Legge Bilancio, al via domenica esame alla Camera. Ecco tutti gli emendamenti sui giochi, 12 segnalati

Terminato l’esame del Dl Fiscale, la commissione Bilancio torna a riunirsi domenica pomeriggio per iniziare le votazioni sugli emendamenti ritenuti ammissibili. I deputati hanno presentato una trentina di proposte che riguardano il settore dei giochi, e tra queste i gruppi parlamentari ne hanno segnalate ben 12 che avranno una corsia preferenziale nelle votazioni. Infatti, gli emendamenti risultati ammissibili ma non segnalati, potrebbero essere accantonati e successivamente bocciati senza essere votati.

Gara SuperEnalotto. Segnalate le proposta Bindi (Pd), che chiede che la gara si svolga “nelle more dell’adozione della legge di riordino dei giochi pubblici che preveda una disciplina uniforme delle concessioni delle reti di gioco” e che la concessione sia affidata “nel rispetto dei princìpi e delle regole europei e nazionali, nei requisiti di onorabilità e trasparenza del contraente e di controllo dei capitali utilizzati”. Segnalato anche l’emendamento del deputato Capelli (Cd) che propone di alzare la base d’asta da 100 a 200 milioni di euro.

Lotteria scontrino. Segnalata la proposta Boccadutri (Pd) che prevede di “incentivare l’utilizzo di strumenti di pagamento elettronici da parte dei consumatori aumentando del 20% la probabilità di vittoria, rispetto alle transazioni effettuate mediante denaro contante, per le transazioni effettuate attraverso strumenti che consentano il pagamento con carta di debito e di credito”. Ammissibile, ma non segnalato, l’emendamento Ricciatti (Si) con cui la deputata chiede di inserire l’articolo 75-bis per la valorizzazione dei carnevali storici italiani “a cui abbinare una lotteria nazionale”.

Divieto di pubblicità. Prima ripescato dalla commissione e successivamente segnalato l’emendamento Mantero (M5S) con cui il deputato torna a chiedere “il divieto per il concessionario di qualsiasi forma, diretta o indiretta, di propaganda pubblicitaria, di ogni comunicazione commerciale, di sponsorizzazione o di promozione di marchi o prodotti e, più, in generale, propone nuovamente il divieto di qualsiasi forma, diretta o indiretta, di propaganda pubblicitaria, di ogni comunicazione commerciale, di sponsorizzazione o di promozione di marchi o prodotti di giochi con vincita in denaro, offerti in reti di raccolta, sia fisiche sia on line, da punire con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 500.000 per il soggetto che commissiona la comunicazione commerciale, la pubblicità, la sponsorizzazione o la promozione, il soggetto che le effettua, nonché il proprietario del mezzo con il quale esse sono diffuse”. Con un secondo emendamento – ammissibile ma non segnalato – il deputato propone anche “il divieto per il concessionario di qualsiasi forma, diretta o indiretta, di propaganda pubblicitaria, di ogni comunicazione commerciale, di sponsorizzazione o di promozione di marchi o prodotti”.

Aumento Preu. Segnalati quattro identici emendamenti Pannarale (Si), Scotto (Si) Nicchi (Si) e Paglia (Si), che tornano a chiedere un inasprimento del Preu su slot e vlt: “a decorrere dal 1* gennaio 2017, la misura del prelievo erariale unico sugli apparecchi di cui all’articolo 110, comma 6, lettere a) e b) del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, e successive modificazioni, come rideterminate dai commi 918 e 919 dell’articolo 1 della legge 30 dicembre 2015, n. 208, sono rispettivamente fissate in misura pari al 19,5 per cento ed al 6 per cento dell’ammontare delle somme giocate. L’Agenzia delle dogane e dei monopoli, con propri decreti dirigenziali adottati entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, dispone l’allineamento verso il basso degli aggi riconosciuti ai concessionari di giochi pubblici legali, anche con riferimento ai rapporti negoziali in essere alla data di entrata in vigore della presente legge, con particolare riferimento al gioco del Lotto ed a quello del Super Enalotto”. Segnalato anche un emendamento Rampelli (FdI) con cui il deputato suggerisce che “la misura del prelievo erariale unico sugli apparecchi di cui all’articolo 110, comma 6, lettera a), del Testo unico di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, e successive modificazioni, è fissata in misura pari al 17 per cento dell’ammontare delle somme giocate, a decorrere dal 1* gennaio 2017. 36-ter. La misura del prelievo erariale unico sugli apparecchi di cui all’articolo 110, comma 6, lettera b), del Testo unico di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, e successive modificazioni, è fissata in misura pari al 6 per cento dell’ammontare delle somme giocate, a decorrere dal 1* gennaio 2017”. Passa il vaglio dell’ammissibilità – ma non è segnalato – l’emendamento Ferraresi (M5S), con cui il deputato chiede l’istituzione di un fondo di solidarietà per l’indennizzo delle vittime dei reati intenzionali violenti, da alimentare con “gli introiti derivanti dalla specifica destinazione di un’aliquota delle ritenute erariali dei proventi dei giochi e scommesse determinata annualmente con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro della giustizia e con i premi vinti e mai incassati del fondo giochi e scommesse istituito presso il Ministero dell’economia e delle finanze”.

Ippica. Segnalata la proposta Sottanelli (Sc) che prevede che alle scommesse ippiche a quota fissa, l’imposta unica si applichi “sulla differenza tra le somme giocate e le vincite corrisposte nella misura del 30 per cento relativamente alle corse da disputarsi sul territorio italiano organizzate dal Mipaaf e del 20 per cento con riferimento alle altre corse. Il Ministero fornisce gratuitamente ai concessionari le immagini relative alle corse da disputarsi sul territorio italiano o incluse nel programma ufficiale, mentre con decreto del direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli sono stabilite le modalità per il versamento dell’imposta unica da parte dei concessionari e, entro 30 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, l’Agenzia delle dogane e dei monopoli provvede con proprio decreto dirigenziale a introdurre espressamente le corse dei cavalli fra gli avvenimenti che possono essere oggetto di scommesse del programma complementare. Infine è consentita la raccolta delle predette scommesse relative alle corse dei cavalli anche nelle more dell’adozione del citato decreto ministeriale di adeguamento”. Ammissibile, ma non segnalata, l’identica proposta del deputato Falcone (Pd). Segnalata anche la proposta Russo (Fi) che prevede che “è facoltà dei concessionari offrire palinsesti di scommesse complementari al palinsesto ufficiale delle scommesse ippiche. Nei casi in cui il concessionario propone palinsesti complementari e sostiene l’onere economico per l’acquisitone dei diritti per la ritrasmissione delle immagini delle corse, il prelievo sulle scommesse a quota fissa incluse in tali palinsesti è ridotto di un terzo”. Ammissibili – ma non segnalati – l’emendamento della commissione Agricoltura che prevede che “a partire dal 1* gennaio 2017, in analogia ad altre tipologie di gioco, l’imposta unica sulle scommesse a quota fissa sulle corse dei cavalli sia stabilita per la rete fisica nella misura del 33 per cento del Mol (Margine Operativo Lordo, differenza tra le somme puntate e le vincite corrisposte) e per il gioco a distanza nella misura del 37 per cento del Mol; il gettito conseguito con questa modalità di tassazione rimane destinato per il 25 per cento a titolo di Imposta Unica ed il 75 per cento al Mipaaf per il finanziamento dei montepremi, della gestione degli impianti delle corse e delle provvidenze per l’allevamento dei cavalli” e la proposta L’Abbate (M5S) sulla definizione dei criteri “per l’assegnazione al settore ippico delle risorse derivanti dalla maggiorazione della base d’asta”.

Proroga sanatoria. Ammissibile l’emendamento del deputato Tancredi (Ap), che chiede un’ulteriore proroga dei termini (al 31 dicembre 2016) della procedura di regolarizzazione in materia di giochi per i bookmaker esteri senza autorizzazione, “con almeno 700 centri non autorizzati, che non hanno aderito entro il 31 gennaio 2016 alla procedura di regolarizzazione di cui al medesimo comma, nonché a quelli attivi successivamente alla data del 30 ottobre 2014, che comunque offrono scommesse con vincite in denaro in Italia, per conto proprio ovvero di soggetti terzi, anche esteri, senza essere collegati al totalizzatore nazionale dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli”.

Scadenza concessioni. Ammissibile l’emendamento Piccone (Ap) che propone una modifica della durata dei contratti di servizio connessi alle concessione sui giochi, secondo cui, “alla scadenza delle concessioni cessano anche i contratti degli attuali concessionari con i loro gestori e con i fornitori di servizio di connettività e, i contratti, sono prorogati fino alla data di sottoscrizione delle nuove concessioni attribuite con la predetta procedura selettiva”.

Modifica al payout dei giochi. Ammissibile anche la proposta di Baroni (M5S), che chiede che “a decorrere dal 1* gennaio 2017, la percentuale minima di restituzione in vincite (pay out) della raccolta derivante da giochi è trasformata in percentuale massima della raccolta derivante dai giochi ed è fissata nella misura del 72 per cento. Una quota pari a 200 milioni di euro delle maggiori entrate derivanti dall’attuazione (di questa norma, ndr) sarà poi destinata ad incrementare il Fondo per la prevenzione e cura del gioco d’azzardo patologico”.

Stop a nuovi giochi per cinque anni. Il collega Mantero (M5S) chiede che “sia vietata l’introduzione di nuovi apparecchi e piattaforme on line per il gioco d’azzardo a valere sulle concessioni già in essere e di nuove tipologie di giochi d’azzardo per un periodo di almeno cinque anni”.

Come anticipato da Agimeg e ribadito ieri dal sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, il tanto atteso emendamento del governo per anticipare al 2017 la riduzione delle slot e più in generale l’intero capitolo dei giochi potrebbe trovare spazio in seconda lettura, quando la manovra approderà in Senato. Non è escluso che alla Camera il governo ponga la questione di fiducia sul ddl Bilancio per licenziare la manovra entro domenica 27, subito prima della pausa elettorale. dar/AGIMEG