Direzione investigativa antimafia: “Anche il settore del gioco permette al crimine organizzato di offrire molti “servizi”. Prestanome per concessioni sale Bingo e scommesse e riciclaggio con gioco online e scommesse telematiche”

“Permane l’interesse della criminalità associata verso i settori tradizionali del controllo del gioco d’azzardo e dei videogiochi, la gestione delle sale scommesse e il sempre redditizio traffico illegale degli stupefacenti”. E’ quanto si legge nella relazione inviata dalla Direzione investigativa antimafia al Parlamento, relativa alle attività del secondo semestre 2014. La Dia fa una panoramica sia delle aree geografiche più soggette ad infiltrazioni mafiose sia dei vari clan. “Da un’analisi induttiva degli eventi accaduti – si legge nella relazione – si può affermare che la ‘ndrangheta potrebbe continuare a condizionare lo sviluppo della Calabria”. Tra i vari settori più a rischio di infiltrazioni criminali, anche quello dei giochi e scommesse on-line. “La famiglia Pagnozzi – continua la relazione -, originaria della zona della Valle Caudina di Avellino, ha tra gli interessi criminali prevalenti la gestione di sale giochi e l’infiltrazione in appalti pubblici (che riesce ad aggiudicarsi attraverso “appoggi” interni agli enti appaltanti)”. “Nel Lazio il fenomeno più rilevante riguarda un esodo spontaneo della criminalità organizzata verso la Capitale, rifugio ideale per i latitanti e territorio di riciclo di proventi illeciti, così come emerso da recenti operazioni di polizia. In tal senso, gli interessi sono orientati prevalentemente nell’edilizia, nel comparto della ristorazione e in quello turistico-alberghiero, nel settore immobiliare, nell’intermediazione finanziaria, nel commercio – attraverso l’acquisto di negozi di abbigliamento, concessionarie di auto, sale giochi-, nonché nella grande e media distribuzione alimentare”. “A Barletta, nella prima decade di dicembre, sono state sequestrate 5 agenzie di scommesse abusive. L’attività di contrasto evidenzia come tra gli scenari criminali più incisivi siano da considerare quelli dei giochi on-line e delle scommesse sportive con corner esteri, quali potenziali canali per le attività di riciclaggio e reimpiego di capitali illeciti”. A Modena, l’8 settembre dello scorso anno, c’è stato il sequestro di 16 società e dei relativi compendi aziendali, 35 quote societarie, tutte operanti nel settore dei giochi mediante noleggio di slot machines a carico di un imprenditore catanese contiguo alla famiglia Madonia di Gela (CL). Sempre a Modena, a seguito dell’operazione “Hermes” del 2009, è stato operato, il 5 luglio 2014, un ulteriore sequestro di beni per circa 10 milioni di euro riconducibili ad imprenditore del settore dei giochi pubblici e delle slot machine illegali, legato al sodalizio dei Casalesi e ad esponenti della ‘ndrangheta. I provvedimenti sono stati eseguiti in Campania ed Emilia Romagna. A Caltanissetta, “permane l’interesse della criminalità associata verso i settori tradizionali del controllo del gioco d’azzardo e dei videogiochi, la gestione delle sale scommesse e il sempre redditizio traffico illegale degli stupefacenti”. A Ragusa, “rimane l’interesse, da parte di esponenti legati alla “stidda”, a monopolizzare i settori della lavorazione ed imballaggio dei prodotti terricoli, delle onoranze funebri, delle apparecchiature per la distribuzione automatica di alimenti e bevande e dei centri scommesse, tutte attività che servono ad occultare i reati di estorsione e riciclaggio”. Nella criminalità organizzata campana, sono stati “rilevati interessi dei sodalizi nel settore del gioco lecito, con l’ausilio di complessi meccanismi di interposizione personale e societaria, deputati ad alterare fraudolentemente i sistemi elettronici, anche attraverso l’utilizzo di esperti per la gestione di circuiti paralleli di scommesse clandestine”. Da parte della criminalità organizzata pugliese e lucana, invece, è particolarmente sviluppato “l’interesse degli ambienti mafiosi per il settore delle scommesse abusive e dei videogiochi. La criminalità organizzata ha trovato il modo di trarre ingenti profitti mediante l’alterazione delle schede elettroniche, con la modifica delle caratteristiche tecniche, delle modalità di funzionamento e con l’interruzione del collegamento telematico con l’Azienda dei Monopoli, con danno per l’erario. Le organizzazioni criminali hanno provveduto altresì alla distribuzione ed installazione nei locali pubblici di “propri” apparecchi, tentando anche di determinare situazioni di vero e proprio monopolio, escludendo o imponendo quelli di altri clan. Queste attività illecite sono diffuse su tutto il territorio. Fattore comune per l’intera regione, complice anche la crisi economica, è l’aumento del numero delle rapine a mano armata e dei furti in danno di sportelli bancomat, centri scommesse ed in appartamento”.

Per quanto riguarda il settore dei giochi, la Dia ha quindi concluso che la criminalità organizzata ha “un forte orientamento alla diversificazione delle proprie strategie operative, interessi e investimenti, avvalendosi, per cogliere tutte le potenzialità e le opportunità offerte dalla società tecnologicamente avanzata e globalizzata, anche di figure professionali con elevata specializzazione”. “Anche il settore del gioco d’azzardo, tramite una grande disponibilità di denaro liquido e radicamento nel territorio, permette al crimine organizzato di offrire molteplici “servizi”. I sodalizi, attraverso dei prestanome, ottengono concessioni di sale “bingo” e punti scommesse, impongono ai commercianti l’installazione di videogiochi truccati, si inseriscono nel segmento del gioco d’azzardo online – con particolare riferimento alle scommesse telematiche – riciclano denaro acquistando partite di biglietti vincenti in modo fraudolento, concedono prestiti ai giocatori, con cospicui e rilevanti introiti, arrivando persino a condizionare veri e propri eventi sportivi al fine di massimizzare i propri ricavi connessi al circuito delle scommesse clandestine”. es/AGIMEG