Jarre (ASL TO3) ad Agimeg: “La spesa dei giochi in Piemonte è calata del 20%, ma forse non sono cambiate le abitudini dei giocatori patologici”

Il Piemonte, la Regione che al momento ha la normativa più severa sul gioco, fa i conti con i primi risultati delle fasce orarie. Il calo della spesa c’è stato, ma parte delle giocate si è spostata su altri prodotti. Agimeg – a margine della presentazione della ricerca sulla diffusione del gioco patologico condotta dall’Istituto Superiore di Sanità – ne ha discusso con Paolo Jarre, della ASL Torino3, che sta monitorando il fenomeno 

Quali effetti stanno producendo le restrizioni adottate dal Piemonte?

Occorre fare una premessa: stiamo lavorando sui dati del 2017. A metà 2016 i vari Comuni della Regione hanno adottato i limiti  orari, qualcuno in modo più severo, qualcuno in modo meno restrittivo, altri si stanno adeguando adesso. Il distanziometro invece – per i punti già attivi, Ndr – è entrato in vigore a fine 2017, e quindi per valutarlo dobbiamo aspettare i dati del 2018. In quei Comuni che hanno adottato i limiti orari, in media la spesa effettiva è calata del 20%. A Torino, l’ordinanza sui limiti orari è stata sospesa dal Consiglio di Stato per 6 mesi, ma nel periodo in cui è stata applicata la spesa effettiva è calata del 15%, che equivale a un calo di 15 milioni

Ma la gente ha proprio smesso di giocare, o si è spostata su altri giochi?

Per circa un terzo questi soldi si sono riversati su altri giochi terrestri, in particolare sulle scommesse sportive, poi a molta distanza le lotterie istantanee. A Torino abbiamo confrontato il primo semestre 2017 – quando le fasce orarie erano state sospese dal Consiglio di Stato – con  il secondo semestre – quando invece l’ordinanza del Sindaco era in vigore. La spesa degli apparecchi è passata da 98 a 61 milioni, 37 milioni in meno. Di questi 37 milioni, dieci sono finiti nelle scommesse sportive, un paio nelle lotterie istantanee, poco in tutto il resto. Altri 25 milioni sono rimasti nelle tasche dei giocatori. Questo dato mi ha sorpreso. Però bisogna osservare che il dato delle scommesse è difficilmente disgregabile: vengono messe insieme scommesse in agenzia e scommesse online, e non è dato sapere di quanto siano aumentate queste ultime

Non avete nemmeno il dato dei casinò online?

A livello comunale inizia a esserci qualcosa solo sul 2017. Ma finora era difficile avere anche quelli su base regionale. Sarebbe  fondamentale averli, comunque, per capire se gli operatori del gioco hanno ragione quando dicono che colpendo il terrestre si sposta le giocate online. Comunque, quello che possiamo dire finora è che un contenimento complessivo della spesa c’è stato.

Cosa si aspetta invece dalle distanze?

Sicuramente ridurrà ancora più i volumi delle slot, ma bisogna considerare che per il momento le distanze valgono solamente per le tabaccherie e i bar, per le sale si applicheranno a maggio 2019, quindi lo vedremo nel 2020. Saliranno però le vlt, e continueranno a salire scommesse e lotterie istantanee. Il saldo complessivo però sarà sicuramente inferiore. Però, bisogna anche dire che la maggior parte dei soggetti problematici gioca alle slot, quindi lo spostamento verso le scommesse potrebbe non essere tanto negativo. Ma sono tutte supposizioni

Avete accertato quale tipo di giocatore – quello problematico o quello sociale – abbia modificato le proprie abitudini?

Stiamo avviando una ricerca con il CNR di Pisa, i risultati però li avremo solo l’anno prossimo. Possiamo solo supporre che la contrazione ci sia stata tra i giocatori sociali, e solo marginalmente tra quelli problematici. Del resto è facile immaginare che chi ha problemi con il gioco non si fermi se non ha più la slot sotto casa, ma sia disposto a spostarsi.

O addirittura varchi i confini regionali

Il giocatore problematico è più accanito, quindi è maggiormente disposto a spostarsi, a andare più lontano per raggiungere una sala giochi, oppure in Liguria o in Lombardia. Lo studio del CNR sarà fondamentale per capire quale tipo di gioco abbiano colpito queste misure. Ma sarebbe anche importante sapere quali sono gli effetti sull’online, e per questo abbiamo contattato l’Osservatorio del Politecnico di Milano, in modo da avere dei dati di taglio regionale. gr/AGIMEG