‘Molto Economia – Il Messaggero’: Sale scommesse pronte a ripartire, ma con concessioni scadute rischiano di chiudere nuovamente

Dopo più di 300 giorni di chiusura, le sale scommesse si preparano a riaprire le serrande: entro fine mese infatti l’Italia sarà pressochè completamente in zona bianca – ad eccezione della Valle d’Aosta – e dunque potranno ripartire le attività di gioco. Ma non per molto. Il 30 giugno infatti scadranno le concessioni che permettono ai gestori di raccogliere le puntate degli scommettitori. Se nel mese in corso non dovesse arrivare un intervento da parte del Governo, le sale scommesse dal 1° luglio non potranno più operare. E’ quanto sottolinea Andrea Bassi in un articolo su ‘Molto Economia – Il Messaggero’, ricordando che le concessioni per le sale sono state assegnate nel 2007 attraverso i cosiddetti bandi Bersani: dovevano durare nove anni e sono infatti scadute nel 2015, ben sei anni fa. Da più di un lustro si va avanti a proroghe e allungamenti della durata delle concessioni, in attesa di una nuova gara che però ancora tarda ad arrivare. Intanto, a complicare la situazione, Regioni e Comuni – nell’inerzia dell’amministrazione centrale – hanno adottato una serie di vincoli su orari e distanze che di fatto rendono impossibile, una volta espletata la gara, aprire delle sale scommesse. La gara per sembrava pronta per essere inserita nel decreto Sostegni Bis, ma anche questa volta è saltato tutto. Recentemente il sottosegretario al Mef con delega ai giochi, Claudio Durigon, ha parlato di una norma ‘ponte’ per arrivare alla Legge di Bilancio. Dalla gara per le concessioni, lo Stato deve incassare da sei anni 500 milioni di euro. Cosa accadrà? Due possibilità: o le concessioni saranno di nuovo prorogate, oppure toccherà al Tar allungarle, continuando ad andare avanti attraverso sentenze. lp/AGIMEG