Emilia-Romagna, Terrabusi (AD Romagna Giochi): “Nessuno ha dimostrato gli effetti positivi del distanziometro. Combattiamo uniti questa legge regionale ingiusta”

“Siamo arrivati un po’ in ritardo poiché molte sale da gioco a distanza inferiore dei 500 metri dai luoghi sensibili devono essere chiuse. Ogni gestore poteva chiedere una proroga di sei mesi per la delocalizzazione del proprio punto gioco se era in grado sia finanziariamente sia se fosse in grado di trovarlo perché in molti territori non ci sono posti in cui andare. In più, il problema della delocalizzazione è anche quello di dover investire senza neanche aver ammortizzato il vecchio investimento per l’apertura dell’attività. Ricordo che città come Riccione non hanno punti di gioco legale. Inoltre, una ulteriore problematica è la definizione dei luoghi sensibili dalle Regioni e dalla possibilità per i Comuni di aggiungerne altri creando molti problemi”. E’ quanto ha affermato durante la diretta Agimeg condotta dal direttore Fabio Felici l’Amministratore Delegato di Romagna Giochi, Chiara Terrabusi. “Veder distrutto il proprio lavoro e quello dei colleghi per una causa che non esiste, poiché nessuno ha mai dimostrato che il distanziometro abbia effetti positivi sui pochi giocatori patologici. Credo sia questa la cosa che disturba di più. In questo periodo abbiamo fatto di tutto per migliorare l’immagine pubblica che i mass media ci hanno affibbiato. A tal proposito, noi abbiamo sempre rispettato qualsiasi norma anti-Covid, seguiamo le norme antiriciclaggio e formato i nostri lavoratori attraverso dei corsi di aggiornamento. La nostra chiusura a chi giova?
Con una coppa di calcio in mano sembra che tutti i problemi siano spariti, ma non è così. Tutti devono venire a combattere questa battaglia perché un giorno tutti si potranno trovare in questa situazione e quindi non sarà tempo sprecato. Venite davvero tutti a Bologna il 20-21 luglio”. ac/AGIMEG