Piemonte, duro scontro sul gioco in Consiglio Regionale. SI avvicina voto su emendamenti Tronzano e Cassiani per rivedere il distanziometro

“Vorrei chiedere al capigruppo e al Presidente del Consiglio se non sia opportuno fare una riflessione nella conferenza dei capigruppo” lo ha detto il consigliere Andrea Tronzano (FI), nel corso del dibattito in Consiglio Regionale Piemonte sulla legge Omnibus, nel corso della quale sono stati presentati una serie di emendamenti per rivedere la legge sul gioco. Tronzano in particolare con una proposta di modifica ha chiesto di esentare dal rispetto delle distanze gli esercizi che erano già stati aperti prima dell’entrata in vigore della legge del 2016. “Non ci sono aspetti di consenso, è un tema scomodo che danneggia chi lo propone. Ma in questa fase potremmo ancora valutare se sia il caso di pensare a qualcos’altro” ha detto ancora Tronzano. “Sono disponibile a ritirare gli emendamenti, ma voglio fare una battaglia giusta anche se scomoda. Nella capigruppo possiamo valutare con serenità il fatto che la retroattività ci mette in imbarazzo”.

L’assessore all’ambiente Domenico Ravetti ha però respinto la richiesta di tornare alla Capigruppo: “Dopo la presentazione della ricerca, chi si esprimeva  in un modo, oggi deve passare a un altro. La legge sta producendo effetti positivi, nei confronti di chi è stato al centro delle nostre attenzione, ovvero i giocatori patologici. Attendiamo sulla materia delle decisioni del Governo che potrebbero agevolare questa discussione. Ma per questo passaggio legislativo è arrivato il momento di esprimersi”

L’assessore al Bilancio Giovanna Pentenero ho  ricordato invece che “la legge è un  testo che ha riunito più proposte di legge, e che è stata approvata all’unanimità Sui singoli emendamenti ci sono questioni specifiche che non possono essere tenute in considerazione” ha detto, soffermandosi però sui corsi di formazione – al centro di un emendamento di Tronzano – “sono già contenute nella legge”.

Per il Consigliere Giorgio Bertola (M5S) “la discussione di ieri ha certificato la validità della legge approvata. C’è una minor perdita di denaro da parte dei cittadini, ma ci sono ancora interventi da fare per la prevenzione. La Regione ha legiferato in maniera coraggiosa, e non è vero che si favorisce il gioco illegale: i fatti di cronaca ci dicono che la criminalità organizzata è interessata soprattutto al gioco legale in quanto legale. Ci pare assurdo intervenire vanificando la norma sulle distanze, visto che l’obiettivo della legge era proprio quello di arginare l’emergenza attuale, non quella che potrebbe crearsi in futuri. Se poi arriveranno a livello nazionale delle norme diverse approveremo delle modifiche”.

Ha quindo preso la parola il consigliere Luca Cassiani (PD), spiegando che “Con la legge regionale non sono diminuite le giocate dei ludopati, e non sono diminuiti i giocatori a rischio. In tutte le Regioni che hanno adottato leggi simili alla nostra, a prescindere dalla coalizione chi le amministra, si stanno salvando i punti preesistenti”.

Per Marco Grimaldi (LEU) “Abbiamo approvato questa legge quando tutte le Regioni varavano leggi simili. Prima di quella legge c’era il far west, e da ieri il far west è meno ampio. La ricerca presentata ieri dimostra che il volume di gioco ridotto di oltre mezzo miliardo di euro, e fino a quel momento i dati erano in crescita. E’ vero che parte delle giocate si è spostata su altri giochi, ma sulle slot il calo è del 28%. Nessuno era convinto che le distanze avrebbero ridotto le ludopatie, l’obiettivo della legge era proprio intervenire su chi si avvicina al gioco. Se ci sarà un rinvio alla Corte Costituzionale, ce ne assumeremo la responsabilità”.

Cifre che però ha contestato  Cassiani, riprendendo la parola: “bisogna effettuare un distinguo tra giocato e perso, quei numeri si riferiscono al giocato e non alla spesa effettiva”. E quindi ha ricordato la  CTU disposta dal Consiglio di Stato – nei ricorsi contro la legge provinciale di Bolzano – “attesta che distanziometro è un flop nella lotta al gioco patologico. Sono il primo a dire che bisogna fare una lotta al gioco patologico, ma con questa legge non abbiamo fatto altro che spostare il gioco dalle slot verso altri prodotti, e favorire le multinazionali rispetto ai piccoli imprenditori sul territorio”. Cassiani ha anche contestato le affermazioni di Bertola sul fatto che le organizzazioni criminali investirebbero nel gioco legale, e non a quello illegale: “I sequestri effettuati ogni giorno dimostrano che gioco illegale è una realtà”.

Ha ripreso la parola anche Tronzano, replicando a Grimaldi: “Quello che c’era prima del 2004 era il far west. E non dobbiamo dimenticare che a fine 2017 la rete delle AWP è stata tagliata del 30%”. Anche egli ha sottolineato quindi che non ci sono dati per appurare che effetti stia producendo la legge regionale sull’online e sul pendolarimo dei giochi: “I giocatori patlologici si spostano nelle regioni di confine o nei casinò” ha sottolineato.

La seduta è stata sospesa, riprenderà nel pomeriggio. rg/AGIMEG