Giochi: Barbanti (Misto-AL), “Governo emani rapidamente un decreto di riordino della disciplina”

“La Camera impegna il Governo ad assumere le iniziative urgenti e dovute per l’emanazione concertata del decreto da parte dei Ministri competenti, anche al fine di dare valenza effettiva al principio dello Stato costituzionale di diritto, garantire la certezza dello stesso, evitare giudicati differenti da parte dei giudici amministrativi ulteriormente aditi per risolvere questioni analoghe a quelle in esame, evitare di appesantire ulteriormente i tempi biblici che affliggono i tribunali e ridurre le spese superflue allocandole diversamente per ottimizzare il servizio giustizia, dettando le norme necessarie e corrette di imposizione fiscale; ad assumere iniziative per prevedere una moratoria dell’applicazione della normativa nazionale solo parzialmente emanata, in attesa che essa venga perfezionata con l’emanazione degli atti mancanti, per evitare che le azioni di supplenza messe in atto dagli enti locali vengano poste nel nulla con grave nocumento della popolazione, in particolare di quella afflitta da ludopatia”. Lo chiede al Governo con una mozione presentata alla Camera, l’on. Barbanti (MISTO -AL), riferendosi anche alla mancata presentazione del decreto delegato sui giochi, attuativo della Delega Fiscale, mai presentato in Consiglio dei Ministri. “Il decreto  – spiega infatti Mirabelli – non è mai stato emanato; in presenza di tale vuoto normativo nelle circa 160 città sopra citate sono stati adottati regolamenti di polizia urbana con i quali si è stabilita una pianificazione, nonostante sulla materia non siano le autorità municipali competenti ad emanare la normativa di riferimento; alla luce di tale vuoto normativo, il giudice amministrativo ha censurato con sentenza tale comportamento e contemporaneamente la regione Piemonte (a titolo di esempio, ndr) è ricorsa persino alla leva fiscale, con il concreto rischio di eccedere le proprie competenze in materia; per quanto riguarda la magistratura amministrativa, il Tar dell’Emilia Romagna, in seguito all’emanazione di un regolamento di polizia urbana della città di Bologna, ha dichiarato l’atto illegittimo « in quanto la norma di fatto prescrive nuovi limiti distanziometrici tra i locali in questione e i cosiddetti luoghi “sensibili”, la cui introduzione nell’ordinamento (o modificazione) compete esclusivamente al legislatore nazionale, secondo quanto prescrive il decreto-legge n. 158 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 189 del 2012. » ricordando inoltre, nella stessa sentenza, un precedente giudizio sempre del T.A.R. Emilia-Romagna sez. II, 20 ottobre 2014 n. 976 in base alla quale il giudice amministrativo aveva già sostenuto che « la pianificazione delle sale da gioco e la riallocazione di quelle prossime a siti sensibili appartiene all’Amministrazione autonoma dei monopoli, come chiaramente indicato nel comma n. 10 dell’articolo 7 del decreto-legge n. 158 del 2012”. Barbanti ha quindi posto l’accento sui diversi orientamenti adottati di volta in volta dai tribunali regionali sulla materia, e ha quindi chiesto al Governo di intervenire rapidamente per risolvere l’impasse. im/AGIMEG