Giochi, Baretta (MEF) in audizione al Senato: “Intenzione del Governo è chiudere accordo al più presto, la nuova sfida è rappresentata dall’online”

“Con la riduzione drastica degli apparecchi ci sarà una perdita di entrate erariali, non ancora quantificata, ma il Governo mette in conto anche questo. Non c’è dubbio che il tema dell’online ci preoccupa di più. Il rischio è di continuare ad occuparci del passato, per questo sosteniamo di chiudere al più presto la partita di vlt e awp per poi passare decisamente a occuparci di un fronte su cui siamo deboli in termini di controllo. Servono legislazioni nazionali e internazionali più efficaci, l’orizzonte dell’online è la prossima sfida, ma ci sono anche altri giochi, come i gratta e vinci”. E’ quanto ha dichiarato il Sottosegretario all’Economia Baretta in audizione al Senato, in risposta ad alcune questioni poste dai senatori Carraro, Vacciano, Mirabelli e Bottici.

“Per quanto riguarda gli apparecchi, il problema è che le Vlt sono 50mila, mentre le Awp sono 400mila, questo è il punto per il quale c’è una sproporzione. Inoltre le Awp stanno per strada, mentre le Vlt si trovano in punti che noi vogliamo qualificare. La riduzione a 100 euro – ha proseguito Baretta – è un intervento deciso, tra l’altro contro il riciclaggio, è un orizzonte che può essere ulteriormente affrontato ma non credo che il tema sia la riduzione, semmai il tema è che tipo di proposta tecnologica ci sarà quando noi andremo a fare le Awp e dovremo mantenerle da remoto, bassa giocata e bassa vincita, in particolare se rifletteremo anche sull’eccesso di pervasività nel gioco che la strumentazione tecnologica delle Vlt propone”.

“Sulle scommesse sportive – ha proseguito Baretta – la riflessione è seria. Stiamo cercando di dare una risposta nel settore dell’ippica, settore distrutto in Italia, vogliamo rilanciarlo coinvolgendo la Lega Ippica anche nella gestione della parte delle scommesse. In generale, nel ridurre il gioco, non si tratta solo di una questione di bilancio, c’è anche un problema di equilibrio sempre delicato e abbastanza sottovalutato che riguarda l’illegalità, che è dietro l’angolo. Abbiamo fatto la scelta di ridurre drasticamente il gioco in Italia, mettiamo quindi in conto una riduzione di entrate, ma non è che sparisce il gioco, perciò non dobbiamo esagerare nel contrario. Lo Stato ha esagerato nel diffondere il gioco in questi anni, ora non dobbiamo esagerare nel verso opposto, perché la criminalità organizzata attende possibili spazi per riproporsi nella gestione del gioco”.

“Sulle distanze – ha detto Baretta – sappiamo cosa sono le scuole e i luoghi di culto, sono identificati nel territorio, da qui non abbiamo inserito altre tipologie perchè andavamo in una situazione di eccesso di vaghezza. Non c’è nessuna obiezione ad approfondire ulteriormente il tema, si deve però far coincidere la gestione delle distanze con il dimezzamento dei punti gioco: se alteriamo questo equilibrio siamo o nel campo del permessivismo o nel campo del proibizionismo”.

“L’intenzione del Governo – ha ribadito Baretta – è comunque andare avanti. Sempre sulla questione delle distanze se facciamo un esperimento e prendiamo la mappa di un territorio, identifichiamo le scuole e i luoghi di culto e tiriamo una linea di 150 metri, vedrete che non sono pochi. Il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, non a caso ha dichiarato che con 150 metri riesce a pulire il centro urbano. Io rimango preoccupato, comunque, che questo porti ad un eccesso di degrado nelle periferie. Noi dobbiamo vedere la realtà territoriale così come è fatta, è chiaro che il proibizionismo può arrivare anche indipendentemente dalla volontà di chi lo propone. Va sottolineato che in ogni caso con scuole, luoghi di culto e Serd abbiamo introdotto una possibilità di regolamentazione. Ho proposto questa mattina anche la disponibilità del Governo a valutare un minimo di distanze (50 metri, ndr) che consentano di omogeneizzare il territorio. Non sottovalutate la svolta di linea che è stata introdotta: l’intenzione del Governo è quella di procedere, ma è evidente che in caso di intesa questa regge a tutte le pressioni possibili, in caso di non intesa il Governo pensa di doverla tradurre comunque in concreto, ma è chiaro che il dibattito si apre in condizioni diverse dal fatto che ci sia un’intesa”, ha concluso Baretta. lp/AGIMEG