Intervista ad Agimeg, on. Binetti: “Importante l’apertura di Baretta per rivedere spesa per la pubblicità dei giochi. I numeri però sono diversi da quelli forniti”

L’onorevole Paola Binetti incassa l’apertura del sottosegretario Pier Paolo Baretta a rivedere il tema della spesa per la pubblicità dei giochi. “E’ un fatto importante”, commenta la deputata ad Agimeg.

Onorevole, in aula lei ha segnalato un rimpallo tra ministero della Salute e dell’Economia.

Certo che c’è, perché per la Salute si tratta di investire risorse, per il Mef limitare il gioco ha un doppio svantaggio: una minore entrata e una spesa in più per finanziare la proposta di legge”.

Eppure Baretta ha aperto

“Questa è la cosa più importante. Per il resto il sottosegretario non poteva che confermare i nostri dati sulle somme destinate alla pubblicità, in quanto sono contenuti in un testo di legge”.

Secondo il sottosegretario su 72 milioni destinati alla pubblicità 25 sono andati all’informazione sui rischi del gioco e alla tutela dei più deboli. Non è una quota così bassa.

“Eh no, i numeri appaiono così diversi dai nostri (noi valutiamo in quasi 200 milioni la spesa complessiva) perché il sottosegretario ha scelto di dare le cifre scorporate per i diversi comparti. Così sembra molto meno, ma il totale è molto di più. Lo dimostra anche la pubblicità molto pervasiva che ci circonda”.

Un’altra “guerra di numeri” c’è stata sull’incidenza dei disturbi da dipendenza nella popolazione. Baretta ha parlato dello 0,01%.

“In realtà non lo sanno nemmeno loro, ma ci sono tre grandi ricerche che si citano in questo caso che lasciano pensare a un numero di giocatori patologici molto maggiore. Di solito i sintomi di questo disturbo sono nascosti ed è difficile individuarli. Ho detto che oggi è la giornata mondiale della salute mentale. In un convegno organizzato nell’ambito di questo evento si è dimostrato come le dipendenze siano sempre multiple, chi è fumatore spesso è anche bevitore o giocatore. Per questo è difficile stimare cifre precise”.

Sta di fatto che sulla legge contro le ludopatie c’è un’impasse.

“La Bilancio ha chiesto alla XII commissione di precisare meglio alcuni dati”.

Una mossa per ritardare?

“Possibile, anche se c’è una ratio in quella richiesta. Il tema vero è l’impostazione generale. Ho già spiegato che quando si vietò il fumo con Sirchia, si partì dall’affermazione generale che il fumo è dannoso, pur non avendo nessuna dimostrazione scientifica sulla correlazione diretta tra fumo e malattia. Insomma, non si è stabilito caso per caso, ma si è scelta la via maestra di definire il fumo dannoso. La stessa cosa si può fare con i giochi”.

Sì, ma gli effetti economici di questo?

On si può pensare che se una cosa fa male si può assistere a un’offerta così sfacciata in Tv, sui tablet, alle fermate dei bus, come ho detto anche a Fiumicino. Alle partenze c’è una postazione di gioco che io ho addirittura fotografato (poi mi hanno detto che fare foto negli aeroporti è vietato), all’arrivo c’è la pubblicità Sisal. Ogni giorno si è colpiti dalla pubblicità”.

Lo Stato usa queste strutture anche per i servizi, per pagare bollette…

“Certo, ma lo fa perché utilizza i proventi del gioco che sono importantissimi”.

Può fare un pronostico su quando sarà approvata la legge sulle ludopatie?

“Io sto alla calendarizzazione dell’aula, che è fissata a metà novembre”.

bdg/AGIMEG