Giochi ancora chiusi, il gestore di un’agenzia di scommesse di Genova risponde a Endrizzi (M5S): “Riconversione in altre attività? E’ la cosa più stupida che abbia mai sentito in 35 anni dedicati al gioco pubblico”

“Faccio questo lavoro da ormai quasi 35 anni, ho iniziato ad emettere scommesse esattamente al compimento della maggiore età, mentre frequentavo ancora il liceo. In pratica commercializzo ‘da sempre’ i giochi pubblici, come ‘da sempre’ sono impegnato nel contrasto al gioco problematico a difesa del gioco sano. Nel 2015 ho effettuato, in collaborazione con UNIGE-UNIMIB e CNR di Genova una indagine epidemiologica trasversale per identificare i fattori di rischio associati al gioco d’azzardo problematico, pubblicata poi sulla rivista internazionale JOURNAL OF GAMBLING di New York. Inoltre sono ormai diversi anni che collaboro con il dipartimento di matematica (DIMA) di Genova per il progetto alternanza scuola-lavoro (PCTO) nei cicli di incontri ‘Professione Statistico’ per i licei, con la conferenza dal titolo: ‘La statistica per riconoscere il gioco d’azzardo sociale e ricreativo’. Scrivo in merito agli argomenti menzionati da Giovanni Endrizzi nell’intervista rilasciata ad Agimeg”. Sono le parole rilasciate ad Agimeg da Corrado Dosi, gestore di un’agenzia di scommesse a Genova. “Il senatore Endrizzi ha parlato di tutela della salute pubblica. Informo che, scientificamente, la tutela va vista congiuntamente in due direzioni cioè: Contrasto del gioco Problematico e Difesa del gioco Sano. Endrizzi ha sottolineato che il lockdown è stato un beneficio per alcuni ‘giocatori problematici’ ma ha evitato di analizzare il rovescio della medaglia, cioè che probabilmente è anche stato un maleficio per i ‘giocatori sani’. Bisogna sempre ricordare che il gioco sano è sempre esistito ed esiste tutt’ora, e come qualunque cosa sana dobbiamo difenderla e preservarla per il bene, appunto, della salute pubblica”, ha sottolineato. “Il 1° Convegno Nazionale sul Gioco d’Azzardo in Italia presentato dalla dott.ssa Roberta Pacifici del ISS il 18/10/2018 dice che i giocatori d’azzardo in italia sono il 36% della popolazione, dei quali circa il 90% adotta un gioco sano. I giocatori problematici sono quindi circa il 3% dell’intera popolazione
in pratica ogni 10 giocatori d’azzardo ce ne sono 9 sani e un malato. L’eventuale domanda da fare è: E’ meglio tutelare la salute di 9 o di 1 solo? E’ errato pensare che il giocatore sano rimanga comunque sano anche dopo l’eliminazione del gioco visto che gli è stato negato un divertimento sano, cioè che molto probabilmente lo faceva sentire bene. A questo punto eliminare il gioco pubblico potrebbe essere la strategia più stupida per contrastare il gioco problematico. Il ministero della salute cosa dice in merito?”, ha continuato. Le sale bingo – ha aggiunto – sono strumenti sociali importantissimi e bisogna assolutamente tutelarle. I clienti prevalentemente anziani si ritrovano nelle sale per giocare insieme in maniera per lo più sana. Sarebbe un gravissimo errore chiuderle, un gravissimo danno sociale. Per le slot, la statistica afferma che sono gli strumenti più pericolosi per l’insorgenza di gioco problematico oltre che strumento antisociale. Va detto però che grazie all’introduzione nelle VLT della tessera sanitaria per poter giocare, ha annullato praticamente tutta la sua pericolosità. Dato che verranno introdotte presto anche nelle slot AWP, il problema dell’aggressività delle slot sarà probabilmente quindi risolta definitivamente. Il Gratta e Vinci invece è sempre stato commercializzabile, non è mai entrato in lockdown, come mai? Perchè questa contraddizione visto che è uno strumento a rischio GAP tale quale alle slot, se non di più? La tutela della salute pubblica non c’è più?”, ha aggiunto. “Riconversione in altre attività, come fa Endrizzi a farla così semplice? E’ la cosa più stupida che abbia mai sentito in questi 35 anni dedicati al gioco pubblico. A chi andrebbero le entrate delle scommesse sportive? E quelle Ippiche? E il bingo? Perchè oltre a danneggiare i giocatori sani si vuole agevolare la criminalità? Ci sono degli interessi particolari? Allora probabilmente è vero che i soldi dati dall’Europa finiscono poi alle mafie?”, ha continuato ancora. “Le corse ippiche sono già iniziate ma le relative scommesse si possono solo giocare online o clandestinamente. Le scommesse ippiche in agenzia esistono da sempre, ancor prima della nascita di Endrizzi. Ora, d’un tratto, dopo circa un secolo, anche quelle sono da chiudere? Io e la mia famiglia abbiamo fatto e stiamo facendo enormi sacrifici per mandare avanti l’Agenzia di scommesse ippiche e sportive ed ora, a quest’età, Endrizzi ci dice di cercarci un’altro lavoro? Ma che se lo cerchi lui un’altro lavoro, che sicuramente ha maggiori possibilità per farlo. Noi il nostro lavoro, l’unico che sappiamo fare e che facciamo da sempre, lo rivogliamo a qualunque costo, è un nostro sacrosanto diritto. Non vogliamo diventare parassiti dello Stato con il reddito di cittadinanza. Siamo nati lavoratori e vogliamo morire come tali. Questi prepotenti ci ridiano il nostro lavoro subito”, ha concluso. cdn/AGIMEG