Titolare sala slot di Cremona: “In Lombardia pronti a riaprire ma siamo allo stremo. Abbiamo bisogno di sostegni e che il Sindaco sospenda le attuali fasce orarie facedoci lavorare dalle 10 alle 24”

Il settore del gioco della Lombardia si prepara alla ripartenza. Il 14 giugno, se i dati della cabina di monitoraggio sull’andamento dei contagi da Covid-19 lo permetterà, la Regione entrerà in zona bianca consentendo la riapertura a sale giochi, sale scommesse e sale bingo.

L’ingresso nella fascia a più basso livello di rischio il 14 giugno anticipa quella prevista dal Dl Riaperture per il 1° luglio e potrebbe permettere a molte sale scommesse di poter lavorare con il campionato europeo di calcio in corso e alle sale slot e bingo di lavorare con un paio di settimane di anticipo.

“Non sarebbe molto, ma almeno qualcosa” — commenta a ‘La Provincia’ Lino Maestri, titolare di una storica sala slot a Cremona— “Il nostro settore è stato quello più penalizzato in assoluto e ancora non capiamo perché. A livello sanitario noi siamo stati sempre più che in regola. Pulizia maniacale di tutto il locale e delle macchinette dopo ciascun utilizzo, distanziamento, mascherine. Di sicuro dopo l’esperienza che ho avuto io con il Covid, ci si può immaginare l’attenzione che ci ho messo. Ma siamo allo stremo. Tra una chiusura e l’altra praticamente abbiamo perso un anno di lavoro. Una cosa insostenibile. È quasi una persecuzione. Siamo stati a manifestare a Milano e poi siamo scesi in piazza a Montecitorio per far valere le nostre ragioni, anche a fianco dei ristoratori e dei bar che come noi erano stati molto molto penalizzati. Ora siamo rimasti praticamente gli unici ancora chiusi. Stanno privando del sostentamento un gran numero di famiglie. Di un lavoro legale e che quindi dovrebbe essere trattato con la dignità di tutti gli altri. Non ci dovrebbero essere partite Iva considerate di primo, secondo o terzo livello. Dovremmo essere tutti uguali. Perché noi del comparto sale slot e sale scommesse paghiamo le tasse come gli altri e abbiamo finanziamenti come gli altri che adesso dovremo ricominciare a pagare. Con che soldi se non ci fanno lavorare? Ribadisco che il nostro è un gioco legale. E che facendo chiudere le sale regolari, non hanno che favorito il proliferare del gioco illegale. E quello sì, è fuori controllo e dannoso. Da noi ci sono orari e tempi da rispettare. È tutto più che regolare”.

La città di Cremona però sulle sale slot ha un ulteriore freno che parte da lontano e da prima della pandemia. “Abbiamo cercato invano di avere un incontro con il sindaco. In realtà abbiamo cercato di contattarlo, ma neanche abbiamo avuto una risposta. Una volta riaperto infatti, avremmo bisogno di una mano dal Comune per riprendere l’attività. A Cremona era in vigore un’ordinanza che prevedeva che le slot potessero funzionare esclusivamente dalle 10 alle 13 e dalle 18 alle 23, festivi compresi, per un massimo di 8 ore al giorno. Le violazioni prevedevano anche una sanzione amministrativa pecuniaria da un minimo di 50 ad un massimo di 300 euro. Vorremmo chiedere di sospendere il provvedimento e farci aprire come in altre città dalle 10 alle 24. Sarebbe un segnale di rispetto nei confronti di una categoria di lavoratori onesti, massacrati come nessun altro”. ac/AGIMEG