Giochi, Gori: “Proibizionismo non è la soluzione. Bisogna estendere la legge della Lombardia sul Gap a tutti i tipi di gioco”

dal nostro inviato – «La Regione Lombardia si è battuta per i 500 metri dai luoghi sensibili, ma la ritengo sia una strada demagogica: il proibizionismo non è la soluzione e sarebbe solo un regalo alla criminalità». È stato questo uno dei passaggi cruciali dell’intervento di Giorgio Gori, sindaco di Bergamo e candidato alle elezioni regionali per la presidenza della Regione Lombardia con il Pd, durante il suo intervento alla “Terza edizione degli Stati generali per il contrasto al gioco d’azzardo contro corruzione, illegalità e mafie insieme per la prevenzione e la cura” di Anci Lombardia e Mettiamoci in gioco, in corso a Milano. «Il Comune di Bergamo ha fatto un lavoro un po’ più solido a livello di raccolta dati. È stata un’attività di ricerca durata un anno che ha consentito di resistere al contraccolpo dei gestori. Dai numeri è emerso che nel 2014 a Bergamo si giocava molto di più che nel territorio limitrofo e da questo dato siamo partiti». «L’aumento del gioco – ha continuato – è strettamente legato all’aumento dell’offerta e soprattutto abbiamo individuato il fenomeno dell’azzardo passivo, anche nei confronti del quale è necessario estendere la tutela della salute». Gori ha poi parlato di regolamentazioni e divieti: «Abbiamo posto delle regolamentazioni e dei divieti, ma quanto abbiamo fatto non cancella ma aiuta. In parte il ricorso dei tabaccai è stato accettato dal Tar, ma per il resto il regolamento è in vigore ed è stato rispettato. Dal 1° luglio 2016 questo regolamento ha prodotto un -27% delle Awp e un incremento di altre tipologie di gioco inferiore all’aumento mediamente registrato altrove». Nell’intervento Gori ha continuato sull’accordo Stato/Regioni: «Ho lavorato in prima persona all’accordo Stato/Regioni. Sono molto dispiaciuto che il gran lavoro fatto non si sia tradotto nel tavolo tecnico che sarebbe stato necessario per rendere concreto quel testo condiviso. In questo regolamento si punta a tutelare i minori, abbiamo pensato di lasciare ai sindaci il potere di attuare lo stesso che si è fatto a Bergamo anche per i punti gioco già esistenti. Alcuni erano d’accordo. La Regione Lombardia si è battuta per i 500 metri dai luoghi sensibili, ma la ritengo una strada demagogica: il proibizionismo non è la soluzione e sarebbe solo un regalo alla criminalità. Credo che la Lombardia debba estendere la Legge 8 a tutte le tipologie di gioco: su alcuni, di fatto, un sindaco non ha alcun potere e dunque questo dovrebbe essere la regola, possibilmente con un coordinamento condiviso. In Lombardia sono stati giocati 17 miliardi di euro nel 2016, ma le persone venute in contatto con servizi di prevenzione sono state poco più di 2000. Crepet parla di aspetti positivi del gioco, ma io credo, e penso di parlare a nome di tutte le persone che non giocano, che sia un punto di vista sbagliato e riduttivo. La ricerca dell’ottimo credo sia nemica della ricerca del bene, come sta dimostrando la decisione della regione Piemonte, che ha voluto fare di più di quanto deciso in Conferenza Stato/Regioni». lp/AGIMEG