Inchiesta Agimeg, 100 giorni di lockdown: riaperture sale scommesse, bingo e slot, calo delle entrate tra il 50% ed il 70%. E’ ancora stop a Lazio e Trentino

Esattamente 100 giorni fa, l’8 marzo scorso, scattava in Italia il lockdown. Per evitare il contagio dovuto all’emergenza coronavirus, l’Italia fu ‘congelata’: esercizi commerciali chiusi (ad eccezione della grande distribuzione di generi alimentari, farmacie e tabacchi) e divieto di muoversi per la popolazione, a meno di comprovate esigenze (sanitarie o lavorative). Cento giorni dopo, il Paese si sta rimettendo in moto, non senza fatica, ma un settore ancora non è stato liberato del tutto dalle catene, quello del gioco. A 100 giorni dal lockdown, Agimeg ha condotto un’inchiesta su come stanno ripartendo sale scommesse, sale slot e bingo, tra le ultime attività a poter riaprire e con alcune realtà, come la regione Lazio o il Trentino, che non hanno ancora autorizzato il gioco legale a ripartire. La fotografia che ne emerge è allarmante. In attesa della ripartenza del campionato di calcio, il settore delle scommesse in questi primi giorni ha perso tra il 50% e il 70%. Discorso analogo per le sale bingo, che hanno perso fino al 60% della clientela e degli introiti. Ancora presto, invece, quantificare il calo degli apparecchi da intrattenimento, ma la situazione non dovrebbe discostarsi di molto dagli altri settori, con un calo fino al 70%.


Ughi (Obiettivo 2016): “La Serie A potrà essere un ottimo traino per le agenzie scommesse. Spero in un ritorno alla normalità a settembre”
“I 100 giorni di lockdown sono stati duri, ma bisogna comunque capire che c’è stata un’emergenza mondiale che ha costretto tutte le attività produttive alla chiusura. Ero molto curioso sulla reazione che la gente avrebbe avuto una volta allentate le misure di sicurezza. Devo dire che l’approccio della clientela mi è sembrato piuttosto buono e forse siamo stati favoriti dal fatto di essere stati gli ultimi a riaprire e quindi le persone erano abituate a tutte le nuove procedure”. E’ quanto ha affermato ad Agimeg Maurizio Ughi di Obiettivo 2016, in merito alla riapertura delle attività di gioco. “Dal lato dei clienti non mi è sembrato che ci siano state molte preoccupazioni o difficoltà ad entrare in agenzia. E’ vero che dover sanificare tutte le postazioni una volta che i giocatori le abbiano usate è un gran problema, ma anche grazie all’attenzione dei clienti riusciamo a svolgerla puntualmente. Inoltre, nelle nostre agenzie è impossibile la creazione di assembramenti perché abbiamo adottato tutte le cautele e distanziato ogni seduta e postazione. Non ho notato alcun cambiamento sull’affluenza dei clienti, ma il test vero sarà questo fine settimana e il prossimo con la ripresa del campionato di calcio italiano. Mi sembra che si possa tornare alla normalità molto in fretta, sono fiducioso perché non ho visto impedimenti da parte dei clienti. Ho notato qualche titubanza in più solo nell’entrare nelle sale dedicate ai fumatori, ma per il resto non ho visto delle differenze particolari rispetto a prima. Mi aspetto che, passati i primi giorni di rodaggio sul nuovo tipo di accoglienza da riservare ai clienti, tutto possa tornare quasi alla normalità. Quest’estate – ha proseguito Ughi – potrebbe essere un periodo di lavoro intenso, perché le città non si spopoleranno e ci sarà il finale del campionato di Serie A. Ovviamente il fatturato di questi mesi non ci permetterà di rientrare da tutte le perdite che abbiamo avuto, ma sono fiducioso che il luglio 2020 sarà migliore del luglio 2019. Poi da settembre, a meno di ritorni di nuove ondate di contagi, penso che si tornerà ad una totale normalità”, ha concluso. ac/AGIMEG

Paiola (C.G.L.A.): “Nelle agenzie di scommesse volumi di lavoro più bassi del 50% e con la tassa dello 0,5% sulla raccolta impossibile tornare ai livelli pre-Covid”
“Oggi sono ancora in lockdown le agenzie del Lazio e del Trentino ed alcune regioni riapriranno domani. E’ un periodo molto buio per il nostro settore. Anche le attività che hanno potuto rialzare la serranda stanno facendo molta fatica, perché lavorano a circa il 50% in meno di prima”. Sono le parole di Luca Paiola (C.G.L.A. Comitato Gioco Legale Abruzzo) ad Agimeg, in merito alla situazione attuale del settore del gioco, che vede alcune regioni ancora ferme. “La causa può essere trovata anche nel periodo economico complicato che tutti quanti stiamo vivendo, poiché le persone non hanno la stessa possibilità di spendere di prima, molti sono in cassa integrazione e alcuni hanno, purtroppo, perso il lavoro. Inoltre – continua Paiola – credo che i protocolli molto stringenti non stiano favorendo la ripresa e in più il nostro settore deve scontare una pubblicità molto negativa da gran parte della politica. Tutti i settori produttivi stanno vivendo un momento di sofferenza, ma penso che il nostro lo stia vivendo più duramente. Tutte le agenzie si sono adeguate ai protocolli limitando gli ingressi e riducendo le postazioni e gli spazi disponibili. Purtroppo il clima di terrore mediatico fa sì che le persone non siano tranquille quando entrano in luoghi chiusi, nonostante la permanenza nei nostri esercizi sia relativamente bassa. Inoltre, è aumentata la concorrenza sleale degli operatori illegali a cui non grava neanche l’aumento di tassazione sulle scommesse. Tutti questi fattori riducono il nostro lavoro del 50% e credo che sarà così per tutta l’estate. Forse, si tornerà ad avere dei livelli simili al periodo pre-Covid solo a settembre. Ma anche qui, con la tassa dello 0,5% sulla raccolta delle scommesse inserita nel DL Rilancio, sarà difficile tornare ai livelli di prima perché si tratta di un’imposta totalmente sproporzionata. Per una ripresa vera e un ritorno alla normalità servono una serie di fattori e sinergie, in primis il Governo deve provvedere a eliminare questa ulteriore tassa per darci un po’ di respiro”. ac/AGIMEG

Chiacchio (AGSI): “Affluenza nelle sale inferiore del 70%, abbiamo bisogno del sostegno del Governo per tornare alla normalità”
“I primi giorni dopo il lockdown sono molto difficili, le nostre attività soffrono come tutte le altre perché c’è bisogno che l’intera economia riparta. L’azienda Italia è malata e ha bisogno dei migliori interventi”. E’ quanto ha affermato ad Agimeg il Presidente di Associazione Gestori Scommesse Italia, Pasquale Chiacchio, in merito alla ripresa delle attività di scommesse. “Il Governo deve mettere in campo misure di sviluppo non repressive come accaduto al nostro settore che si troverà ad affrontare la nuova tassa dello 0,5% sulla raccolta delle scommesse. Misura totalmente sbagliata, perché le aziende vanno sostenute nei momenti di difficoltà. Le spese a fine mese sono altissime e faremo molta fatica a pagarle anche a causa di questo aumento di tassazione insensato dopo il lockdown. Nonostante il nostro impegno nel rispettare tutte le regole che ci vengono imposte, veniamo sempre penalizzati come nel caso del Lazio e del Trentino dove le agenzie hanno raggiunto il 100° giorno di chiusura proprio oggi. L’affluenza nelle nostre sale che hanno potuto riaprire è inferiore del 70% rispetto a prima, anche a causa di protocolli di sicurezza molto stringenti e della mancanza di denaro nelle tasche delle persone. Le riforme del Governo sono fondamentali per il ritorno alla normalità, rendendo tutto sempre più agile poiché nei periodi emergenziali servono misure straordinarie che portano allo sviluppo: immissione di denaro, condoni fiscali e snellire la burocrazia. Gli italiani hanno mostrato di saper rispettare tutte le regole, ora tocca a loro mantenere le promesse. Io sono realista e il ritorno alla normalità è tutto sulle spalle del Governo e dipenderà dalle misure che verranno adottate. Staremo a vedere, è difficile fare previsioni ora”. ac/AGIMEG

Barbieri (pres. Ascob): “Situazione sale bingo è critica, abbiamo perso fino al 60%. Per tornare alla normalità ci vorranno 18-24 mesi”

“A 100 giorni dal lockdown la situazione è critica. A livello nazionale le sale bingo hanno perso circa il 40%, ma in alcune realtà, come in Sicilia, il calo è fino al 60%. Ho sempre detto che non sarebbe bastato riaprire le sale per poter tornare a livelli pre-Covid e in questi primi giorni di ripresa delle attività ne abbiamo la conferma. Purtroppo credo che poter poter tornare a regime, per quanto riguarda il settore del bingo, serviranno non meno di 18-24 mesi”. E’ l’allarme lanciato ad Agimeg da Salvatore Barbieri, presidente di Ascob, che commenta la riapertura delle sale, anche se non in tutte le regioni, dopo più di tre mesi di lockdown. “Il fatto è che la gente ha paura di tornare a giocare, tutti i giorni si continua a dire in tv che il coronavirus è ancora pericoloso e potrebbe tornare una seconda ondata. La gente deve riprendere fiducia, deve sentirsi sicura, e finché questo non avverrà non si potrà tornare come prima. Tra l’altro sul settore pesa il divieto di pubblicità, non ci è consentito dire che siamo aperti, che le nostre sale sono sicure, che rispettano tutti i protocolli di sicurezza. Dal punto di vista imprenditoriale – ha proseguito Barbieri – non tutti riusciranno a farcela. Perderemo molte imprese per strada, senza contare che anche i nostri dipendenti con le loro famiglie sono a rischio, visto che la cassa integrazione scade tra poco. Se lo Stato non ci aiuta, siamo finiti. Va tolto il canone di concessione, che tra dieci giorni va pagato, e serve subito un tavolo tecnico con ADM per svecchiare il gioco. Inoltre le banche non danno finanziamenti ad imprese che hanno una concessione solo per un anno, se non c’è una proroga che dica che potremo andare avanti per 4-5 anni la situazione diventa insostenibile, le banche non hanno garanzie e ci negano finanziamenti, già del resto complicati visto che ai loro occhi il settore non è ‘etico’. Se lo Stato ha deciso di farci chiudere, lo dica chiaramente. E’ incomprensibile che in alcune realtà ancora non si sia partito, penso a Trento e soprattutto al Lazio. Davvero non si capisce, soprattutto in una regione che ha avuto pochi contagi rispetto ad altre. Ma se continua così, non abbiamo speranza di riprenderci”, conclude Barbieri. cr/AGIMEG

Distante (pres. Sapar): “Molti esercenti non hanno più riaperto e anche molti gestori mi dicono che non riusciranno a ripartire”
“Oltre tre mesi di chiusura hanno lasciato strascichi pesanti, il settore del gioco non si riprenderà così facilmente nonostante in questi giorni alcune regioni abbiano dato il via alle riaperture. Credo che per poter sperare di tornare a regime, come in una situazione pre-covid, si debba attendere almeno il mese di ottobre”. E’ quanto ha dichiarato ad Agimeg Domenico Distante, Presidente Sapar, a 100 giorni dall’inizio del lockdown che ha messo in ginocchio il settore del gioco legale. Tutte le attività commerciali hanno riaperto, mentre per quanto riguarda il gioco ci sono alcune regioni come il Lazio che hanno ancora tutto bloccato. C’è molta ipocrisia – afferma Distante – basti guardare a quanto sta succedendo in queste ore in Piemonte. La minoranza si sta mettendo di traverso contro un emendamento che vuole rilanciare il settore, per dare ossigeno all’economia della regione, eliminando la retroattività della legge sul gioco. Purtroppo alcune parti politiche dicono solamente no, no a prescindere, è un qualcosa di ideologico che va oltre le reali emergenze”.
“La verità è che dopo 100 giorni di chiusura riprendere come se nulla fosse accaduto è impossibile. La gente da una parte si è disabituata a giocare, dall’altra considerando la disoccupazione e le casse integrazioni mai arrivate non ha i soldi per mangiare, figurarsi per andare a giocare. Inoltre ci sono troppi paletti che frenano la ripresa del settore, come il distanziamento tra persone che non permette di far entrare più di un certo numero di persone nelle sale. Molti esercenti hanno subìto una crisi dalla quale non hanno più riaperto e anche molti gestori mi dicono che non riusciranno a ripartire”, conclude Distante. cr/AGIMEG