Bando online e riordino: fate presto!!!

La European Gaming and Betting Association (EGBA) è l’associazione di categoria con sede a Bruxelles che rappresenta i principali operatori di giochi e scommesse online stabiliti, autorizzati e regolamentati all’interno dell’UE.

Con una nota del 7 giugno 2021 – indirizzata ad ADM, ai Ministeri dell’Economia e delle Finanze e dello Sviluppo Economico e, in copia, alla Presidenza del Consiglio, all’ANAC e alla Commissione Europea – EGBA ha espresso “preoccupazione” in vista della nuova gara per le concessioni di gioco online alla quale, secondo quanto si legge nella missiva, “Le autorità italiane stanno attualmente lavorando”.

Secondo l’Associazione, in base alle norme unionali, sarebbe necessario “notificare alla Commissione Europea, attraverso il sistema di notifica TRIS, il bando di gara per le concessioni sul gioco a distanza (il “nuovo Bando”) previsto dall’art. 1 comma 727, lettera e) della legge 160/2019, che dovrebbe essere pubblicato il 30 Giugno 2021 e non risulta ancora notificato”.

La disposizione di legge citata da EGBA stabilisce che “in vista della scadenza delle vigenti concessioni in materia di apparecchi di cui al comma 6, lettere a) e b), dell’articolo 110 del testo unico di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, e gioco con vincita in denaro a distanza e intrattenimento e gioco a distanza, l’Agenzia delle dogane e dei monopoli, nel rispetto dei princìpi e delle regole europee e nazionali, attribuisce, con gara da indire entro il 31 dicembre 2020 [termine poi prorogato al 30 giugno 2021], mediante procedura aperta, competitiva e non discriminatoria, le seguenti concessioni:

…..

  1. e) 40 diritti per poter offrire gioco a distanza; base d’asta non inferiore ad euro 2.500.000 per ogni diritto”.

La richiesta di notifica del Bando di gara nasce dall’esigenza di poter formalmente avanzare alcune considerazioni di “merito”, che la nota dell’Associazione anticipa e che sono legate, in particolare, al numero dei diritti messi a gara (40) e alla base d’asta prevista dalla legge (€ 2,5 milioni).

Secondo EGBA tali clausole configurerebbero una “notevole restrizione” al numero delle concessioni, “considerando che, al momento, vi sono circa 90 concessionari online operanti nel paese, che scadranno il 31 Dicembre 2022” e che la base d’asta prevista dalla legge “sarà circa 10 volte più alto dello standard consolidato nei precedenti bandi italiani e in altri paesi equiparabili”.

Al di là del merito delle singole considerazioni esposte da EGBA, limitate al bando di gara per il gioco online, l’intervento dell’Associazione invita ad un’analisi più ampia, che ha come punto di partenza il citato comma 727 della legge di Bilancio del 2020.

La norma, infatti, delinea una sorta di “riordino” del comparto del gioco pubblico, innovativo rispetto alla situazione attuale, laddove vengono introdotte nuove concessioni legate ai punti fisici in cui si offre gioco pubblico (esclusi giochi numerici e lotterie).

Attuando la previsione di legge si passerebbe ad un sistema in cui non vi sono limiti di aperture di nuovi punti fisici ad un sistema bloccato, cioè con un numero prefissato di sale, bar e tabacchi in cui installare apparecchi che, per tutta la durata della concessione, non potrebbe aumentare.

In questo modo – previo accordo con le Regioni e gli enti locali (che, per la verità, sarebbe stato raggiunto con il documento “Baretta” del 2017) – si potrebbero fissare limiti massimi di presenza fisica di punti vendita per ciascuna Regione, impedendo quella proliferazione del gioco che è stata la principale causa del sentimento di “rigetto” di questi ultimi anni.

Non solo, ma le imprese potrebbero effettuare gli investimenti necessari avendo di fronte certezze in ordine al numero dei punti, con un  panorama temporale certo.

Naturalmente, la restrizione del mercato – comunque auspicata da molte forze politiche e sociali – reca con sé l’inevitabile espulsione di una fetta di imprese, probabilmente quelle di dimensioni medio-piccole, a vantaggio dei maggiori players.

Di fronte a questa prospettiva, la politica deve prendere, con urgenza, una sola decisione: confermare il modello “legge di bilancio 2020” (magari inserendovi il settore delle Scommesse fisiche, il cui bando di gara è bloccato al Consiglio di Stato) oppure, nell’ambito del d.d.l. di “riordino settore giochi” (previsto dal DEF 2021) rivedere l’intera materia (come auspica il settore), anche per salvaguardare quella fetta di imprese medio-piccole che tradizionalmente anima il comparto.

Nel primo caso, occorre riprendere l’accordo “Stato-Enti locali” del 2017 per siglare un “patto” con le Regioni, onde consentire la “messa a terra” dei punti di gioco e, poi, indire le gare; nel secondo caso, è necessaria una moratoria generalizzata delle concessioni in scadenza (Scommesse, Online, Apparecchi) di 3/4 anni, per definire gli strumenti legislativi per il riordino, riscrivere le regole di dettaglio, emanare i bandi ed effettuare le gare.

Tutte e due le ipotesi sono accumunate da un imperativo: FATE PRESTO!!! rf/AGIMEG