Sale giochi, Green Pass o possibile terza chiusura: il settore ad un bivio. Ecco i politici che stanno “confondendo” gli italiani

Green Pass o possibile terzo lockdown? Una domanda amletica a cui si troverà probabilmente a dover rispondere anche il settore del gioco pubblico. Come anticipato da Agimeg, nella prossima cabina di regia del Governo si dovrebbe discutere anche dell’eventualità di rendere il Green Pass obbligatorio per le sale giochi, sale scommesse e sale bingo. Tra i rumors che si susseguono in questo ore, anche quello relativo al “colore” in cui sarebbe applicata l’obbligatorietà. Sembra che l’obbligo del Green Pass possa scattare a partire dalla zona “gialla”.

Una eventualità che sta dividendo il settore. Da una parte la corrente di chi vorrebbe continuare a lavorare come sta succedendo adesso, quindi senza limitazioni e dall’altra coloro che invece sono preoccupati, vista la recrudescenza del virus che sta portando ad un forte aumento dei contagi, di un possibile terzo lockdown in autunno, ipotesi che metterebbe definitivamente al tappeto migliaia di imprese e lavoratori.

Di certo in in questo momento delicato non aiuta l’incertezza politica. Come riporta il Fatto Quotidiano: “Milioni di italiani hanno aspettato il vaccino come la salvezza, altri l’hanno accettato come un obbligo. Alcuni leader politici invece lo scansano ancora oggi come la peste, quasi fosse il virus e non la cura. I maggiori oppositori ad un utilizzo ampio del Green Pass sono proprio quei politici che non si sono ancora vaccinati. In particolare i leader della Lega e di Fratelli d’Italia, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, non hanno ancora aderito alla campagna di vaccinazione.

“La cosa singolare è che i due sono anche i leader-influencer più presenti sui social, sui giornali e nelle librerie. Si premurano – riporta il Fatto Quotidiano – di far sapere di tutto su Twitter e Fb: quando e cosa mangiano, dove sono e con chi, se guardano la partita o il tramonto sul mare ma non parlano della loro vaccinazione”. Potrebbe sembrare una scelta, come ipotizza il quotidiano, legata a far contento il popolo dei no vax visto che, secondo alcuni sondaggi come quello della Ghisleri, il 25% degli italiani si dice contrario al passaporto vaccinale (da notare che per il 75% andrebbe invece bene ndr).

La situazione inizia a farsi imbarazzante anche per la singolare solitudine che li circonda. Nel frattempo, infatti, le prime e seconde file dei partiti capeggiati da Salvini e Meloni sono corse a farsi vaccinare. In casa Lega i governatori che per mesi sono stati alle prese con drammatici problemi di salute pubblica e gli ospedali prossimi al collasso non hanno divagato: Attilio Fontana, Luca Zaia, Massimiliano Fedriga e Donatella Tesei si sono vaccinati da tempo e lo hanno anche comunicato pubblicamente attraverso i canali ufficiali proprio per invitare i cittadini a seguire l’esempio. Così ha fatto anche il ministro Giancarlo Giorgetti non è stato da meno (due dosi di Moderna). Del resto si ricordano le corse di altri leader e personalità del mondo politico a farsi immortalare nei centri vaccinali di tutto il mondo al solo fine di dare l’esempio, Mattarella, Draghi ed il Papa compresi.

Ovviamente non è una questione di destra o sinistra, visto che anche altri politici non hanno dato notizie sul fronte della propria vaccinazione. E’ il caso di Matteo Renzi, leader di Italia Viva o Virginia Raggi, pentastellata sindaca di Roma.

Eppure in realtà il modo per evitare la scelta tra Green Pass e chiusure ci sarebbe. Basterebbe vaccinarsi, in nome di quella libertà che viene sbandierata dai no vax ma che gli stessi negano a lavoratori ed imprese che per colpa loro si troveranno alle prese con gravi ripercussioni economiche ed occupazionali. lp/AGIMEG