Italo Volpe (direttore Normativa e Affari Legali Adm): “Guardiamo come la Grecia ai pericoli di regole solo restrittive sul gioco”

“In un paese come la Grecia si sta ragionando in modo scientifico su azioni utili per la regolamentazione del gioco, un approccio assente attualmente in Italia. E’  interessante poi notare che anche in Grecia pensano che un’eccessiva restrizione e un’attenta identificazione del giocatore sia un disincentivo verso un circuito legale di raccolta del gioco”.
E’ il commento di Italo Volpe (direttore Normativa e Affari Legali nell’Adm), durante il convegno organizzato da Unigioco, nato dalla necessità di un confronto tra esponenti del gaming italiano e quello greco. “Tre considerazioni che dovrebbero essere alla base delle nostre discussioni in altre sedi – ha detto passando alla situazione italiana -, per migliorare il settore. In Italia il principio dagli anni ’40 c’era la podestà dello Stato di disciplinare il gioco lecito lasciando a soggetti privati il compito di gestire l’offerta per conto dello Stato. Il tema era relativamente rarefatto. Si conoscevano le lotterie, il Lotto, l’Enalotto e le scommesse su eventi sportivi.  Il Lotto era affidato a soggetti raccoglitori privati per conto dello Stato, mentre le scommesse erano del tutto affidati ad enti pubblici. Non esisteva un’esigenza di andare oltre questi canali”. A ridosso degli anni 2000 cambia la situazione, con la consapevolezza che la domanda del gioco fosse più ampia. “Questa diffusa domanda – ha aggiunto – ha prodotto una linea politica di emersione dell’illegale, con la necessità di una regolamentazione statale. Si parte quindi dagli apparecchi d’intrattenimento, attraverso un’operazione di successo anche all’estero. La forte diffusione era però il segnale di una domanda sempre più crescente, con aziende interessate ad investire. Forse però ci dovevamo chiedere se potevamo permetterci il lusso di tale diffusione del gioco. Poi è arrivato l’online, con la diffusione parallela a quella fisica. Un’offerta completa, che ha portato all’emersione dell’illegale come sperato, anche se è con il 2011 che che si segnalano i primi fastidi per un’offerta del gioco considerata eccessiva. Dal Balduzzi in poi si è quindi passati ad analizzare il gioco dal punto di vista sociale, con la volontà delle regioni e dei comuni di chiedere una maggiore autonomia nelle regolamentazione, con tanto di sovrapposizioni alle legge statali, creando difficoltà nella lettura del quadro regolatore generale. Segnali quindi di saturazione comprensibili, senza però arrivare ad un’analisi fredda e alla proposta di un alternativa. Serve quindi capire quali sono le nuove regole di ingaggio per il futuro, senza arrivare all’estinzione della regolamentazione del gioco, pulsione che navigherebbe altrove, ovvero su reti parallela a quella ufficiali. Nel paniere dei ragionamenti da mettere nella Delega Fiscale bisogna tenere conto che una restrizione può portare. Perché la Grecia allora guarda a regole meno restrittive?” . cz/AGIMEG