Ranieri Razzante (Dir. Centro Ricerca Sicurezza e Terrorismo) ad Agimeg: “Necessario testo unico sui giochi, ma manca competenza e volontà dei Governi, anche europei. Vi sono ancora molti ed ingiustificabili pregiudizi ideologici”

“Il richiamo fatto oggi dal direttore generale di ADM, Marcello Minenna, riguardo la creazione di un testo unico sui giochi è opportuno. Ricordo che si tratta di un tema proposto già anni fa dalla Commissione Pisanu (dal 2008 Presidente della Commissione Parlamentare Bicamerale Antimafia ndr), della quale sono stato consulente, che tuttavia non ha mai trovato attuazione. Mi auguro i tempi siano maturi”. E’ quanto ha dichiarato ad Agimeg il Professor Ranieri Razzante, Direttore del Centro di Ricerca sulla Sicurezza e il Terrorismo e Docente di Legislazione antiriciclaggio nell’Università di Bologna.
Sul perché, a distanza di anni, il testo unico sui giochi non abbia ancora visto la luce, il professor Razzante non ha dubbi: “Il fatto è che non c’è competenza. Nessuna forza politica di governo ha negli anni preso il coraggio di mettersi a fare una ‘reductio ad unum’ della variegata normativa sui giochi. Oggi il gioco è colpevolmente considerato come il male assoluto, motivo per il quale nessuno ha voluto prendere in mano la materia. Il rapporto presentato oggi da Ipsos finalmente fa chiarezza su un settore misconosciuto, ma un approccio positivo alla costruzione di un corpus unico merita e richiede una competenza che ad oggi non c’è. Vi è un condizionamento politico e sociale, il gioco è visto come il male nonostante tutti i dati indichino che il settore è attivo, porta introiti alle casse erariali e soprattutto non è più permeabile di altri alle infiltrazioni criminali. Al contrario – evidenzia Razzante – con la sua struttura esso prevede controlli serrati che sconfiggono il gioco illegale. Purtroppo finora talune forze di Governo sono state contrarie ad una sistemazione del comparto dei giochi attraverso la creazione di norme ad hoc. Viceversa, se dovesse vedere la luce, esso rappresenterebbe un chiaro quadro all’interno del quale muoversi, mentre ad oggi abbiamo decine e decine di norme differenti ed a volte in contrasto tra loro in materia”.
Per il professor Razzante “serve diffondere la cultura della legalità del gioco, che molti pensano erroneamente sia un settore secondario, ma che così non è, per le ingenti risorse che porta al bilancio dello Stato. Tra l’altro, un testo unico servirebbe a disciplinare il gioco fisico e quello online. Potremmo essere promotori, come Italia, di un nuovo modello normativo per il gioco online, in quanto a livello internazionale non è disciplinato. Nel nostro Paese esiste una regolamentazione prevalentemente amministrativa, che va dai codici di condotta all’elenco dei siti oscurati da Adm, ma questa vigilanza va esercitata su tutto il comparto giochi. Le regole del gioco fisico non possono essere uguali a quelle del gioco online, ma dal punto di vista amministrativo sono viste allo stesso modo, mentre meritano regolamentazioni differenti. Ciò deve essere esplicitato nel testo unico. Inoltre l’Italia è l’unico Paese europeo che ha seriamente recepito, nella normativa antiriciclaggio, le norme sul gioco online, ma non può bastare. Serve nominare una commissione di esperti presso il Mef, che comprenda le rappresentanze del settore. Non si può infatti legiferare senza passare per il comparto e le sue competenze in materia”, ha concluso Razzante. cr/AGIMEG