Decreto Ristori 5, Forza Italia: “Ristori tempestivi ad attività di gioco legale. Rivedere questione riaperture nelle zone ‘gialle’. Indennizzi a lavoratori, ma anche esercenti e concessionari. Addio al codice Ateco e stop incrementi Preu”

“Ristori tempestivi alle attività di gioco legale chiuse dal Dpcm (per tutti i codici Ateco relativi al settore) e rivedere la questione delle riaperture nelle zone ‘gialle’. L’indennizzo deve riguardare ovviamente i lavoratori – che vanno inseriti nella cassa integrazione – ma anche gli esercenti e i concessionari”. E’ quanto si legge nelle ‘Proposte di Forza Italia per il Decreto Ristori 5’ in tema di gioco pubblico.

“La filosofia che guida l’azione di Forza Italia in vista del decreto Ristori 5 parte da una condizione indifferibile: abbandonare i Codici ATECO e considerare una percentuale di risarcimento dei costi fissi (50-60%) alle imprese, alle attività, ai lavoratori autonomi che hanno avuto una perdita di fatturato significativa (rispetto alla media degli ultimi tre anni eccetto che per alcune categorie – es. ristoratori e comparto neve – per cui si prevedono risarcimenti calcolati sull’anno precedente). La modalità affidata ai codici ATECO evidenzia carenze e genera scompensi tralasciando categorie seriamente colpite dalla pandemia. Sarebbe necessario appunto ampliare specifiche misure di aiuto per i settori danneggiati – e non ricompresi nelle categorie individuate dalle regole per accedere agli aiuti a fondo perduto – correggendo così le criticità riscontrate nei provvedimenti precedenti. Sarebbe opportuno adottare criteri di assegnazione più oggettivi di quelli che hanno contraddistinto i “ristori” erogati nel 2020, superando definitivamente il parametro della riduzione di fatturato subita che ha generato macroscopiche storture ad esempio per talune attività stagionali, così come prevedere interventi che, in un’ottica perequativa, tengano conto dell’entità reale delle perdite subite da chi ha ricevuto poco o nulla dagli interventi precedenti”.

Secondo Forza Italia tra le misure di fiscalità da adottare, oltre a “prorogare il credito d’imposta per la sanificazione e l’acquisto di dispositivi di protezione fino al 31 dicembre 2021 ed esentare per il 2021 i pubblici esercizi dal pagamento del ‘Canone Unico’”, per il settore del gioco si chiede di “posticipare l’entrata in vigore degli incrementi PREU (Prelievo Erariale Unico) per i giochi legali (settore particolarmente colpito dalla pandemia)”.

“Giova ricordare che la Commissione Europea, con proprio comunicato del 28 gennaio 2021, ha reso noto di aver approvato ulteriori modifiche al Quadro temporaneo degli aiuti di stato (Temporary Framewok), prorogandolo al 31 dicembre 2021 e innalzando massimali relativi agli aiuti di importo limitato a 1,8 milioni di euro. Secondo le indicazioni UE, lo Stato può concedere aiuti sui costi fissi sostenuti che non sono coperti da utili alle imprese con perdite di fatturato pari ad almeno il 30 % rispetto allo stesso periodo del 2019; il massimale dell’aiuto passa da 3 milioni a 10 milioni di euro. Occorre però determinare, come sottolineato poco sopra, quei settori residuali ma importanti ai quali non è possibile applicare la formula precedente, vale a dire quei settori che per la loro specificità sono vitali per un intero sistema territoriale, in sè già fragile (vedere ad esempio il sistema impianti di risalita per la montagna) oppure per quei settori che hanno registrato l’azzeramento del fatturato ma non sostengono costi fissi tali da giustificare l’applicazione del metodo precedente ma contestualmente il mancato incasso li condanna definitivamente (mondo dello spettacolo, l’intrattenimento, organizzazione di eventi, le attività sportive). In questi casi si deve provvedere ad una normativa specifica che può essere definita l’eccezione che conferma la regola”.

“Il DPCM del 14 gennaio 2021 – ricorda FI – la cui efficacia è prevista fino al prossimo 5 di marzo, prosegue nel solco già tracciato dai precedenti provvedimenti amministrativi, non solo mantenendo le forti limitazioni orarie e di contingentamento dell’attività del settore della ristorazione (è bene ricordare che nelle aree c.d. “gialle” tali attività possono rimanere aperte solo fino alle 18.00, mentre nelle aree “arancioni” e “rosse” è sempre consentito il servizio di delivery ma il take away solo fino alle 22.00) ma, addirittura, introducendo in qualsiasi scenario di rischio sia collocata la Regione, l’obbligo di sospendere dopo le 18.00 il servizio di asporto per coloro che svolgono come attività prevalente quella identificata con codice ATECO 56.3 vale a dire bar e altri esercizi simili senza cucina e quelli con codice ATECO 47.25 corrispondente al commercio al dettaglio di bevande in esercizi specializzati. A questa situazione si aggiunge il persistere della chiusura di tutte le imprese che svolgono attività di ballo, di banqueting e catering e di gioco nonostante gli investimenti sostenuti per far fronte alle disposizioni sanitarie per riaprire l’attività in realtà mai avvenuta”. cr/AGIMEG