Giochi: Centinaio (LN), “Intervenire su spot trasmessi dalla Rai, poco coerenti con il servizio pubblico”

“Chiedo di sapere se l’Amministrazione ritenga coerente con la missione di servizio pubblico televisivo che ricopre la Rai, la trasmissione di spot che incentivano il gioco d’azzardo e che quindi potrebbero potenzialmente contribuire ad allargare una piaga sociale del nostro Paese particolarmente pericolosa in questo periodo di crisi economica”. Lo riferisce in un’interrogazione in commissione Vigilanza Rai, il senatore della Lega e componente della commissione stessa, Gian Marco Centinaio. “Negli ultimi anni, l’industria del gioco d’azzardo è diventata una delle più importanti del Paese – spiega nell’interrogazione il senatore del Carroccio – tanto che slot machine, poker, scommesse e giochi d’azzardo di diversa natura hanno inondato il mercato a ritmi sempre più frenetici”,e sui “30 milioni di scommettitori stimati oggi in Italia, 15 milioni sono scommettitori abituali ed almeno 3 milioni di questi sono a rischio di sviluppare una patologia. Secondo alcune stime – aggiunge – una quota di queste persone, circa 120.000, già soffre di dipendenza comportamentale da gioco d’azzardo patologico. Nonostante appaia indiscutibile che la dipendenza da gioco d’azzardo sia un problema sociale drammatico che raggiunge numeri preoccupanti, la Rai trasmette sulle reti pubbliche pubblicità che incitano a giocare, anche in fasce orarie protette e prima della trasmissione di programmi dedicati anche ad un pubblico giovane e giovanissimo, come può essere un evento sportivo; sabato 3 maggio, in attesa della trasmissione della finale di Coppa Italia, evento seguito da 8.800.000 persone,che ha raggiunto il 20,07% di share, sono stati trasmessi due spot sul gioco d’azzardo e sulle slot machines; la Lega Nord ha chiesto con insistenza che fosse inserito nel nuovo contratto di servizio il divieto di pubblicità del gioco d’azzardo, alla stregua di quanto avviene per le pubblicità che incentivino il fumo. La Rai offre un servizio pubblico sulla base di una specifica concessione, ed anche il Consiglio di Stato ha statuito che la nozione di pubblico servizio può essere definita facendo riferimento alla capacità di rispondere ad un’utilità generale e collettiva; la trasmissione di spot a favore del gioco d’azzardo  – conclude – non può certo essere ricompresa fra le attività di utilità generale e collettiva, ma al contrario può aggravare una situazione sociale già molto pericolosa”. rg/AGIMEG