Ludopatia, un’app pensata dagli studenti “curerà” la malattia del gioco

 Tutti i motivi per dire no alle slot machine riassunti in una app da scaricare sul telefonino. Per convincere i giovani a non farsi risucchiare nel vortice dei giochi d’azzardo legale l’Ufficio scolastico provinciale di Monza ha presentato un progetto che coinvolge direttamente gli studenti di quarta degli istituti tecnici e commerciali di Monza. I dettagli dell’idea, nata dalla constatazione che fra le oltre 150 persone in cura al Dipartimento dipendenze della Asl compaiono sempre più di spesso adolescenti, sono stati spiegati ieri durante un incontro alla Camera di commercio per illustrare la nuova legge regionale sulle ludopatie. I numeri della Asl – secondo quanto riporta il Corriere della Sera in un articolo pubblicato alcuni giorni fa – dicono che a Monza sono attive oltre 65o slot e che in Brianza sono circa 5 mila: tentazioni a portata di mano nei bar, nelle tabaccherie, ma anche e soprattutto sugli smartphone. «I soggetti più esposti sono i nostri ragazzi — spiega l’ex preside Anna Martinetti, consigliere comunale della lista Una Monza per Tutti e referente dell’ufficio scolastico provinciale —. Spetterà dunque a loro pensare questa applicazione dove dovranno essere saranno spiegati i rischi insiti nel gioco d’azzardo, soprattutto quelli legati alla dipendenza». Il costo per sviluppare il progetto è di 20 mila euro, finanziato alla pari dalla Fondazione Monza e Brianza e dall Ufficio scolastico. Dice Francesco Scalise, dirigente del commissariato di Monza: «I locali che ospitano le slot possiamo controllarli e sottoporli a verifica, ma oramai circa il 40% degli scommettitori gioca on line». Un aiuto dovrebbe arrivare dalla nuova legge regionale. «Servono norme certe soprattutto per quanto riguarda le distanze minime dai luoghi sensibili —commenta l’assessore regionale al Territorio, Viviana Beccalossi —. Il presidente di Regione Lombardia ha proposto la costituzione di un tavolo con questori e prefetti e mi auguro che il governo sappia cogliere lo spirito della nostra proposta di legge». lp/AGIMEG