Ddl ludopatia, Binetti (Sc): “Lo Stato è interessato solo al gettito che si può ricavare dal gioco d’azzardo”

“La Commissione affari sociali già da tempo ha avviato l’esame al disegno di legge per la prevenzione e la cura del gioco d’azzardo patologico ma non è ancora possibile prevedere il suo approdo in Aula, perché l’ingorgo istituzionale provocato dal succedersi dei vari decreti legge rimanda continuamente la sua approvazione. L’attenzione del governo sembra concentrarsi quasi esclusivamente sugli aspetti fiscali del problema, sul gettito che si può ricavare dal gioco d’azzardo”. Con queste parole Paola Binetti, rivolgendosi al direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, evidenzia le difficoltà nel portare avanti l’esame del ddl sul gioco patologico nella speranza che possa essere portata in Aula entro l’estate.
“Fin dal 15 marzo 2013 – ha dichiarato l’on. binetti -, a legislatura appena iniziata, ho presentato un disegno di legge per la prevenzione e la cura del gioco d’azzardo patologico, a cui sono rapidamente seguite altre sette proposte di legge sullo stesso tema e l’11 settembre del 2013 è iniziato l’esame in Commissione affari sociali per giungere a un testo di base il più condiviso possibile. Da allora il dibattito è proseguito con la discussione degli emendamenti, ma non è ancora possibile prevedere il suo approdo in Aula, perché l’ingorgo istituzionale provocato dal succedersi dei vari decreti legge rimanda continuamente la sua approvazione. Eppure si tratta di un problema grave: contagioso, progressivo e almeno finora pressoché incurabile per mancanza di strumenti concreti. L’attenzione del governo sembra concentrarsi quasi esclusivamente sugli aspetti fiscali del problema, sul gettito che si può ricavare dal gioco d’azzardo, mentre resta nell’ombra la preoccupazione per questa sorta di costosa pandemia che si estende a macchia d’olio, coinvolgendo persone sempre più giovani e più fragili. È sul capovolgimento di questa prospettiva che vorremmo che il presidente del Consiglio Matteo Renzi facesse sentire la sua voce: con tutta la fatica che si fa a finanziare i famosi 80 euro per le famiglie indigenti, c’è il rischio che questi pochi euro possano essere bruciati in poco più di un pomeriggio in una bar tappezzato di slot machine o davanti al computer di casa… Occorre porre un argine a questa emorragia e mettere la tutela della salute al primo posto. Lo Stato ha indubbie e pesanti responsabilità e non può, a sua volta, girare la testa dall’altra parte. Questa è di quelle riforme che farà bene al Paese, e ci aspettiamo di poterla portare prestissimo, prima della pausa estiva, al voto della Camera”. cz/AGIMEG