Slot, il Consiglio di Stato torna sulle fasce orarie adottate a Milano. Ordinanza attesa per domani

Consiglio di Stato, è stata mandata in decisione la richiesta di sospensiva avanzata dalla Azzurro Gaming contro l’ordinanza del Comune di Milano che fissa le fasce orarie per gli apparecchi da intrattenimento. La compagnia chiede di riformare l’ordinanza di fine novembre 2014, con cui il Tar Milano – sempre in sede cautelare – aveva riconosciuto legittimo l’intervento del Comune, asserendo che un simile potere derivasse dal Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali. “La giurisprudenza, condivisa dal Collegio, si è più volte pronunciata nel senso di ritenere la disposizione da ultimo richiamata come idonea a costituire il fondamento legislativo del potere sindacale di disciplinare gli orari delle sale giochi e degli esercizi nei quali siano installate apparecchiature per il gioco, anche al precipuo fine di contrastare il fenomeno del gioco di azzardo patologico”. Un orientamento questo in sostanza confermato anche dalla Corte Costituzionale, con la sentenza 220 del 2014. Inoltre, il Tar aveva giudicato l’intervento del sindaco proporzionato, in quanto idoneo, necessario e adeguato. E questo, in considerazione sia della “stretta correlazione tra “l’incremento esponenziale degli utenti seguiti per gambling dai Ser.t.”, e “l’aumento della diffusione delle sale da gioco (a Milano sussistono 1992 esercizi commerciali, per un totale di 8165 apparecchi da gioco)”; sia l’obbligo di rispettare le distanze dai luoghi sensibili “è destinata ad operare solo rispetto alle concessioni di raccolta di gioco pubblico affidate successivamente alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, restando quindi escluse le autorizzazioni già rilasciate”.

Il Consiglio di Stato è intervenuto a dicembre su un caso analogo, accogliendo la posizione del Comune. “La liberalizzazione delle attività commerciali e, più in generale, la libertà d’impresa, non sono illimitate ma possono essere conformate per tutelare valori costituzionali fondamentali quali la dignità e la salute della persona umana, l’ambiente, il paesaggio” si legge nell’ordinanza di un mese fa. “Nel bilanciamento dei contrapposti interessi appare prevalente quello pubblico al contenimento della ludopatia, anche in considerazione della certezza del duraturo conseguimento di utili, anche se ridimensionati, da parte dell’impresa ricorrente”.

Nell’udienza di oggi, la difesa del Comune ha fatto nuovamente leva sull’aumento esponenziale delle ludopatie. Basandosi sui dati delle ASL, ha infatti argomentato che i pazienti in cura siano passati dai 56 del 2010, agli oltre 300 del 2013. La difesa della compagnia ha invece spiegato come l’ordinanza del Sindaco la obblighi a violare la convenzione, dal momento che impone lo spegnimento delle macchine nelle fasce orarie “protette”, facoltà non consentita agli operatori. Inoltre, hanno eccepito che il sindaco non sia legittimato a adottare un simile provvedimento, il Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali infatti gli consente di disciplinare l’orario di apertura degli esercizi pubblici, ma non l’orario in cui gli apparecchi da intrattenimento all’interno installati possono restare accesi. Si attende adesso l’ordinanza del Consiglio di Stato, la Quinta Sezione si pronuncerà nelle prossime 24/48 ore. gr/AGIMEG