Endrizzi (M5S) ad Agimeg: “Il settore del gioco non può pretendere le stesse tutele di altri settori più importanti e non può ripartire prima degli altri. Le aziende di gioco potrebbero riconvertirsi in altri settori”

“Credo che il gioco d’azzardo, da un punto di vista della domanda, è un comportamento che comporta rischi, mentre dal punto vista dell’offerta, di cui il titolare ultimo è lo Stato, rientri tra le attività in cui è doverosa una regolamentazione, in modo che l’attività economica pubblica sia orientata a fini sociali. Sono favorevole all’impianto che l’Italia si è data, è coerente, nel senso che è una attività che deve essere gestita e monitorata con attenzione. Il Governo da inizio lockdown ha fatto uno sforzo di equilibrio, di lasciare aperte solo le attività ritenute veramente essenziali”. – Ha dichiarato il senatore Giovanni Endrizzi (M5S) nell’esclusiva intervista rilasciata al direttore di Agimeg Fabio Felici sull’attuale situazione del comparto giochi e su una sua possibile riapertura – ” Per quanto riguarda le riaperture, la priorità va valutata tra quanto importante e strategica è una data attività per il cittadino e quali sono i rischi eventuali ad essa connessi. Se le richieste vengono da settori come turismo, agroalimentare e automotive, sono strategiche per la qualità della vita delle persone, per l’economia e le esportazioni, e credo che debbano essere considerate su un piano diverso rispetto all’ offerta di azzardo”. Alla domanda del direttore di Agimeg se esita una  volontà del Movimento 5 Stelle di poter il settore del gioco al collasso e quindi di non riaprire più, Endrizzi ha risposto che: “Dobbiamo accettare che vi sia una gradualità e progressività nelle riaperture, ma non vedo nessun complotto né tentativo di uccidere un settore come quello del gioco con il pretesto di un’epidemia, non vorrei si scherzasse su questo“. Fabio Felici ha poi chiesto al senatore del M5S perché i 120.000 lavoratori del settore del gioco siano invisibili per il Governo: “Stiamo dimostrando un atteggiamento di grande serietà. In questo settore ci sono molti operatori economici che lavorano nella legalità e devono avere considerazione, ma non si possono dare le stesse tutele a lavoratori dipendenti o al capitale finanziario che esercita ad altro livello l’attività economico, così come non posso mettere sullo stesso piano una multinazionale che ha sede in paradisi fiscali e l’imprenditore locale che ha radicamento sul territorio. Non ho un atteggiamento proibizionistico verso il gioco. Ho proposto nella scorsa finanziaria un incentivo per chi avesse voluto riportarsi nell’intrattenimento puro e lasciare l’azzardo. Vorrei avviare con gli imprenditori un percorso di interlocuzione per capire quale potrebbero essere le evoluzioni del mercato per l’intrattenimento puro”. Alla domanda se il senatore non ritenga che ogni cittadino debba essere libero di spendere i propri soldi come meglio crede, Endrizzi ha risposto: “Non credo sia una libertà negata, abbiamo anche limitato gli spostamenti tra regioni obbligando la popolazione a stare dentro la propria casa a fronte di un’emergenza gravissima con 30mila morti. C’è una compressione più che giustificabile. Io a medio-lungo termine non voglio forzare la libertà di scelta del cittadino, ma non vorrei fosse incentivato il consumo del prodotto di gioco, tra l’altro sono stato sostenitore del divieto di pubblicità. Ogni cittadino ha diritto di spendere i soldi come vuole, anche se preferisco che con 30 euro si compri un biglietto allo stadio piuttosto che una scommessa, ma non mi ritengo un Savonarola censore e moralizzatore. Vanno considerate questioni etiche, ma parto in primo luogo dalla tutela della salute”. Le aziende di gioco hanno già protocolli di ripartenza pronti e in grado di garantire sicurezza e distanziamento tra i giocatori, anche grazie a locali ampi come possono essere sale bingo e scommesse. Per quale motivo allora si sono fatti ripartire ad esempio i parrucchieri dove vi è più gente in uno spazio più ristretto? “Io su questo vorrei portare l’attenzione sull’aspetto che riguarda la salute”, ha detto ancora Endrizzi. “E’ vero che ci può essere l’adozione di protocolli per limitare il rischio, ma teniamo presente che ancora sappiamo poco su cosa è successo alle persone durante il lockdown, in particolare tra i consumatori di gioco d’azzardo. Ho ricevuto testimonianze di giocatori che avevano problemi o erano giocatori abituali, che mi hanno detto di essere state meglio, di essere riuscite a concentrarsi di più nel quotidiano e non pensare solo al gioco. Se ora noi riapriamo un’ attività chiusa, che contraccolpi possiamo avere sul fronte della salute? Si dovrebbe indagare maggiormente su questo aspetto. Inoltre vi sono alcuni ambienti più a rischio di altri, come per esempio le sale bingo. Sono a conoscenza della due ragazze che stanno conducendo lo sciopero della fame, capisco la loro situazione, ma la sala bingo sconta due fatti: il primo è che frequentata da una clientela anziana, da persone che dunque sono più vulnerabili al Covid; la seconda questione è che le sale bingo ospitano anche slot e vlt, dunque si ha un’offerta differenziata che può facilitare la ripartenza di un consumo compulsivo. Tutti questi elementi devono essere essere ponderati dal Mef, da Adm e dal Ministero della Salute”. Alla domanda del direttore di Agimeg se il Governo si rende conto che potrebbe scoppiare una bomba sociale, con 120 mila lavoratori del comparto a rischio se il settore non dovesse ripartire, Endrizzi ha risposto: “Le scelte invocate spettano al Governo, che ha dovuto assumere poteri straordinari in relazione all’emergenza. Io prima di tutto vorrei fare chiarezza sui dati: quali dinamiche si sono avute sui giocatori patologici? Dobbiamo chiedere ai tecnici che lavorano nel campo delle dipendenze. E poi, quanti sono i lavoratori? E’ possibile sapere quanti di questi appartengono al settore specifico, quanti all’indotto, per conoscere le dimensioni del fenomeno, quanti sono gli imprenditori e quanti sono i lavoratori?. La cassa integrazione è importante, è importante che questi soldi arrivino, il percorso burocratico deve essere accelerato il più possibile, però va fatta una valutazione su una possibile riconversione del settore. Dobbiamo approfittare di questa occasione per capire se il modello costruito fin qui è ancora valido o deve essere aggiornato. A quel punto – afferma Endrizzi – dovremo mettere in campo risorse per favorire le riconversioni. Io sono ottimista, 19-20 miliardi di spesa netta saranno riversati in altre forme di consumo, anche solo intrattenimento e porterebbero occupazione in altri settori. Dobbiamo fare scelte politiche e poi dare aiuti per evitare fenomeni distorsivi sui rischi di illegalità ed equilibrio erariale. Da questo punto di vista non posso nascondere che l’Erario ha una dipendenza dalle entrate del gioco azzardo. Ma serve valutare il rapporto costo-opportunità: quale gettito erariale avremo se investissimo in altre filiere dove i dipendenti di questo settore del gioco possono ricavare lo stesso reddito? Servono attività alternative. Abbiamo pressioni da un mondo del gioco che legittimamente persegue il suo interesse ed attività economica, e dall’altra parte cittadini, famiglie e giovani che chiedono di modificare il paradigma. Spetterà all’interlocuzione tra forze sociali e rappresentanti delle varie categorie fare in modo che si affronti l’emergenza come opportunità e non come condanna”. Ma quando potranno riaprire sale giochi, scommesse e bingo? Il Governo ha un orizzonte temporale in grado di tranquillizzare tutti i lavoratori del settore? “Sono valutazioni complesse, dobbiamo valutare rischi connessi alla salute intesa sia come virus sia come ripresa del settore, dove ci sono ampie sacche di dipendenza e comportamenti problematici. La Costituzione riconosce la libera iniziativa economica, ma ritiene debba esser regolata. La Direttiva servizi a livello europeo dice che l’azzardo può portare rischi e che gli Stati membri legiferano a livello nazionale. Il settore del gioco non può pretendere le stesse tutele degli altri settori. Ci sono tutele per le imprese in attività che vorranno proseguire, ma servirà una road map per la riapertura. Tuttavia ad oggi non ho elementi per poterlo affermare, non posso fare previsioni. Il settore dell’azzardo deve entrare in una classifica di priorità rispetto all’apertura per cui non mi sento di caldeggiare che anticipi rispetto altri settori”, conclude il senatore. cr/AGIMEG