Giochi, Baretta (sottosegr. Mef) “Le mini-Vlt una nuova sfida per i produttori italiani”

La sostituzione delle slot con una sorta di mini-vlt (con software da remoto) rappresenta un motivo di preoccupazione per circa 200 imprese produttrici che temono di essere escluse dal mercato così come è successo con l’introduzione dei terminali Vlt. “Possiamo non chiamarle mini-Vlt, chiamiamole magari mini-slot o magari nuove Awp”, ha dichiarato Pierpaolo Baretta, sottosegretario del Mef. “Dico questo perché quello che noi vogliamo è che gli apparecchi siano a tutti gli effetti collegati ad un server centrale, software di gioco compreso, e non solo per la trasmissione dei dati. Questo solo al fine di aumentare la sicurezza. Contemporaneamente siamo decisi sul fatto che queste macchine non debbano modificare i livelli di gioco, il livello di giocata e di vincite. La caratteristica di gioco deve restare quella delle Awp, quella tecnologia delle Vlt.Non c’è nessun motivo per il quale i produttori italiani debbano essere tagliati fuori. E’ una produzione e possono giocarsi tranquillamente questa partita. Spero piuttosto che i produttori italiani raccolgano la sfida”. “Si apre uno scenario tutto nuovo con questa delega. Si riparte da qui”. “Abbiamo pensato di intervenire su quello che è considerato il punto più sensibile, il gioco più diffuso nel territorio, nei bar e nelle tabaccherie. Non c’è nessuna contraddizione: da una parte tuteliamo la salute pubblica, dall’altra contrastiamo l’illegalità rappresentata in questo caso dai centri non autorizzati. L’intervento contenuto nella Stabilità è finalizzato ad incentivare l’emersione di fenomeno non regolamentati. Questo provvedimento, accompagnato dalla sentenza della Corte Europea ha provocato la regolarizzazione di circa 2500 punti. Non prevediamo al momento la riapertura generalizzata dei termini. Prevediamo, al contrario, un inasprimento dei controlli”. “La sensibilità su questo settore rispetto a certe problematiche è molto cambiata negli ultimi anni e credo che tutti si rendano conto, compresi gli operatori del settore, che si sia arrivati ad una offerta troppo diffusa e anche poco organizzata. Credo che alla fine una razionalizzazione dell’offerta può comportare qualche fatica iniziale ma allo stesso tempo una gestione più trasparente ed efficace del mercato”. “Si passerà dal prelievo sulla raccolta a quello sul margine. In questo modo si contribuisce alla riduzione della filiera, si adottano modalità diffuse sul piano internazionale e si rende più trasparente il processo. Lo Stato si assume il rischio di entrate relative al risultato, ma esce da una sorta di conflitto per il quale le proprie entrate dipendevano direttamente dal volume complessivo del gioco, indipendentemente dal giocatore. I 500 milioni sono divisi in due rate, una da 200 milioni entro aprile e l’altra da 300 successivamente. Penso che bisognerebbe definire insieme ai concessionari, gestori ed operatori le quote di ripartizione delle somme. Abbiamo evitato di farlo per legge optando per una sorta di autoregolamentazione, se questo non avvenisse saremmo costretti a valutare da parte del Governo un intervento. Mi sento di lanciare alla filiera proprio questo messaggio: troviamo un punto di equilibrio che faccia sì che tutti concorrano con percentuali, diciamo, credibili al versamento dei 200 milioni. Se questo avvenisse noi saremmo stimolati a far sì che dal 1 luglio si possa partire con il nuovo regime fiscale”. lp/AGIMEG