Legge gioco Piemonte, Acadi e Confcommercio chiedono di abolire il distanziometro e adottare uno stop massimo di 6 ore per slot e vlt

Adottare una fascia oraria per le slot e le vlt uniforme su tutto il territorio della Regione che non superi le 6 ore di stop concordate in Conferenza Unificata; e abolire, o quantomeno mitigare, il distanziometro. Sono alcune delle osservazioni che Acadi e Confcommercio per le Imprese rimettono alle Commissioni III e IV del Consiglio Regionale Piemonte, impegnate nell’esame del disegno di legge regionale 144 “Contrasto alla diffusione del Gioco d’azzardo patologico”.

Per quanto riguarda il distanziometro in particolare, le associazioni allegano la ricerca “Il disturbo da gioco d’azzardo. Implicazioni cliniche, preventive e organizzative” pubblicata nel 2020 dal Journal of Psychopathology. I ricercatori richiamano un’indagine condotta dalla Doxa nel 2019 da cui emerge che il distanziometro farebbe smettere di giocare solamente il 12% dei giocatori; il giocatori patologici invece non avrebbero alcun problema a spostarsi in altre zone, anzi questa misura nelle città “potrebbe paradossalmente favorire il soggetto affetto da GD, determinandone pertanto la concentrazione delle sale in luoghi periferici, isolati dallo sguardo altrui e dallo stigma derivante”. I ricercatori condividono l’osservazione espressa dalla Corte dei Conti nel Rendiconto Generale dello Stato 2018, ovvero che le restrizioni regionali hanno determinato “una contrazione del mercato legale e un probabile incremento dei fenomeni illegali”. E scrivono “Proprio in relazione a questi ultimi dati recenti evidenziano come 3 italiani su 10 abbiano conoscenza diretta o indiretta dell’esistenza di circuiti di gioco illegale. Oltre un quinto (22,3%) ne è conoscenza, ma non ne è mai stato partecipe, mentre il 4,7% ha anche partecipato”.

I distanziometri insomma – concludono Acadi e Confcommercio – hanno dimostrato di avere una “ridotta validità come strumenti di concreta prevenzione e, soprattutto, cura delle dipendenze patologiche”. Le associazioni chiedono quindi che questa soluzione venga abbandonata, o che quantomeno venga adottata solo per le nuove aperture.

Acadi e Confcommercio per le Imprese intervengono peraltro anche sulla definizione di nuove aperture, e chiedono di “precisare che non costituisce nuova installazione la sostituzione degli apparecchi per guasto o vetustà in corso di validità del contratto, ovvero in caso di rinnovo o stipula di contratto con differente gestore o concessionario, a condizione che il numero di apparecchi installati presso il locale rimanga invariato”.

Per quanto riguarda invece le fasce orarie, le due sigle appoggiano la decisione di adottare “un’unica disciplina regionale, evitando regolamentazioni differenti tra comuni che, in altri territori, generano effetti controproducenti e disorientamento tra gli esercenti”. Ma chiedono che venga rispettato il limite di 6 ore al giorno di stop concordato nell’Intesa siglata in Conferenza Unificata (“quindi, sottoscritta anche dalla Regione Piemonte rappresentata dalla Conferenza delle Regioni) nel settembre 2017.

In termini generali, le associazioni sottolineano che le norme contenute nel disegno di legge “sono particolarmente mirate sugli apparecchi per il gioco lecito, pur essendo l’offerta di gioco regolamentato caratterizzata da più prodotti, ciascuno dei quali con maggiori o minori caratteristiche che, in soggetti predisposti, possono generare in particolari condizioni di comorbidità, dipendenze dal consumo di giochi in denaro”. Apprezzano poi il fatto che le associazioni di settore siano incluse tra i soggetti attuatori della Legge, anche se suggeriscono di “specificare meglio la capacità di rappresentanza, ad esempio riferendosi alle Confederazioni nazionali di imprese comparativamente più rappresentative”. E chiedono che i rappresentanti delle imprese di settore vengano inclusi “anche alla Sezione tematica GAP presso l’Osservatorio Epidemiologico delle Dipendenze patologiche” che viene creato con il ddl.

lp/AGIMEG