Ddl Stabilità: Servizio Bilancio su aumento PREU. “Le scelte dei soggetti della filiera potrebbero determinare una riduzione non indifferente del gettito”

“Per quanto riguarda l’aumento PREU, con corrispondente riduzione del payout la Relazione Tecnica afferma che, prudenzialmente, non viene stimato alcun gettito quale effetto della norma. Ogni eventuale aumento di gettito, determinato annualmente a consuntivo, verrebbe poi attribuito al Fondo per la riduzione della pressione fiscale. In relazione alle disposizioni in materia di apparecchi per il gioco con vincite in denaro non collegati alla rete statale di raccolta del gioco, si stima un maggior gettito pari a 300 milioni di euro, derivanti dall’accertamento di violazioni relative ad un numero di apparecchi scollegati pari a circa 1.550 per quelli AWP (con maggior gettito in misura di 135,8 milioni di euro circa) e dall’accertamento, per ciascun altro apparecchio, di 10.000 violazioni per circa 10 mila apparecchi (con presunto maggior gettito di 164,2 milioni di euro circa). La quantificazione è stata effettuata, coerentemente con quanto previsto dalle disposizioni, considerando rispettivamente la vigente aliquota del 13 per cento dal 1° gennaio al 31 marzo 2015, l’aliquota del 17 per cento a partire dal 1° aprile e l’aliquota del 3 per cento (definita dalla lettera b) del comma 24) su base annua”. E’ quanto si legge nella Nota di Lettura del Servizio Bilancio del Sento, in riferimento alla Legge di Stabilità 2015, approdata a Palazzo Madama dopo l’approvazione in prima lettura alla Camera il 30 novembre scorso. I tecnici di Bialncio si soffermano anche sulle norme riferite ai giochi pubblici, e contenute nel Ddl, esprimento necessità di chiarimenti, e alcuni dubbi sul reale recupero di gettito. “Appare opportuno che il Governo chiarisca se e in che misura sia stata effettuata un’analisi di tipo dinamico, considerando vari profili legati all’eventualità che il considerevole aumento del PREU per le new slot e per le videolottery, unitamente alla riduzione del payout, possa ragionevolmente incidere, almeno in parte, non solo sui comportamenti dei giocatori rispetto alle scelte da preferire, ma anche su quelli dei vari componenti della filiera, che potrebbero decidere di ridurre ovvero interrompere la propria attività, in relazione al notevole cambiamento di elementi determinanti ai fini dei profitti attesi. Sotto tale profilo, non sembra da sottovalutare l’esistenza di tempi tecnici per procedere alla necessaria ricertificazione di nuovi giochi che siano strutturati sulla base dei nuovi payout. Nelle more di tale operazione, – si legge -, gli operatori che si troveranno a corrispondere all’erario la nuova aliquota di PREU (più elevata rispetto a quella vigente) in presenza dei payout che non sono ancora stati corrispondentemente ridotti potrebbero potenzialmente effettuare scelte (in termini di riduzione dell’attività e degli addetti) tali da comportare ricadute negative sul gettito”. Rispetto al possibile effetto sostituzione da parte degli utenti, si evidenzia che “esso potrebbe sia dare luogo alla scelta di giochi diversi nell’ambito di quelli disponibili nella legalità, sia incrementare l’attitudine a rivolgersi a mercati non legali. Non appare quindi trascurabile l’ipotesi che possano verificarsi effetti indesiderati con riferimento all’entità del gettito atteso, se esso viene calcolato, come parrebbe, sulla base di un approccio di tipo essenzialmente statico. Potrebbe dunque non essere sufficiente il non considerare  il maggior gettito atteso in relazione all’aumento del PREU ed alla riduzione del payout, in quanto non sembra potersi escludere che i comportamenti dei vari soggetti sui quali la norma produce importanti ricadute si rivelino tale da determinare una riduzione non indifferente del gettito attualmente riveniente dalle tipologie di gioco in esame”. Si rileva infine “che l’andamento della quantificazione degli effetti di gettito discendenti dall’applicazione del comma in questione, cifrato in 300 milioni per ciascuno degli anni di riferimento, non sembra tenere conto del fatto che, dal punto di vista concettuale, il numero di apparecchi non regolarmente collegati alla rete statale dovrebbe tendere nel tempo a diminuire, in conseguenza delle disposizioni dissuasive introdotte con il testo in esame. Non sembra, peraltro, che si sia tenuto conto del fatto che anche la legislazione vigente contempla specifiche attività di accertamento, anche se con basi imponibili presunte diverse; il maggior gettito andrebbe dunque calcolato per differenza e non già sulla base dell’intero importo forfetario ora stabilito in 1.500 euro giornalieri.

Nel complesso – conclude la Nota di Lettura – sembra che ciascuna delle aree di intervento presenti rilevanti elementi di criticità, tali da rendere poco verosimile l’acquisizione del considerevole maggior gettito associato alle disposizioni – pari, si ricorda, a 900 milioni di euro – soprattutto con riferimento al primo anno di applicazione”. im/AGIMEG