Ioannou (Univ. Atene), “La Grecia ha pagato gli anni del proibizionismo del gioco, la svolta con la regolamentazione”

Tante analogie  tra il mercato del gioco in Italia e in Grecia. Le ha messe in luce il professor George Ioannou, del Managment Science Laboratory dell’Università di Atene, nel convegno voluto oggi dalla Fodanzione Unigioco per tracciare  un confronto tra le due legislazioni. La Grecia attraversa una fase di transizione nell’iter per la regolamentazione del mercato dei giochi. La normativa attualmente in vigore, infatti, prevede regole estremamente restrittive per i giochi online e per gli apparecchi da intrattenimento, una scelta che come effetto collaterale favorisce l’offerta illegale. 
“In Grecia ci sono forti pressioni di cambiamento per più settori, con nuovi approcci fondamentali a livello di pubblica organizzazione. Per quanto riguarda il settore dei giochi – ha detto – il Governo greco nel 2002 ha bandito tutti i giochi elettronici, una scelta pagata cara. Nel 2010 il mercato del gioco è stato riaperto con le videolottery distribuite su tutto il paese e con la regolamentazione dell’online, con ampi poteri alla commissione centrale nel controllo, nel payout (minimo 80%) e norme di sicurezza come la tessera del giocatore. Questa in particolare contiene una quantità di dati che ci consentono sia di controllare chi gioca, sia di dare la possibilità agli utenti di autolimitare le puntate massime”.
I problemi però, come in Italia, restano. “In Grecia ci sono 70mila siti che offrono gioco illegale – ha detto – Questi siti non pagano imposte e non seguono nessuna regola. Una situazione vantaggiosa solo per i siti offshore. I rimedi sono la diffusione di luoghi dedicati al gioco muniti di regolamentazione, un maggiore controllo, più ricerca di mercato, basate su dati attendibili. Tutto per arrivare a un gioco socialmente responsabile, con un modello finanziario completo”.
Ecco quindi che con una serie di interviste abbiamo scoperto che molti accoglierebbero una maggiore regolamentazione, anche se con poche restrizioni. Sia i gestori, sia i giocatori sono allineati su questa opinioni, con la disponibilità da parte dei primi di investire per nuove casa da gioco. L’ostacolo principale sarebbe invece la tessera identificativa, che porterebbe molti a giocare altrove”.  cz/AGIMEG