Lavoratrice sala giochi provincia di Trento: “Indignata per la chiusura delle attività di gioco nella Provincia. Le sale gioco sono legali e sono in prima linea per combattere il gioco illecito”

La dipendente di una sala giochi di Rovereto, in provincia di Trento, ha scritto una lettera in cui esprime tutto il suo dissenso per il trattamento subito dai lavoratori del settore del gioco legale da parte degli enti locali. “Sono Roberta e lavoro presso una sala giochi, sono qui per esprimere la mia indignazione più totale verso la Provincia in cui risiedo, ovvero Trento, poiché non si è ancora espressa sulla riapertura di queste sale.” E’ l’incipit della lettera della signora Roberta. “Non posso non esprimere la mia rabbia per quanto fatto dalla signora Elisabetta Bozzarelli, che ha deciso di presentare una mozione di proroga per la chiusura degli esercizi di gioco d’azzardo con testuali parole: ‘Se sono chiuse le scuole non vedo perché dovrebbero prima dare il via libera alla riapertura di tali attività, estremamente dannose per la comunità. Non si tratta di una singola giocata, ma di un circolo vizioso che assorbe e, molto spesso, rovina la vita’. Ecco dopo queste sue affermazioni – prosegue Roberta – volevo ricordare a questa consigliera che le sale da gioco sono legali, e sono nate principalmente per combattere le attività di gioco illecito in mano alla criminalità organizzata, precisamente il 27 giugno del 1998 il governo ha emanato la legge che lo ha reso legale. Inoltre, ci tenevo a precisare che in Trentino secondo i dati del SERT solo l’11% è considerato a rischio ludopatia ed essere “considerati a rischio” non equivale a trovarsi in presenza di casi di ludopatia. Se invece analizziamo altri dati ci dicono che per quanto riguarda l’alcool o le droghe i dati in Trentino superano di gran lunga quello della ludopatia. Inoltre, volevo informare la signora Bozzarelli – conclude Roberta – che noi dipendenti come gli imprenditori non cerchiamo di far diventare il gioco una dipendenza per il cliente, ma bensì come nel caso della nostra sala, frequentiamo corsi per far sì che il gioco sia un momento di svago e non diventi un accanimento.” ac/AGIMEG