reggio Emilia, Alex Pratissoli. “Per queste ultime, la posizione dell’Amministrazione Comunale, nei confronti del loro proliferare sul territorio nazionale, è sempre stata di avanguardia e, come spesso accade quando le motivazioni giustificano prese di posizione nette anche a discapito delle difficoltà dell’essere i primi a farlo, occorre mettere in conto il rischio di sentirsi, alle volte, come Don Chisciotte contro i mulini a vento. Per fortuna fare politica è anche questo, soprattutto quando si vogliono difendere gli interessi della collettività. Vi sono tuttavia novità importanti da segnalare. Il Comune di Reggio Emilia – prosegue Pratissoli – ha avviato nel mese di dicembre la procedura di variante per demandare alla programmazione del piano operativo (POC), ovvero all’approvazione del consiglio comunale, le attività ludico-ricreative con problematiche d’impatto, sviluppando quanto già fatto nel 2013 con la variante al regolamento edilizio che prevedeva la possibilità di insediamento di tali strutture in ambito produttivo, quindi lontano da funzioni sensibili quali residenze, servizi scolastici e di quartiere. Le azioni messe in campo dal Comune sono state presentate nell’assemblea dei Sindaci alla presenza del Sindaco Luca Vecchi e del Presidente della Provincia lo scorso 31 gennaio e hanno riscosso pieno appoggio dalle diverse amministrazioni presenti, confermando, anche in quella sede, la necessità e volontà di agire congiuntamente con strategie e politiche condivise sull’intero territorio provinciale attraverso, ad esempio, l’estendimento ragionato delle norme del comune capoluogo ad altri comuni della provincia. Strategie che sono state portate all’attenzione della Regione, chiamata ad appoggiare le scelte degli enti locali introducendo più efficaci misure sanzionatorie all’interno della propria normativa della Legge regionale 23/2004, per rafforzare gli strumenti a disposizione dei Comuni nei casi di inadempimento da parte dei responsabili degli abusi, prevedendo il ripristino o l’eventuale demolizione delle opere realizzate in difformità alle norme urbanistiche ed edilizie. In tal senso, la Regione ha prontamente risposto programmando una modifica dei propri strumenti normativi a favore di una maggiore efficacia delle azioni di controllo dei Comuni. Infine, congiuntamente alla Prefettura, è in fase di predisposizione un’integrazione al Protocollo di legalità del 2011, finalizzato, oltre alla prevenzione dei tentativi di infiltrazione mafiosa organizzata nel settore dell’edilizia e urbanistica, all’applicazione dell’informativa antimafia alle nuove richieste inviate al Suap (sportello attivita’ produttivo) relative ad attivita’ di sale scommesse, sale dedicate, sale gioco di qualsiasi tipo e attivita’ di trasmissione o elaborazione dati finalizzate al gioco d’azzardo ed alle scommesse di qualunque tipo, che recapitino anche al di fuori dei confini nazionali. Per portare avanti azioni efficaci di controllo e vigilanza è necessario – aggiunge l’assessore – che le finalità di governo del territorio in tutte le sue complessità siano condivise e perseguite ai diversi livelli amministrativi: locale, regionale e statale. A tal proposto, la bozza circolata in questi gironi del dlgs per il riordino delle disposizioni in materia di giochi pubblici, ai sensi dell’articolo 14 della delega fiscale, sancisce alcuni principi basilari pienamente condivisibili quali: la necessità di regole trasparenti e uniformi sul territorio nazionale; la co-pianificazione comunale nel processo di autorizzazione e pianificazione di punti gioco; la salvaguardia delle regole già introdotte a livello locale e coerenti con i principi del decreto stesso. Purtroppo però la declinazione concreta di questi principi generali che il governo sta portando avanti è di ben diversa natura e non condivisibile. Innanzitutto ai comuni verrebbero (stante sempre il testo in bozza divulgato) attribuite funzioni di governo del territorio limitate unicamente alla tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza di interventi non conformi alle norme statali, mentre la definizione di governo del territorio è ben di più ampio respiro, consolidata oltretutto da una pluridecennale esperienza della programmazione territoriale degli enti decentrati quale peculiarità nel dibatti stato-regioni ed enti locali. L’assunto su cui verte tutta la norma proposta dal governo è che la localizzazione di punti di raccolta gioco corrisponde all’articolazione locale della rete fisica statale, quasi a presupporre che il gioco sia funzione decentrata dello stato, quindi non regolamentabile dall’ente locale che non può limitarne l’insediamento sul proprio territorio e quindi non ne può pianificare l’uso attraverso misure che nei fatti ne escludono la localizzazione, introducendo limitazioni di distanze, orari e arredi che non permettano la pubblicità/visibilità riconoscibilità delle strutture. Nel caso il Comune intenda introdurre misure limitanti l’insediamento di punti gioco sul proprio territorio, la valutazione verrà fatta con una intesa in sede di conferenza Stato-Città a seguito di valutazione di apposita conferenza ministeriale, assumendo come principio basilare che se il punto gioco viene autorizzato dal Ministero, esso è di per se coerente con i principi di tutela dell’ordine pubblico, sicurezza, salvaguardia dei minori, e della salute. La nostra posizione nei confronti di questo passaggio della bozza di dlgs in attuazione dell’art. 14 della delega fiscale, è dunque fortemente contraria. Essa infatti ridurrebbe, nella sostanza, la libertà che spetta, da sempre, agli enti locali di pianificare al meglio sul proprio territorio funzioni particolarmente impattanti, come appunto le sale scommesse, assicurando al contempo che i processi di trasformazione siano compatibili con la sicurezza e la tutela dell’integrità fisica e con l’identità culturale del territorio. Servirebbe piuttosto da parte dello Stato una posizione chiara che imponga su tutto il territorio comunale linee di indirizzo per arginare e rendere sostenibili dal punto di vista territoriale e sociale l’insediamento di sale gioco dedicate, consentendo ai Comuni di declinare all’interno del proprio territorio l’individuazione di quali aree rispettano tali contenuti essenziali, nel rispetto della tutela degli interessi della collettività. Non solo ci faremo sentire nelle sedi opportune per correggere la proposta del governo, ma continueremo nel percorso tracciato dalla passata amministrazione con l’obiettivo di regolare al meglio per i cittadini la programmazione di sale scommesse sul territorio” conclude Alex Pratissoli. rg/AGIMEG