Sale scommesse, sale slot, ricevitorie: ennesima beffa dello Stato. Escluse dal rimborso del 60% delle spese sostenute per sanificazioni locali e adeguamento alla normativa per il Covid-19

Ancora un episodio di penalizzazione e discriminazione delle imprese di gioco legale. L’agenzia delle Entrate ha infatti pubblicato questo documento: “Comunicazione di richiesta del credito ex art. 120 del DL n.34/2020 – Il credito d’imposta spetta ai soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione in luoghi aperti al pubblico, alle associazioni, alle fondazioni e agli altri enti privati, compresi gli enti del Terzo settore, nella misura del 60 per cento delle spese sostenute nel 2020 per l’adeguamento degli ambienti di lavoro. L’ammontare delle spese non può essere superiore a 80.000 euro”. In pratica le aziende che hanno proceduto alla sanificazione dei locali e all’adeguamento degli stessi secondo la normativa di emergenza sanitaria, potevano richiedere il rimborso, attraverso un credito d’imposta, del 60% delle spese sostenute. E qui scatta l’ennesima beffa per le aziende di gioco legale. L’Agenzia delle Entrate ha infatti pubblicato, insieme al documento sopra riportato, anche l’elenco dei codici ATECO che avevano diritto a questo rimborso. Ebbene, da questo elenco mancano i codici ATECO 92.00.01, 92.00.02 e 92.00.09, cioè quelli che fanno riferimento alle sale scommesse, slot, ricevitorie, ecc. “Chi offre gioco legale ed ha rispettato tutte le regole per garantire la massima sicurezza di utenti e personale, non ha diritto al suddetto rimborso. Dopo 100 giorni di chiusura per il lockdown ed una ripartenza, ancora in corso, complicata, lo Stato ha deciso di colpire il settore del gioco legale togliendoli risorse, soprattutto in questo momento, che sarebbero state molto importanti”, ha dichiarato ad Agimeg Luca Paiola, del C.G.L.A. Comitato Gioco Legale Abruzzo. es/AGIMEG