Giochi, Confcommercio Umbria: “Nel contrasto alla ludopatia non serve penalizzare i pubblici esercizi”

“Non si combatte il gioco d’azzardo patologico – che è un fenomeno gravissimo, con pesanti ripercussioni sociali – penalizzando i pubblici esercizi. Far pesare la lotta alla ludopatia sulle spalle dei pubblici esercizi – che ospitano i giochi leciti in modo perfettamente legale, con prelievo fiscale alla fonte da parte dello stato – sarebbe solamente un esercizio di ipocrisia, che non giova alla soluzione del problema, che è molto più complesso, e che servirà alla Regione solo per fare cassa, a scapito delle imprese, che di tasse ne pagano già tante”. Confcommercio Umbria e Fipe – la Federazione dei pubblici esercizi – esprimono la loro contrarietà nei confronti degli ultimi emendamenti inseriti nella proposta di legge regionale “Norme per la prevenzione, il contrasto e la riduzione della dipendenza da gioco d’azzardo patologico”.
“Avevamo condiviso lo spirito e l’obiettivo della proposta di legge – spiega Confcommercio Umbria – e avevamo partecipato al suo iter con spirito più che collaborativo, più volte rassicurati sul fatto che non avrebbe avuto un intento punitivo nei confronti di una intera categoria.
Ora non possiamo accettare che per compensare i minori introiti derivanti dalla agevolazione fiscale per la rimozione degli apparecchi per il gioco “lecito”, la Regione introduca un aggravio fiscale per tutti coloro che non vorranno rimuoverli.
L’intento di fare cassa è più che evidente e su questo obiettivo, purtroppo, la politica ancora una volta si rivela compatta, con uno spirito bipartisan degno di più nobili cause”.
Le preoccupazioni già espresse più volte da Confcommercio Umbria e Fipe sui possibili risvolti penalizzanti per i pubblici esercizi che operano in piena legalità hanno trovato conferma nella lettura del disegno di legge regionale – da poco approvato dalla III Commissione consiliare permanente e appena trasmesso alla presidenza dell’Assemblea legislativa – che prevede un aggravio Irap a carico degli imprenditori che pur non essendo “no slot” rispettano pienamente la legge, e la formazione obbligatoria per tutti, sempre a carico degli imprenditori.
“Abbiamo inviato alla Regione nuove osservazioni puntuali sul testo approvato dalla III Commissione – aggiunge Confcommercio Umbria – perché introduca i correttivi necessari. Siamo certi che non potranno essere ignorati, perché rispondono, tra l’altro, ad una logica di buon senso e di buon governo.
Se lo stato ha le sue colpe, perché lucra sui giochi più popolari in assoluto – Lotto e Superenalotto, Gratta & Vinci, Lotto istantaneo – e non vigila su sul gioco illegale, che vale il 40% della torta, o su quello dilagante on line che sfugge a ogni controllo e pubblicizzato continuamente su tutti i media, la Regione non può pensare di ridurre il danno con queste modalità”. cz/AGIMEG