Giochi, Ughi (Obiettivo 2016): “Non pensavo esistesse la ludopatia al metro”

“Il mostro di Loch Ness. Lo Yeti. E gli alieni? Ne parlano tutti, da decenni, in alcuni casi addirittura da millenni. E alla fine, stringi stringi, dove sono le prove? Con lo stesso metodo viene trattato un tema delicato come la ludopatia. Anche qui, però, qualcuno è in grado di spiegare cosa sia questa ludopatia? E un morbo, un virus o un ceppo influenzale? Dove sono i protocolli medici per la cura? Pasticche, sciroppo o iniezioni?
Nessuno ancora è riuscito a spiegare la differenza tra ciò che potrebbe sembrare una malattia e il libero arbitrio (o forse l’eccesso di libero arbitrio)”.
E’ il provocatorio editoriale di Maurizio Ughi, amministratore Unico di Obiettivo 2016.
“Mi chiedo prosegue – se davvero la ludopatia sia la “solitudine dei numeri primi”, singole persone che eccedono in maniera soggettiva creando l’illusione di un’epidemia. Non esiste la malattia anche se può esistere il malato e nei rari casi uno è diverso dall’altro. Esiste la stoffa al metro. La corda al metro. Il nastro al metro. E, da qualche anno, anche la pizza al metro. Ma la ludopatia al metro mi mancava. Cioè, se una sala gioco è distante 499 metri da una scuola o luogo di culto è pericolosissima. Se è a 501 metri, invece, tranquilli tutto ok. Vi pare serio??? Logico??? Signori, benvenuti nella ludopatia al metro. Si sostiene che chi eccede nel libero arbitrio possa recepire quei 500 metri di distanza come un fossato da castello medievale insuperabile perché pieno di coccodrilli. Una vera presa in giro! Un sistema goffo per sostenere davanti alla pubblica opinione di aver preso provvedimenti su una presunta “malattia” che non riusciamo a catalogare come tale. Resto comunque sempre in attesa che il legislatore definisca il termine giuridico di ludopatia. Per regolamentarla bisogna prima individuarla! «Mi scusi, sa per caso mostrarmi dov’è scritto ludopatia nella raccolta delle leggi italiane?»”. lp/AGIMEG