Sapar: “Via le slot vicine ai luoghi sensibili a Trento. Divieto rischia di creare 350 disoccupati nel settore senza effetti sul contrasto alla ludopatia”

“Dal 12 agosto 2020 a Trento bar e tabacchi dovranno rimuovere gli apparecchi presenti all’interno dei propri esercizi commerciali qualora siano ubicati nel raggio di 300 metri dai luoghi definiti sensibili dalla legge provinciale del 2015. Un provvedimento – afferma l’associazione Sapar – che colpisce l’80% degli apparecchi attualmente presenti sul territorio con importanti ripercussioni economiche e occupazionali. Un danno che si ripercuoterà anche a livello erariale in quanto la Provincia sperimenterà una notevole riduzione del gettito garantito dal comparto, circa cinquanta milioni di euro di mancate entrate fiscali. Il distanziometro, laddove è stato applicato, è risultato inefficace nel contrastare il fenomeno della ludopatia risultando controproducente rispetto ai fini per i quali è stato disposto e ha prodotto una riallocazione delle risorse verso altri canali. In primis le offerte di gioco online disponibili in qualsiasi momento, senza restrizioni temporali o territoriali e prive di tutela per le fasce più esposte della società come i minori. Peraltro, questo divieto rischia di creare 350 disoccupati nel settore senza impattare in modo significativo sui problemi legati al GAP. Nella bilancia dei contrapposti interessi – aggiunge -, la Giunta regionale ha deciso di percorrere la strada del proibizionismo, attraverso una misura particolarmente penalizzante per le imprese del settore del gioco legale e al contempo infruttuosa, che comprometterà la tenuta del tessuto imprenditoriale e produrrà una significativa perdita di posti di lavori. Certamente la tutela della salute pubblica va affrontata ma con provvedimenti realizzati attraverso un approccio obiettivo e pragmatico che sortiscano effetti concreti e positivi sul piano sociale, investendo in programmi integrati di formazione e prevenzione. Il rischio è che il danno provocato da questa azione legislativa, normata sul processo di discredito, che da tempo colpisce il settore, possa produrre effetti negativi maggiori per la comunità, rispetto alla reale incidenza sul territorio del problema che si è preposto di risolvere”, ha concluso. cdn/AGIMEG