Roma. Catarci, Presidente Municipio XI, chiede regole più restrittive su sale giochi

«Nel 2011 in Italia sono stati spesi ben 73 miliardi in giochi a premi, lotterie, gratta e vinci, scommesse e slot machine, il 20% in più rispetto ai 61 del 2010, per un totale di 400 miliardi in dieci anni sono stati giocati in forme legali». Ha dichiarato Andrea Catarci, Presidente del Municipio Roma XI. «Per di più mentre dal 2003 al 2006, quando gli italiani si erano giocati circa 104 miliardi, lo Stato ne aveva recuperati quasi 24, nel quadriennio 2007-2010 a puntate raddoppiate le entrate fiscali sono sprofondate. Mentre a Roma come in tante altre città italiane il numero di agenzie di raccolta di scommesse e sale giochi è salito vertiginosamente, Ministri e Parlamentari non si sono occupati della questione se non in modo estremamente superficiale e insufficiente. – continua Catarci – In questi giorni si è di nuovo passata la misura, con la vergognosa approvazione alle Camere di un emendamento alla legge di stabilità, presentato da 3 esponenti del Pdl, con cui si consente di aprire altre 1.000 sale giochi per il poker da gennaio 2013». «Insomma, nonostante le chiacchiere di rituale presa di distanza, il quadro è chiaro: il centro destra opera apertamente per la diffusione del gioco d’azzardo e per la tutela degli ingenti interessi delle relative lobbies, le forze politiche ed i singoli che hanno dato il via libera all’atto ne sono perlomeno complici. Il Municipio Roma XI ha già approvato un atto con cui ha chiesto a Roma Capitale, sul modello di altre città, di intervenire con regole più restrittive su un settore che causa contraccolpi negativi alla coesione sociale: dalla dipendenza per molti, al miraggio di una facile fortuna che porta altrettanti individui alla perdita di ogni disponibilità economica. Ha poi sostenuto con il proprio parere favorevole una proposta di regolamento dai contenuti simili avanzata da un Consigliere capitolino del Pd, che raccogliendo anche i suggerimenti giunti dagli Enti Municipali ha proposto di introdurre vincoli ben precisi all’apertura di nuove strutture. Ora, di fronte all’attuale ed indecente spettacolo, esprime una forte indignazione per l’adozione di provvedimenti che rischiano di minare ancora la tenuta del corpo sociale delle nostre città a vantaggio di interessi particolari», conclude Catarci. mm/AGIMEG