Decreto Dignità: in Aula presentati 450 emendamenti, il PD ripropone quelli respinti in Commissione che vanno dalla riduzione dei punti gioco alle campagne di sensibilizzazione

Sono oltre 450 gli emendamenti presentati complessivamente in aula alla Camera, dove ieri è cominciata la discussione generale al Decreto Dignità, alcuni dei quali relativi anche all’articolo 9 riguardante i giochi. Il Ministro Di Maio si è detto fiducioso di riuscire a far votare e approvare il decreto senza ricorrere alla fiducia già entro giovedì. Nella discussione di ieri, protrattasi sino in tarda serata e che Agimeg ha seguito in diretta, l’onorevole Elena Carnevali ha anticipato che il PD ripresenterà tutti gli emendamenti sul gioco respinti nei giorni scorsi nelle Commissioni Finanze e Lavoro. Tra questi, numerosi sono stati proposti dalla stessa Carnevali, come quello che chiede interventi sanitari per i giocatori patologici, che propone campagne di sensibilizzazione sui rischi del gioco, che disciplina l’utilizzo del marchio no-slot e che delega il Governo ad attuare l’intesa della Conferenza unificata del settembre 2017 e ad adottare le slot da remoto. In particolare, si punta a dar seguito a quanto approvato in Conferenza Unificata nella scorsa legislatura, ma mai attuato, in termini di riduzione dell’offerta del gioco: un altro emendamento della Carnevali prevede infatti la riduzione dei punti gioco “sulla base dei criteri che saranno recepiti dai Comuni, in modo da garantirne un’equilibrata distribuzione sul territorio nazionale per un numero massimo di 55.000 esercizi”. In un altro emendamento sempre a firma Carnevali si prevedeva la dicitura “Questo gioco nuoce alla salute” da inserire nei tagliandi di gioco, in un altro si chiedeva che l’importo complessivamente introdotto in ciascuna sessione di gioco con le Vlt non fosse superiore ai 500 euro. Tra gli emendamenti PD accantonati nelle Commissioni Finanze e Lavoro della Camera, anche quello che chiede di adottare “dissuasori” per disincentivare il gioco alle slot da remoto, “quali la tessera del giocatore e una apposita tecnologia di arresto del gioco in caso di compulsività”, e l’inclusione anche delle insegne degli esercizi nel divieto di pubblicità. cr/AGIMEG